PI ‘N PICCATURI SI PERDI ‘NA NAVI

La chiesa ha bisogno di un sessorcista più che di un esorcista”
“La sola cosa tra i Cattolici e Dio è una difensiva gerarchia ecclesiastica che non riesce a comprendere pienamente e sanare il danno fatto in tutto il globo”
“…Lunghi decenni di copertura di crimini contro i bambini da molti uomini che si pensava fossero le loro guide morali”.
“Il giovedì e il venerdì santo stanno diventando il giovedi delle coperture e il venerdi del dare la colpa agli altri”. “La chiesa difende un papa che ha continuato la perversa cultura della difesa dei molestatori e della reputazione della chiesa piuttosto che i bambini abusati”
“Gli avvocati del Vaticano sosterranno che il papa gode dell’immunità come un capo di stato e che i vescovi che hanno permesso una cultura dell’abuso, continuando a circolare come una fontana d’acqua sporca, non erano impiegati del Vaticano”
“C’è un’icapacità del papa a dir qualcosa di adeguato e sincero sullo scandalo”
“Tutto ciò che Benedetto…’Rottweiler’ Ratzinger deve fare è la cosa giusta”
No, non sono impazzito, non vi preoccupate. 
Quelle che avete letto fin qui sono solo alcune delle considerazioni che trovate in diversi articoli pubblicati sul New York Times nei giorni della settimana santa appena trascorsa.
Lo stesso giornale ha però pubblicato anche altri articoli nei quali parla anche di “fiducia tradita” da parte delle istituzioni religiose.
Il papa stesso, ritenuto infallibile dalla chiesa quando parla solennemente delle questioni morali e della fede è adesso sotto lo stesso esame minuzioso dei politici o dei banchieri o manager finanziari
Insomma, quel che si è scatenato contro la chiesa cattolica è frutto di una sorta di pandemia scandalistica che ha travolto prima l’economia e poi la politica, coinvolgendo i lobbisti e gli speculatori di Wall Street che hanno rovinato l’economia mondiale portandoci alla crisi, i politici-ladri e, in ultimo, il papa.
E’ proprio questo ciò che si sta verificando. 
Nel mare magnum dell’inconsistenza e della superficialità che si è potuto riscontrare sia in ambito politico che economico, si vuole coinvolgere anche l’ultimo baluardo cui un uomo può far sempre ricorso: la religione. Quella cattolica in particolare.
Sono l’ultimo in grado di parlare degli asspetti più delicati di questa vicenda. Volevo solo invitare tutti a leggere la lettera pastorale che papa Benedetto XVI ha inviato ai cattolici d’Irlanda.
Alla luce di quel che sta avvenendo, fate finta che questa lettera sia stata inviata anche in Germania, in olanda, in Italia.
In essa si smentiscono molte delle cose non vere affermate dai giornali americani.
La chiesa, non solo ammette l’esistenza di un problema di estrema gravità ma anche il manifestarsi di un indebolimento nell’adesione ai valori cattolici, un indebolimento della fede e la “perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti” che, da parte sua, la stessa Chiesa non ha saputo evitare.
Il papa sottolinea in maniera forte il fatto che i sacerdoti e i religiosi che hanno abusato dei ragazzi hanno di fatto tradito la loro fiducia, compiendo atti “peccaminosi e criminali” e di questo, dovranno rispondere “davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti“.
Ma Benedetto XVI non si ferma qui. Individua anche “i molti elementi che diedero origine alla presente crisi“, prime fra tutte le “procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa” e poi “insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati; una tendenza…a favorire il clero, …una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona“.
Non mi sembrano certo affermazioni di poco conto. Viceversa, denotano la piena consapevolezza del problema e delle cause che lo hanno generato.
Non è certo un elemento che può suonare a discolpa, ma tra tutte, la religione cattolica è quella più “difficile” da rispettare, per lo stesso fatto di fondarsi sull’esempio di Gesù Cristo, di un Dio fattosi uomo. E’ un esempio che tutti i credenti s’impegnano a seguire ma è estremamente difficile, ce ne rendiamo conto tutti, tanto che lo stesso papa Benedetto afferma che “Molto sovente le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fede…sono state disattese“.
Certo, se a disattendere sono le stesse figure che dovrebbero fungere da guida per gli altri, la gravità del problema assume (e sta assumendo) dimensioni più rilevanti.
Ecco perché il papa invita i responsabili di tali atti ad assumersi la responsabilità dei peccati commessi e a pentirsi per ottenere il perdono di Dio, precisando però con fermezza che “Allo stesso tempo, la giustizia di Dio esige che rendiamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla.” E conclude: “Riconoscete apertamente la vostra colpa, sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio”.
Mi vengono in mente le parole che Gesù rivolse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini»  (Lc 5,10)
Era l’investitura ufficiale di quello che poi sarebbe divenuto San Pietro, il primo pontefice.
Ma mi tornano in mente anche le parole che Gesù rivolse a Pietro la notte precedente al giorno della Passione: “prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte” (Marco 14:26-31; Luca 22:31-34; Giovanni 13:36-38)

Dunque, il Vangelo ci insegna che anche Pietro, colui che era stato scelto per divenire pescatore di uomini, proprio per la “fragilità della condizione umana” che in questi giorni “ è stata così chiaramene rivelata” -come afferma il papa, venne meno a quel rappoprto di fedeltà che lo legava a Gesù.
Le Sacre Scritture, dopo più di due millenni ci ricordano che non è la prima volta -né certo sarà l’ultima- che la “nave” dei cattolici vacilla, inserita com’è stata e com’è in un mare di difficoltà nel quale viene continuamente sballottata.
Nonostante tutto però, questa nave ha toccato i porti di tutto il mondo, approdando ovunque e portando all’interno della stiva tanti frutti ed esperienze che hanno contribuito a far crescere e sviluppare il mondo intero.
E’ pur vero però che si è pienamente consapevoli del fatto che tra i membri d’equipaggio di questa nave, qualcuno è contravvenuto alle ferree regole che fin qui ne hanno consentito la navigazione. Adesso si tratta di cominciare a usare di più e meglio quegli strumenti -che in gran parte già esistono- in modo tale da non far sì che, come dicevano i vecchi saggi scillesi, che di navi se ne intendevano: “Pi ‘n piccaturi si perdi ‘na navi!“.
Solo che nella rigida scala gerarchica che regola la navigazione, non basta che il contrammiraglio segni la rotta giusta. 
Occorre che anche i timonieri che guidano la nave nei diversi porti prendano coscienza del fatto che molte volte hanno rischiato di far finire la nave sugli scogli o ce l’hanno fatta finire in maniera fragorosa. In questi casi, specie se ripetuti, forse non basta che cambino mansione, passando a fare i mozzi.
Da tempo e anche in questo momento, nessuno più di papa Ratzinger, se ne è reso conto e fa la cosa giusta, continuando la sua battaglia con un accanimento ,questo sì, degno di un rottweiler!
Come ha giustamente affermato mons. Rino Fisichella, Ratzinger è la soluzione, non il problema“.


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