Se a dirlo è l’austero Economist…

In colpevole ritardo ho acquistato stamattina il settimanale Internazionale. In copertina su uno sfondo giallo campeggia una bella pianta di marijuana, sotto la scritta ‘Free’ in bianchi caratteri cubitali. Sottotitolo e occhiello recitano: “Come fermare la guerra della droga. La diffusione delle droghe aumenta e le mafie si arricchiscono. Il proibizionismo ha fallito. È ora di sperimentare la legalizzazione, scrive l’Economist”. Prima di passare alle pagine di approfondimento della tematica (da pagina 30 a 39, articoli tratti da Economist, The Washington Post, El País e New Scientist), apprezzo il secco editoriale del direttore Giovanni De Mauro. Mi piacciono lo stile, sobrio e deciso, e il messaggio: basta guerre che continuano a non produrre altro se non altre guerre e ricchezza e sicurezza per i soliti centri di potere. Penso a Obama che una settimana fa stringeva la mano al presidente del Messico Calderón in nome della lotta al narcotraffico, mentre nel paese la discriminazione, la marginalizzazione e la persecuzione delle minoranze etniche sono all’ordine del giorno.

Radici
Quando si parla di depenalizzazione delle droghe c’è spesso un malinteso, e si pensa che a chiederla siano quelli che non vedono l’ora di farsi una canna in santa pace. Non è così. La redazione dell’Economist non è esattamente un covo di fricchettoni. Eppure l’austero settimanale britannico sostiene da vent’anni la causa della vendita controllata delle sostanze stupefacenti. Perché la guerra al narcotraffico è fallita. Ne hanno parlato anche Roberto Saviano e Misha Gienny quando si sono incontrati nella nostra redazione. Depenalizzare non è facile, perché tutti i paesi – almeno in Europa – dovrebbero muoversi insieme. Ma è l’unico modo per fronteggiare il traffico di cocaina, che insieme al petrolio è il motore dell’economia contemporanea. E di cui l’Italia, spiegava Saviano, è uno snodo fondamentale: “Salvatore Mancuso, trafficante colombiano di origine italiana, dice sempre che ‘la pianta della coca è molto strana: perché ha le foglie in Sudamerica, ma le radici in Italia’ ”.


read full article