
E’ tutto qui, o almeno in gran parte è qui il problema con cui conviviamo. Cosa siamo agli occhi della gente?
In verità, forse faremmo meglio a pensare solo cosa siamo.
A questo proposito, mi sono tornate in mente le famose parole di Madre Teresa di Calcutta, che così si autodefiniva: “Sono una piccola matita nelle mani di Dio…”.
Con i dovuti distinguo, in questi giorni che precedono il Natale, ho pensato spesso a cosa io possa essere.
Eh già, non siamo “…tante stelle di fumo, che convivono si tormentano sempre umilmente…” di cui parla una canzone.
Tra i tanti simbolismi, credo che l’albero di Natale che ognuno di noi in questi giorni ha preparato in casa, non sia altro che un’allegoria della società -con i suoi livelli e le sue ‘caste’- e dei diversi stili di vita degli uomini.
Indipendentemente da quale sia il ‘livello di appartenenza’, molti amano la visibilità, l’eleganza, i trucchi e i lustrini. Sono come gli addobbi e i nastri colorati che adornano i nostri abeti. E’ vero, sono belli a vedersi, ma è altrettanto vero che sono leggeri, vuoti dentro.
Credo che sarebbe bene che ognuno di noi fosse come una di quelle piccole lucine, che si accendono e si spengono, autonomamente ma non certo per loro volere, ma per volontà di Colui che con la Sua mano accende e spegne anche le stelle del cielo.
Così ogni giorno mi adatto e affronto le circostanze della vita, sforzandomi di essere come una piccola lucina. Non una qualsiasi, ma una in particolare: quella colorata di verde.
Sì, proprio quella che, sia quando è spenta, sia quando è accesa, si nota di meno, poiché si confonde, diventa un tutt’uno con il colore naturale dell’albero, ma per quanto piccolo, dà comunque il suo contributo.