Nonostante le tante letture

Come un cane che piscia il proprio territorio, stamattina ho marcato la mia presenza nel quartiere dove ho preso da poco sistemazione. Sinora del posto conoscevo solo la vita notturna. Adesso so che c’è anche un edicolante poco garbato (pazienza) e un bar con caffè discreto e cornetti pessimi. Prima notte avara di emozioni a San Lorenzo, se non per la lettura piacevole di un libricino di 66 pagine, Una storia semplice di Leonardo Sciascia. Nel paesino di Monterosso l’euforia per la festa di San Giuseppe viene interrotta da uno strano avvenimento. Il diplomatico Giorgio Roccella viene trovato senza vita nella sua abitazione di campagna, da tempo in disuso. I gerarchi del commissariato locale spingono per il suicidio e la chiusura del caso. Ma alla fine ad averla vinta è il brigadiere che per primo si era recato sul luogo del delitto. È dal basso che viene la giustizia. Bello, in particolare, un passaggio a pagina 15, che poco ha a che fare con la trama, ma che lunga la dice sul conto dell’autore.

Dati quegli ordini, e continuando a dire all’agente che era rimasto con lui di non toccar nulla, il brigadiere cominciò a fare il suo lavoro di osservazione, in funzione del rapporto scritto che gli toccava poi fare: compito piuttosto ingrato sempre, i suoi anni di scuola e le sue non frequenti letture non bastando a metterlo in confidenza con l’italiano. Ma, curiosamente, il fatto di dover scrivere delle cose che vedeva, la preoccupazione, l’angoscia quasi, dava alla sua mente una capacità di selezione, di scelta, di essenzialità per cui sensato ed acuto finiva con l’essere quel che poi nella rete dello scrivere restava. Così è forse degli scrittori italiani del meridione, siciliani in specie: nonostante il liceo, l’università e le tante letture.

Una storia semplice
Leonardo Sciascia
Picciola Biblioteca Adelphi – 2004
pp. 66 – 7,50 euro


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