Solipsismi: n. 1 – i ‘Tipi Umani’ di Scilla

Solipsismi – Scilla ed i “Tipi Umani”

Peoples mask

Quanti tipi umani può annoverare Scilla? Che varietà di individui nasce, vive, lavora, crea, soffre e muore qui, sulla sponda meno nota dello Stretto? Considerando solo le circa tremila anime di Scilla-paese, si nota quanto il ventaglio sia ampio e variegato, tanto da confermare un aggiustamento dell’antico adagio: tutti i paesi sono mondo. Con proporzioni evidentemente diverse, esiste un’umanità non molto dissimile da quella di Milano, New York o Londra.

 


Foto: “People’s Masks” dal Sito:
http://www.internetphotos.net

 

Vogliamo parlare dei vecchi? Li abbiamo, eccome. Tanti anziani, anziani di tutte le età, belli, sani, energici, col bastone o senza una ruga; e non ci mancano neppure quelli malandati, trascurati o del tutto abbandonati. Il calcolo demografico dice che sono troppi, che il loro folto numero fa necessariamente il paio con l’esigua presenza di bambini. E già, Scilla è un paese vecchio.

Non è per forza un male, ma tant’è. Tutto facilmente spiegabile: chi si sposa più, a Scilla? La logica imporrebbe agli aspiranti coniugi che almeno uno di loro avesse un lavoro. Ebbene, chi lavora più oggi a Scilla?

Ecco, abbiamo i disoccupati, i senza-reddito, i mantenuti a vita. In una formula: è qui la culla dei bamboccioni! Trentenni? A volte anagraficamente appartenenti alle due decine successive.

Al piccolo borgo non fanno difetto sedicenti intellettuali che non hanno mai letto un libro e forzati pescatori dalle mani callose. Giovani talenti dell’informatica e ragazzi che conoscono e conosceranno solo la fatica della zappa e dei campi. Imprenditori che danno lustro e capitalisti senza il becco di un quattrino. Persone obbligate ad inventarsi un mestiere e professionisti tra i più capaci nel loro settore.
Abbiamo avvocati che non hanno mai esercitato e architetti e ingegneri che purtroppo l’hanno fatto.

Forse ci sono anche i vigili, e si dice esista anche qualcuno che li comanda.

Si incontrano per la strada smidollati dal passo imperioso e marcantoni che non reggono un incontro di sguardi.

Abbiamo i drogati, dipendenti o meno. Drogati per emulazione, per difetto di personalità o anche per paura o per gioco. E non mancano ovviamente gli spacciatori, importati o fatti in casa, adolescenti o più maturi.
Abbiamo meretrici a pagamento costrette dagli eventi, quelle che hanno capito che conviene o quelle che, semplicemente lo fanno per passione. Abbiamo invalidi civili che non possono non zoppicare, beffati e invalidi (?) che potrebbero fare la traversata Scilla-Favazzina, accontentati.
Abbiamo pavoni sul lastrico e poveracci che investono nelle principali borse europee.
Ci sono marinai girovaghi che hanno visto il mondo ma mettono Scilla in cima alla scala. E c’è chi si trasferirebbe in un qualsiasi altro posto sconosciuto, se solo potesse.
Non c’è traccia di una squadra di calcio, e tanti potenziali talenti rimarranno solo dei potenziali talenti. Poi ci sono i presunti campioni che, a detta di molti, avrebbero meritato la serie A, la nazionale, il mondiale di Germania, e nei tornei parrocchiali hanno difficoltà a stoppare un pallone in modo decoroso.  
Qui, proprio qui, ci sono omosessuali tranquilli, accettati, e altri costretti ad andar via. Abbiamo lesbiche, quelle disinibite, quelle accoppiate e quelle che non sanno di esserlo.
C’è chi maledice ogni giorno d’esser nato a Scilla e chi si impegna a far scomparire la maledizione.

Hanno residenza in questo luogo dimenticato da Dio baciapile rivoltanti, e ferventi cattolici in affari con la chiesa. E c’è anche chi vive la propria fede nella riservatezza della propria casa.
Abbiamo picciotti che domani si convertiranno e altri per cui si profila una brillante carriera. Un gran numero di viscidi portaborse interessati, consiglieri che vengono consigliati, e sedicenti politici ai quali la giustizia della storia non dedicherà nemmeno una targa.

Abbiamo anche un sindaco, e in piazza c’è chi dice ve ne siano addirittura due.

Niente male, per una comunità con così poche anime…
Esiste anche una categoria di cui non si è detto, perché per il momento è reticente a mostrare facce e nomi: quella dei cittadini.

Totì