Diretta live by USTREAM http://www.ustream.tv/channel/manifestazione-nazionale-no-ponte-19-12-09
Il prossimo 19 Dicembre a Villa San Giovanni si ‘ccoglieranno da tutte le parti, le ‘ggenti che non vorrebbero avere altri ‘piloni’ tra le sponde. I soliti affetti dalla sindrome NIMY (Not In My Yard = non’tà me vigna!). Quelli inzomma contro il progresso ed il fatto che finalmente “così si potrà andare in Italia dalla Sicilia anche di notte!” (?), e ‘ggenti che invece ‘spetta stu ponti da anni. Tu ci sarai? ..e se sì, da che ‘sponda’?
Ci piacerebbe capire “Tu come la vedi..?”
Dovessimo dire la vera verità.. a Noi oramai del PONTE, non ndi ‘nteressa più di tanto, ma solo perchè ne avevamo già straparlato abbondantemente in un rèport passato (MaluPonti). La situazione da allora non è affatto migliorata, anzi, nel frantunque si mangiaru qualche altro miliuni di euri, sciarriandosi sul fatto che sto benedetto ponte (vedi foto sotto) si dovesse, o non si dovesse fare.
A Noi, il ponte che piace di più è quello ideale realizzato da Salvatore Cimmino qualche tempo fa..
Ma tornando all’opera faraonica (il “PapiSfalassà” ??), magari (prima o poi) lo faranno.. e magari (prima o poi) lo finiranno.. si spera, anzi, soprattutto questo..
..’ndi mmanca sulu ‘nautru Ecomostru, stavolta istituzionale.
..Ma comunqemente tu la penzi.. almeno PENZA!
- Se il Ponte non ti sconfinfera e magari hai anche una paggina uebb.. allora clicca qui e aderisci all’iniziativa di LiberaReggio.org a sostegno della ReteNoponte e della manifestazione del 19.12.09 a Villa (trovi l’evento tra i MalaEventi – Manifestazione NoPonte).
- Se invece sei un “pontista” convinto, clicca qui ed informati sulla contromanifestazione degli aderenti al Comitato ‘Ponte Subito‘.
..fai la tua scelta! .. e, se voi, faccelo sapere! (nei commenti sotto opp. via email: webmaster@malanova.it)

Da tanti, troppi anni (oltre cento), si discute di quest’opera che potrebbe rappresentare la svolta vera, soprattutto per le province di Reggio e Messina.
Il Ponte, come rileva Giuseppe Zamberletti, padre della Protezione Civile italiana e Presidente del CdA della Stretto di Messina Spa, “è particolarmente strategico per il Sud perché, con il completamento del programma di alta velocità, il Mezzogiorno sarà collegato con il sistema ferroviario europeo rappresentando così un importante fattore di sviluppo per tutte le regioni meridionali”.
La vera novità del Ponte, dichiara ancora Zamberletti, “è che si tratta di un ponte ferroviario, e non solo stradale, che permetterà ai porti siciliani di diventare porti europei strategici con un grande vantaggio per quanto riguarda i costi di trasporto delle merci. Le merci in partenza dalla Germania e dirette verso l’Oriente, ad esempio, guadagnerebbero cinque – sei giorni di navigazione se dopo un transito in treno venissero imbarcati in Sicilia”.
Col Ponte, quindi, si completerebbero anche le infrastrutture a monte e a valle, cioè l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e la statale jonica.
Collegando Calabria e Sicilia all’Alta velocità, cioè rendendo veloce il corridoio Berlino-Palermo si toglieranno le regioni periferiche del Paese dal perenne isolamento in cui si trovano.
Il professor Bruno Sergi, titolare della cattedra di Economia Internazionale della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Messina è uno dei fondatori del Comitato ‘Ponte Subito’ e interviene dall’European Trade Union Institute di Bruxelles: “La portata economica del Ponte – dichiara il professore dell’ateneo Messinese – deve portarci a considerarlo come strumento di crescita di tutta l’area dello Stretto e del Mezzogiorno, come vero e proprio volano con un ritorno economico, sociale, culturale e turistico che è, a dir poco, enorme e incalcolabile. L’indotto che il nostro territorio potrebbe avere non si ferma certo al Ponte in sé. Il ponte non deve necessariamente autofinanziarsi. Diventerebbe famoso e conosciuto nel mondo molto più della Tour Eiffel, molto più del Ponte di Brooklyn e del Tower Bridge londinese. Milioni di persone arriverebbero nello Stretto per visitare e fotografare il Ponte più grande e lungo del mondo, e con questa scusa scoprirebbero tutti gli altri tesori del territorio dello Stretto in primis, e di Calabria e Sicilia in secundis che dobbiamo essere altrettanto bravi a valorizzare. L’indotto che ne ricaveremmo sarebbe tale da garantire lavoro, benessere e ricchezza a questo territorio oggi economicamente depresso, che deve puntare sul turismo per rialzarsi. Inoltre – continua il professore Sergi – decine di migliaia di persone, da manovali a eccellenze di qualità, troverebbero lavoro facilmente in un periodo di crisi internazionale. E, oltre ai circa dodicimila operai che per sei anni lavoreranno alla costruzione dell’opera, altri due/tre mila tecnici specializzati (e nel posto ne abbiamo tante, di eccellenze sfornate dalle nostre università!) troverebbero un posto di lavoro nel territorio in cui sono nati a tempo indeterminato. Scusate se è poco”.
Anche Massimiliano Ferrara, Presidente del corso di laurea in Scienze economiche dell’Università ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria, pro-rettore dell’Università per Stranieri ‘Dante Alighieri’ di Reggio Calabria e membro dell’Advisory Committee of the Indian Academy of Mathematics, sostiene fortemente la realizzazione della Grande Opera dello Stretto: “Il Ponte – dice il professore – ha una grande ricettività turistica, e rappresenta un episodio unico e straordinario, quantitativamente e storicamente, dell’erogazione di spesa pubblica. E’ quello ‘shock’ economico che serve per dare linfa importante al territorio, che è chiamato a creare un indotto intorno alla realizzazione di questa grande opera. Certamente i tantissimi turisti attirati dal Ponte, non vengono a vedere il Ponte, fare una foto e andare subito via, anzi … il Ponte è un’attrazione moderna in un territorio dal grande background storico, artistico, monumentale e culturale. Quindi se i reggini e i messinesi sapranno valorizzare le grandi risorse turistiche del territorio delle due città e delle due Province, i turisti avranno modo di scoprire tutti quei favolosi tesori oggi semi-sconosciuti e poco valorizzati. Il Ponte fornirebbe al territorio dello Stretto quella svolta economica che serve a Reggio e Messina per crescere e svilupparsi. L’opera,unica nel suo genere,sarebbe un grande stimolo per l’area dello Stretto e rappresenterebbe una grande opportunità per tutti i settori, non solo per quello edilizio e turistico, ma anche per quello della formazione e dell’università. L’approccio del territorio – conclude il prof. Ferrara – dev’essere quello della progettualità, non quello della critica aprioristica. Le barricate, ideologiche e non solo, non servono a nulla e non fanno altro che posticipare il problema e prolungare i tempi per la realizzazione dell’opera”.
Il Comitato ‘Ponte Subito’ intende favorire e stimolare un processo rapido e concreto affinché non ci siano più dubbi e tentennamenti e stavolta, davvero, i lavori del Ponte possano iniziare e concludersi nei tempi previsti dal Governo.Il primo motivo per fare finalmente questa grande opera è, come dice Giuseppe Cruciani nel sul recente libro “questo ponte s’ha da fare” è farla finita con una tipica malattia italiana che si chiama “benaltrismo“. Cos’è il benaltrismo? Consiste nel dire che c’è sempre qualcosa di meglio da fare, qualsiasi cosa venga proposta”.
Il Calcestruzzo.it darà ampio spazio all’informazione sulla struttura, sull’avanzamento dei lavori e in generale sull’importanza altamente strategica che il ponte potrebbe avere per lo sviluppo della città metropolitana rispetto al Mediterraneo. Il nostro futuro è euro-mediterraneo o non è. Opporre Europa e Mediterraneo, viverle come frontiere dello “scontro di civiltà, ci porterebbe tutti alla distruzione, europei e mediterranei. E noi italiani ne faremmo le spese per primi. Dobbiamo intensificare gli scambi commerciali e recuperare la condizione di vantaggio che la nostra posizione geopolitica ci offre rispetto al nord Europa.
Il Mediterraneo è la nostra Cina, molto più vicina e abbordabile per le nostre imprese di taglia medio piccola, che sono la vera spina dorsale sulla quale si regge l’economia dell’Italia. Il problema sono le infrastrutture. Un terzo del commercio mondiale transita tra Suez e Gibilterra, ma l’Italia stenta a intercettarlo. Perché non abbiamo le infrastrutture portuali e di trasporto terrestre che hanno invece i grandi hub dell’Europa del Nord, a cominciare da Rotterdam, ma ormai anche i nuovi grandi porti della costa sud, come il gigantesco scalo di Tangeri.
E’ nostra ferma intenzione fare del calcestruzzo.it un luogo sì virtuale, ma dove si discute concretamente del futuro del nostro territorio aggregando informazioni, discussioni e quant’altro possa favorire la causa della tanto agognata costruzione del ponte.
Speriamo che le adesioni al comitato siano numerose, perché è l’unione che fa la forza!
Per info e adesioni scrivete a: pontesubito@ilcalcestruzzo.it – il gruppo Ponte Subito su FB