Memorie del defunto Bulgakov

Quando passo da piazza Santa Maria in Trastevere in direzione piazza Sonnino, i librai della minimum fax si fregano le mani. “Uno, due… – cominciano a contare – tre… eccolo che entra”! Il mio risicatissimo stipendio di inizio mese lo devolvo in parte al bene di questa bellissima libreria, una scatola di stanza che per pareti ha libri, cataste di libri, presentati al lettore nel modo più democratico possibile in proporzione allo spazio a disposizione. Piccola digressione per introdurre un libro che leggo in questo periodo con particolare entusiamo, Le memorie di un defunto, conosciuto per anni come Romanzo Teatrale, e scritto da Michail Bulgakov nel 1936.
È l’atmosfera a catturarmi, a proiettarmi nella fredda Russia della stabilità staliniana:

Camminai sul silenzioso tappeto ed entrai in un ufficio sistemato in modo estremamente gradevole, dove stava un uomo anziano, altrettanto gradevole, con un volto ben rasato e uno sguardo allegro. L’accettazione di una nuova opera teatrale dipendeva da lui; si chiamava Anton Antonovič Knjazevič.

Sopra la scrivania di Knjazevič pendeva un piccolo quadro chiaro, allegro… un sipario, ricordo, trattenuto da nappe rosse al di là del quale si intravvedeva un allegro giardino verde-pallido…
«Ah, compagno Maksudov!» esclamò calorosamente Knjazevič, piegando la testa da una parte. «L’aspettavamo, l’aspettavamo. Prego, prego, si sieda.»
Mi sedetti su una poltrona di pelle comodissima.
«Ho sentito, ho sentito la sua pièce» diceva sorridendo Knjazevič, e chissà perché allargò le braccia. «È un’opera bellissima! È vero, drammi di questo genere non ne abbiamo mai messi in scena, ma questo ce lo prendiamo e lo mettiamo su…».
Quanto più Knjazevič parlav tanto più gli si faceva ridente lo sguardo.
«… e lei farà uno spavento di soldi» continuava. «Andrà in giro in carrozza, sì, in carrozza.»
Michail Bulgakov
Romanzo Teatrale. Le memorie di un defunto
BUR – Classici Moderni
2004
pp. 251 – € 8


read full article