Fare rete prima dei network

Cosa hanno in comune Frida Kahlo, Peggy Guggenheim, Elena Rubinstein e Amy Winehouse?
Di Frida Kahlo conosciamo il talento artistico e lo spirito indipendente e passionale. Attivista del partito comunista messicano, fu pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Le cronache ci raccontano della storia d’amore con Diego Rivera e dei numerosi amanti, dal rivoluzionario russo Lev Trotsky , al poeta André Breton e Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti.
Altrettanto affascinante è la figura di Peggy Guggenheim (in foto). A Parigi, giovanissima, viene contagiata dalla passione per l’arte moderna e nel 1938 apre la sua prima galleria a Londra, la Guggenheim Jeune, dove allestisce le mostre dei migliori giovani artisti del momento, da Picasso a Magritte e Miró. Donna complessa, anarchica, nella sua vita la ricerca della libertà, l’arte, le amicizie e gli amori si intrecciano in una trama seducente.
Anche la vita di Elena Rubinstein, “l’imperatrice della bellezza”, come la definiva Jean Cocteau, è per certi versi una di quelle storie da romanzo o da film. Donna forte, bellissima e raffinata, ha saputo fare delle proprie virtù, unite a una certa spregiudicatezza nel mondo degli affari, un marchio capace di imporsi sulle scene del mercato mondiale della cosmesi.
Che dire poi di Amy Winehouse. Tutti ricordano il singolo Rehab, diventato in poche settimane un tormentone mondiale, e le notti brave a Candem Town ricostruite dai tabloid londinesi. Ribelle e spregiudicata, nel fisico e nello spirito, è entrata nell’immaginario collettivo come icona del London Street Fashion.Tutte queste donne, così diverse e così distanti, nel tempo e nello spazio, hanno qualcosa in comune, l’essere ebree. Questo, e tanto altro, è oggetto della mostra “Il network prima di internet. Personaggi e documenti, visioni e suoni della modernità ebraica nel tempo” allestita fino al 6 gennaio 2010 alla Biblioteca Sala Borsa di Bologna. Lontana dalla tematica dell’olocausto, che tradizionalmente accompagna i racconti sulla cultura ebraica, la mostra è un viaggio suggestivo nelle storie e nelle avventure di uomini e donne diversi e lontani, ma accomunati dall’essere ebrei. La forza di questo popolo è stata per secoli la capacità di “fare rete”, di riuscire ad aggregare pensieri, concetti e intuizioni, anticipando le tendenze della moderna società globalizzata, l’essere in grado, vale a dire, di creare una sorta di network ante litteram, il network prima di internet appunto. Questo spirito trova espressione in un linguaggio che assume le sembianze di piattaforma artistica ibrida, in cui il materiale multimediale, quello grafico e librario raggiungono un perfetto equilibrio. La prima sezione ospita un video multimediale, che con ritmo veloce catapulta lo spettatore attraverso le vite di personaggi simbolo suddivisi in 5 diverse categorie tematiche. Per fare qualche esempio, Dona Gracia Mendes Nasi, Peggy Guggenheim e Nadine Gordimer, introducono le “figure femminili di successo legate alla difesa dei diritti delle minoranze, alla critica dei modelli esistenti, alla lotta per l’emancipazione femminile”. I “personaggi che hanno dato un contributo di rilievo nella cultura, nella politica e nell’economia del loro paese” sono rappresentati da Bob Dylan, all’anagrafe Robert Allen Zimmerman, che con la sua musica sfidò le convenzioni della musica pop, e Levi Strauss che con i suoi jeans determinò una delle più prepotenti rivoluzioni di costume. La sperimentazione del linguaggio creativo si spinge fino alle “Interviste impossibili” dove passato e presente si fondono e si confondono in un improbabile chat tra un adolescente e i cinque testimonial scelti. Colori vivaci, immagini provocatorie, suoni e musiche accattivanti, la mostra osa un nuovo modo di guardare alla cultura ebraica che, come ogni visione nuova, regala un’occasione di conoscenza e di crescita.

di Valentina Bellantone
articolo pubblicato su http://www.luxrevolution.com/living/arte/peggy-guggenheim-e-amy-winehouse-cosa-hanno-in-comune-lo-svela-una-mostra-41196.html


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