Solipsismi: numero zero

il pensiero

Solipsismi

Il titolo è chiaro? No? Sì che lo è. Pensieri intimi, privati. Deliri interni senza sbocco o fuoriuscita, una meta precisa o un fine edificante e morale. Compagni di viaggio critici e preziosi, a volte, però,  poco sopportabili.

Fu un filosofo il cui nome inizia con l’acca il primo a teorizzare il concetto di estraniamento. Con questo termine, il genio tedesco voleva indicare il processo di oggettivazione che si attua allorquando uno scrittore, un pensatore, un bardo o, come in questo caso, un semplice cialtrone delle idee, mettono mette nero su bianco – trasformandoli in testi – i loro pensieri, le loro riflessioni. Così facendo colui che scrive, detto banalmente, vede fuori di sé se stesso, si rende altro rimanendo uguale…

Titolo: “Il pensiero”
Autore: Masha
Tecnica: olio su tela
Misure: cm. 110 x 90
Anno: 2005
Sito dell’artista:
www.mashart.it

 

E’ indubbia l’utilità della scrittura, in tal senso. L’oggettivazione rende possibile un’analisi più efficace dei propri meccanismi psichici, dei propri pensieri, rendendo possibile, se ne è il caso, un distacco ed eventualmente una rigenerazione dell’io. O anche, una semplice purificazione, una liberazione da pesi opprimenti.

Pensate allo uno stomaco di uno stitico. Anche se ci si può affezionare ai propri difetti, arriva un momento in cui diventa ineludibile l’evacuazione. Per il proprio benessere.

Ora, sia chiaro, l’obiettivo è solo questo.

Già mi vedo il lettore attento e spaccapalle… “Ma se sono questioni personali, perché ce ne metti a parte? Chemmichia ce ne stracatafotte a noi?

Giusta osservazione, mio caro lettore. Ma devi sapere un paio di cose.

 

  • Primo: sono una persona molto disordinata. E allora potrei approfittare dell’archivio di Malanova.it per poter ritrovare in qualsiasi momento e con semplicità tutte le cazzate che scrivo. Basta? No?
  • Secondo: è un buon modo per testare – grazie agli inevitabili commenti, si spera – quanto certe riflessioni siano aderenti alla realtà e non piuttosto dei vaneggiamenti senza sostanza.
  • Terzo: mi sono affezionato all’idea di dare il mio piccolissimo contributo alla crescita di questo sito che, grazie all’impegno ammirevole di alcuni amici, da molti anni cerca, molto spesso in chiave ironica, di analizzare e comprendere il divenire (l’involuzione inesorabile?) di questo controverso microcosmo chiamato Scilla.
  • Quarto: i discorsi di piazza sono sempre complicati. Devi attendere il tuo turno, sovrastare la voce degli altri, dare dignità – per rispetto all’interlocutore – anche alle più mostruose baggianate prodotte forse da un contesto troppo asfittico, limitato. Qui, e mi sia permesso, posso finalmente solo parlare. Quanto a voi, avete la possibilità di usare un’unica micidiale arma: la vaffanculizzazione spinta.
  • Per tutte queste stupide ragioni, ho deciso di inaugurare Solipsismi. Una rubrica che forse spesso non supererà l’esame della coerenza e della puntualità ma, mi auguro, proverà sempre a evitare il già detto, il banale, l’ovvio. Non sarà possibile in ogni caso, ma l’impegno viaggia in questa direzione.

 

 

Totì