11.1998 ..PreOccupati n. Zero pag. 2: Acqua alta a Scilla

malavintage logoEcco a Voi il secondo articolo dal numero Zero di "preOccupati..?" – Scilla come Venezia.
Un fenomeno improvviso ha interessato la perla della Costa Viola. Acqua alta a Scilla
Cittadini nel panico; ancora sconosciute le cause. Si salva solo la parte montana del territorio comunale.

 

 

 

preOccupati..? –  Mensile Satirico-Culturale – Novembre 1998 – Anno I n. Zero

 

preoccupati n. 0

da Pag. 2 – CRONACA

Dopo la storia, l’economia e la religione, un altro aspetto ci unisce al capoluogo Veneto

Mancu a Venezia!

Diverse le reazioni: dal progetto Mose a Mosè

 

di THE JOKER

Come forse tutti (o quasi) gli Scillesi sanno, il nostro paese è conosciuto in Italia e nel resto del mondo, come la “perla della Costa Viola”. Fiore all’occhiello di questa famosa perla è senza dubbio quel quartiere dei pescatori, chiamato Chianalea per essere stato il primo approdo delle antiche galee che solcavano il nostro mare. Altro appellativo di questa piccola meraviglia, è quello di Venezia del Sud, poiché, per la sua particolare disposizione e per le sue case costruite direttamente sull’acqua, ricorda in maniera  impressionante la famosa città Veneta. A Venezia ci lega poi anche la storia, avendo costituito una delle mete preferite per le attività commerciali dei nostri antenati, i quali importarono dalla Serenissima anche il culto a quello che è diventato il nostro Santo Patrono, San Rocco.

Da oggi, un’altra cosa ci lega a quella città. Nei giorni scorsi, infatti, la nostra cittadina è stata interessata da un fenomeno che mai prima d’ora si era verificato. Un fenomeno tanto imprevisto, che nemmeno i migliori meteorologi d’Italia sono stati in grado di prevederlo. Un improvviso innalzamento del livello del mare, dovuto forse allo scioglimento di qualche enorme ghiacciaio del polo Nord, ha, infatti, determinato, per la prima volta a Scilla, il verificarsi del fenomeno della “acqua alta”. Di fronte a questo evento, la popolazione è rimasta completamente sorpresa e del tutto impreparata. Fino ad oggi, infatti, le case del nostro amato paesino erano rimaste incolumi (tranne qualche episodica mareggiata invernale), dalla forza distruttrice del “prezioso liquido”, generando in ognuno di noi la convinzione che, grazie alla posizione geografica e al relativo clima temperato, tipicamente mediterraneo e del tutto diverso da quello veneziano, saremmo stati sempre ben all’asciutto, immuni da sconvolgimenti atmosferici di tale portata. E invece non è stato così, i tempi cambiano! Sarà per via del buco dell’ozono? O dell’effetto serra? Sarà a causa del Niño o della Niña? O forse colpa dei computer che controllano il satellite Meteosat, impazziti a causa della tempesta spaziale provocata dal passaggio di alcuni resti di una cometa? Beh, non spetta certo a noi dare una risposta a quesiti sui quali perfino gli scienziati più illustri stanno ancora  febbrilmente dibattendo. Quel che è certo, in ogni modo, è che i poveri Scillesi si sono ritrovati, di punto in bianco, “con l’acqua alla gola”: còsi chi …. mancu a Venezia! A salvarsi, anche se in maniera parziale, sono state le frazioni.
Poste nella parte montana del territorio comunale: che peccato, potevano nascere le nuove grotte di Tremusa, magari “e Nuciddhari o a Cuvala”. In ogni modo, non bisogna disperare, a tutto c’è riparo.

Il rimedio che ci permettiamo di suggerire, a chi di competenza, è molto semplice ed è stato già adottato a Venezia (ma va?): le barriere mobili. Il meccanismo è semplice: tali barriere, monitorate continuamente, regolano il flusso dell’acqua all’interno della celebre laguna, abbassandosi o alzandosi secondo che si sia in presenza di alta o bassa marea. In tal modo si raggiunge inoltre un equilibrio all‘interno dell’ecosistema, offrendo alle varie specie viventi (umane, animali e vegetali) le migliori condizioni di vita possibili. Il nome di questo progetto è Mose, da non confondere con il Mosè biblico al quale con molto poco buongusto, si sono ispirati alcuni sconosciuti che, nel tentativo di restare incolumi da un futuro passaggio della furia devastatrice dell’alta marea, hanno cominciato a dipingere di rosso le case del paese, così come fecero, appunto, gli Ebrei per sfuggire alla piaga più terribile che colpì gli Egiziani, sterminandoli, consentendo loro la fuga.