Un dialogo tra sordi

La trasferta di piacere a Bologna mi ha permesso di entrare dentro “Le campane di Bicêtre” di Georges Simenon. In treno ho avuto modo di conoscere meglio René Maugras, direttore del principale quotidiano parigino, risvegliatosi di colpo in balia dell’impotenza in un letto dell’ospedale di Bicêtre. Di quello che gli è accaduto, del perché sia crollato nella toilette del Grand Véfour, uno dei più antichi ed esclusivi ristoranti della capitale, mentre partecipava alla cena di rito con una cerchia di prestigiosi amici, non sa nulla. La verità arriva lentamente, ma Maugras pare non curarsene. Sono piuttosto i nodi della sua vita a tornare in superficie, la scalata giornalistica, l’addio forzato a Fécamp, il successo, il rapporto con le donne. E poi il rintocco della campane di Bicêtre.

No, non ha nessuna voglia di saperlo.
«…se vuoi saperlo si tratta di un anticoagulante, il Sintrom, destinato a evitare la formazione di nuovi coaguli del sangue…».
E non finisce lì, perché Besson vuole anche dargli l’esito dell’encefalogramma e dell’arteriografia.
«Bene! Questo è il quadro clinico. Se c’è qualcosa che non ti è chiaro o se hai domande da fare, ti darò carta e matita… No?… come vuoi!… Sei convinto, adesso, ch ti ho detto la verità e che una diagnosi di tumore cerebrale è definitivamente da escludere?…».
Non sono sullo stesso piano. È un dialogo tra sordi, se quello si può chiamare un dialogo. Besson parla di tumori e di arteriografie mentre René, se avesse una domanda da porre e se fosse possibile porre una simile domanda a un uomo, sia pure a un amico, gli chiederebbe:
«Sei soddisfatto di te?»


Georges Simenon
Le campane di Bicêtre
Biblioteca Adelphi – 535
2009
pp. 261 – € 19


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