Il meglio che un lettore possa chiedere al proprio autore

Roma avrebbe rimesso ogni cosa al suo posto. E così è stato. Riemergo dalla voragine della siesta estiva intorno al 25 agosto, dopo due settimane vissute volutamente in stato confusionale. Reazione ad un anno intenso di lavoro, può starci. Il mio ritorno all’ordinario coincide con l’acquisto di un nuovo titolo alla libreria Culture di Reggio Calabria: il meglio che un lettore possa chiedere al proprio autore. Arriva il momento di Cargo di Georges Simenon. Non do tregua alla lettura, complici le sette ore di intercity che mi riportano nella capitale e un paio di serate passate a casa in attesa del rientro di qualche amico. La storia scivola via senza che me ne renda conto: Parigi, l’oceano, Panama, Tahiti. Vivo nel corpo sempre più scheletrico di Mittel, anarchico per eredità; con lui affronto l’egocentrismo esasperato di Charlotte, mentre da lontano osservo il viaggio senza ritorno del comandante Mopps, che della giovane parigina, ormai, non è più in grado di fare a meno.

Come ogni giorno era entrato nella piccola libreria di rue Montmartre, dove sapeva di trovare Charlotte e dove si riuniva un gruppo di anarchici di cui facevano parte. Per caso, in quel momento il negozio era vuoto. Bauer, che era libraio e anche tipografo, aveva la faccia dei giorni peggiori.
«Presto, va’ di là!».
Nel retro c’erano Charlotte e la corpulenta signora Bauer, intenta a pelare patate.
«Quanto denaro hai con te?»
«Non saprei… Duecento franchi, più o meno…»
«È su in camera?»
«Niente!»
Tesa, Charlotte, disse fra i denti:
«Bauer ha appena pagato Hachette!… Gli restano ottanta franchi…».
«Ma che succede?»
E lei, asciutta, guardando altrove:
Ho ucciso un uomo… Capisci? Devo scappare!… E voi siete tutti senza un soldo!»

Cargo
Georges Simenon
Biblioteca Adelphi 489
2006
pp. 350 – 20 euro


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