LA BANDA DI SCILLA E I SALTIMBANCHI

‘A festa finìu.
Ieri sera, chiusura dei festeggiamenti con la tradizionale processione di Sant’ a Rroccheddhu, dalla Cresiola fino alla chiesa e deposizione della statua nto stipu.
La serata si è poi conclusa con l’altrettanto tradizionale concerto del complesso bandistico Città di Scilla, per la cui cronaca rimando direttamente all’articolo pubblicato sul blog ReggioPress.

E’ stato un concerto bello ma strano allo stesso tempo. Non certo come qualità ed esecuzione dei brani.
La stranezza stava tutta nella “logistica” del concerto.
Penso sia stata la prima volta nella storia dei concerti bandistici, che la banda non abbia suonato dal palco, bensì direttamente sulla piazza, fino a nte scalunati del palazzo municipale.
Questa sistemazione è stata in un certo qual modo obbligata dalle particolari condizioni meteo. Infatti, ieri sera si facevano sentire già le prime avvisaglie dello scirocco che ci sta avvilendo da menza iurnata.

Una situazione meteo non certo ideale per l’acustica di un concerto. Per ovviare a tale inconveniente, i “banditi” -intesi naturalmente come componenti del complesso bandistico- hanno preferito “accucciarsi” letteralmente, proteggendosi le spalle con il… Comune, disponendosi perciò a semicerchio proprio davanti gli scalini d’accesso al palazzo comunale.

E il pubblico? In questo strano scambio dei posti degno della migliore quadriglia –Changez les dammes, Je vous en prie!il pubblico si è accomodato in parte in piazza e in parte…direttamente sul palco! Geniale no?

Lungi da me l’intenzione di fare polemiche, una domanda però mi firrìa da ieri sira per la testa: come mai il concerto della banda non si è svolto nell’anfiteatro, inaugurato il mese scorso e rimasto da allora praticamente inutilizzato?

Di certo, si può comprendere che trattandosi di festa patronale lo scenario ottimale è rappresentato dalla piazza. Questo sia per ragioni diciamo così storiche, che per ragioni commerciali, d’importanza non secondaria.

E’ fuori di dubbio però che un tipo di musica così particolare come quella proposta da un concerto bandistico, che non può usufruire dei moderni mezzi di amplificazione ma deve gioco forza affidarsi solo al… fiato dei musicisti, necessita di uno spazio con determinate caratteristiche di acustica. Questo sia per chi ascolta, sia, in particolare per gli stessi esecutori dei brani che ieri sera non riuscivano a sentirsi tra loro o, comunque, hanno avuto non poche difficoltà, nonostante la sistemazione di fortuna di cui sopra.

La piazza avrebbe potuto ospitare tranquillamente ogni altro tipo di spettacolo, così com’ è accaduto nelle serate di venerdi, sabato e domenica scorsi.
Certo, limitare gli spettacoli ai soli tre giorni della festa non è degno di un paese che punta a rimarcare in ogni occasione la propria “vocazione” turistica.
Ma, con il massimo rispetto verso i seminaristi, la vocazione al turismo di Scilla sembra essere sempre quella di un pluriripetente studente al primo anno di seminario!

Proprio ieri sera si è rimarcata l’importanza del ruolo sociale svolto dalla banda, specie in una comunità piccola come quella scillese.
Beh, a quanto s’è visto, non sembra proprio che i fatti siano consequenziali alle parole!

Oltre all’organizzazione, gravata completamente sulle spalle dei suoi stessi componenti, vedere la banda esser trattata quasi alla stregua di un comune complessino di artisti di strada, non è sicuramente bello.
No, non voglio certo esagerare, ma è la prima impressione che ho avuto ieri sera, appena arrivato in piazza.
Ad aggravare il quadro “logistico”, aggiungo la completa mancanza di una segnaletica atta ad impedire l’accesso alla piazza: mentre la banda eseguiva i suoi brani davanti al comune, le auto e gli scooter potevano liberamente circolare in piazza e nelle adicenti via Raffaele Piria e via Umberto I. Un complessino di saltimbanchi sarebbe stato trattato con maggiore rispetto!

Oltre agli aspetti economici sopra richiamati -che avrebbero potuto essere sicuramente compensati con un’organizzazione di eventi adeguata durante le due settimane di agosto che hanno preceduto la festa- il mancato utilizzo dell’anfiteatro non può essere giustificato nemmeno dai danni tuttora evidenti sulla struttura.
Essi, denunciati pubblicamente sulla stampa locale nei giorni successivi all’inaugurazione, erano in gran parte presenti ed evidenti già prima di tale data, come avevamo avuto modo di segnalare e documentare direttamente.
Potrò anche sbagliarmi, ma non credo vi fossero problemi tali da impedire lo svolgimento del concerto alla banda.

L’anfiteatro avrebbe costituito la cornice più adatta a evidenziare il talento e la bravura dei componenti del complesso bandistico Città di Scilla, specie se si considera che era integrato da elementi provenienti da altre formazioni bandistiche, abituate ad esibirsi su palcoscenisci ben più prestigiosi e comodi… ri scaluni ru Cumuni.

Ma tant’è, ci dobbiamo sempre far riconoscere per quelli che siamo: incapaci di valorizzare il grande patrimonio umano e le poche strutture a disposizione, di cui invece dovremmo essere orgogliosi e fieri.
Così, per noi, tra un complesso bandistico con la sua storia e le sue tradizioni e un gruppo di saltimbanchi (cu tuttu ‘u rispettu p’i saltimbanchi), non c’è alcuna differenza.


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