Il sogno del Mito di Scilla

 

foto sogno mito di scilla

 

Il Sogno del Mito di Scilla

Concettina Vasapollo mi è apparsa in sogno….

Inquieta e concitata, mi ripeteva questa frase: “Ho visto Scilla coi miei occhi… Scilla, figlia di Forco e Ceto!”. E continuò: “Scilla, ninfa bella e morbida, l’ho vista bagnarsi nelle acque di Zancle! Glauco, metà uomo e metà pesce, figlio di Poseidone la scorge… la osserva, la contempla un po’ da lontano e poi, ecco… le esprime il suo desiderio per lei, le grida il suo amore! Ma Scilla fugge via, è spaventata dall’irruenza di questo dio marino che la vuole tutta per sé… Scilla fugge mentre Glauco, tenace e disperato, chiede aiuto alla maga Circe perché gli prepari un filtro d’amore che la porti tra le sue braccia!

Ecco, lo vedo ora coi miei occhi: la maga Circe vuole sedurlo! Si offre a Glauco in tutta la sua avvenenza, in tutto il suo splendore di dea: perché correre appresso a Scilla? Cosa può mai desiderare più di lei? Questo bisbiglia la maga Circe all’orecchio di Glauco! No, certo che no. L’amore per Scilla è più forte di qualsiasi malia e seduzione: nulla può sostituirla, nulla può esserle paragonato, nessuno scambio può esser equo.

Circe è furente, respinta per una mortale! E prepara senza indugio una pozione malefica per vendicarsi della sua rivale. Una pozione che va a versare nel mare di Zancle… Ma ecco, accade la tragedia! Quando Scilla s’immerge scoppia un terribile temporale e la ninfa vede crescere intorno a sé delle mostruose teste di cane… In preda al panico cerca di fuggire ma si accorge che quei musi feroci sono sempre lì, attaccati a quelle che un tempo erano le sue lunghe gambe di ninfa, ma che ora sono diventate un terribile collo serpentino! Come farà? Si salverà?

Per la paura e la vergogna… la vedo ora rifugiarsi in una grotta. Proprio di fronte risiede Cariddi, figlia di Poseidone e Gea, anche lei tramutata in mostro dall’ira di Zeus! Le navi costrette a passare attraverso quella sottile lingua di mare dovevano vedersela con la collera e il tormento dell’una o dell’altra… Scilla e Cariddi, abbandonate e umiliate, pronte a vendicarsi… divorano i marinai che sciaguratamente transitano da lì!”

Concettina prende fiato. Siede su una seggiola senza mai staccare lo sguardo da un punto avanti a lei, astratto e indefinito, che fissa mentre dipana questa storia di passione e di vendetta. Io sono lì di fronte a lei. Lo sa anche se non mi vede: la sua visione liquida l’ha portata via. Un sogno ad occhi aperti dentro un altro sogno.

CV: “Ho visto Scilla e Cariddi coi miei occhi…”

MT: “Ma… riscatteranno mai le loro esistenze o saranno destinate a soffrire e a uccidere in eterno? Possiamo fare qualcosa?” chiedo.

CV: “Non c’e nulla da fare ora. Eppure un giorno crescerà un fiore tutto verde tra gli scogli di Scilla e quelli di Cariddi: un’alga magica che non si era mai vista prima!”

MT: “Un’alga magica a forma di fiore…” ripeto io, incredula eppure rapita. “E cosa succederà?”

CV: “Dall’alga magica nasce un filo che si può tessere… Quando Scilla e Cariddi lo scopriranno non avranno più tempo per disperarsi e ingoiare marinai. Si metteranno a lavorare questo filo e, come per incanto, sulla terra ferma nasceranno due bambini che un giorno disegneranno abiti meravigliosi, tra i più belli al mondo… Uno nascerà dalla parte di Scilla, l’altro di Cariddi…”

In un lampo Concettina mi sfuggì tra le dita. Così, come niente.

A chi si riferiva? Io ho un sospetto e una certezza… Voi avete un’idea?