IL MALALIBRO PER L’ESTATE: ‘PAROLE MAI DETTE’ –di Francesca Greco

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Dicono che l’Italia è un Paese dove non si legge più.

Il Malasito, sempre attento alle novità positive che le lande nostrane sono in grado di offrire, quandu vali ‘a pena pi ddaveru, intende pirciò dare un contributo alla diffusione di un po’ di cultura (quella con la ‘u’), consigliandovi il ‘Malalibro’ dell’estate 2011.

 

 

 

Dite la verità: quanti di voi, ogni sera sulla spiaggia, fanno scattare telefonini, macchine fotografiche o telecamere in un continuo balenìo di clic per catturare le splendide immagini di un tramonto sullo Stretto?

Di sicuro siete in tanti. Per coloro che invece ancora in ferie non ci sono andati e ‘spettunu all’arma ‘a pena di poter rifarsi gli occhi in riva allo Stretto, c’è un’alternativa: leggere un buon libro.

“Ma chi sta’ ricendu? Niscistì pacciu?” –vi starete spiando in questo priciso momento liggendo quanto trovate scritto.

 

No, tranquilli, i neuroni sono ancora collegati al loro posto, o almeno penso lo siano.

E’ per questo che a quanti sono ancora lontani dalle lande calabre o vi dovranno restare perché obbligati da ‘mpacci vari, consiglio vivamente di acquistare “Parole mai dette” di Francesca Greco.

Francesca è calabrisi purosangue, nata, crisciuta e scoliata in quel di Crotone, antica culonia greca dove il buon Pitagora vi si trasferì e, vardandu u mari e i tramonti oggi, vardandu i tramonti nto mari dumani, inventò le tabelline, ovvero il primo metodo per farci risparmiari tempu nel fare i conti della spisa.

Mentre, di giorno, ufficialmente sturiava Scienze Politiche –‘na cosa chi, sinceramenti, non capiscia mai chi esti ma può tornare utile anche se la politica è tutt’altro che una scienza esatta- di notti Francesca parrava. Parrava sula, ma non pirchì avissi qualchi problema di ciriveddhu, tutt’altro!

Lauriata con il pieno dei voti, Francesca è una delle centinaia di stagisti Calabresi erranti tra il Consiglio  e la Giunta Regionali. Una di coloro che sono stati indicati come ‘cervelli in fuga’.

Ma pur essendo divenuta, suo malgrado un possibile ‘cervello in fuga’, Francesca è riuscita a non far andare in fuga il cervello e ha continuato le sue autointerrogazioni notturne.

Si spiava, nel senso di s’interrogava sui “pirchì” e sui “pi comu” dell’umana esistenza e circava risposti. Parrava ca luna e col suo lato oscuro (com’ e’ Pink Floyd), parrava cu mari e puru cu ventu, evidentemente pirchì Bob Dylan –pur a distanza di tantu tempu- aiva fattu grandi effettu sulla sua formazioni culturali.

Insomma, nello scuro della notti, Francesca cerca la luci, lottando da guerriera, come gli antichi guerrieri greci (riecheggiano, varda casu, nel suo stesso cognome) quandu sbarcarunu a Cutroni (come gli ‘ndigini del loco chiamano Crotone), in un curioso ripetersi della storia che, evidentementi, non si crea né si distrugge, ma si trasforma.

Per questo, nella nota introduttiva, Francesca si definisce una “guerriera della luce”, come descritta da uno dei suoi autori preferiti: Paulo Coelho

Il risultato di queste lotte notturne, le risposte trovate, le parole che la notte le ha suggerito e rivelato, Francesca le ha raccolte oggi in “Parole mai dette”.

Ho avuto modo di leggere il libro in anteprima, o meglio, gran parte di esso e  posso darvi solo un consiglio, non certamente da critico letterario, ma da umile lettore: leggetele le poesie, piano, assaporate ogni parola e poi chiudete gli occhi per un istante. Vedrete scorrere nella vostra mente le immagini disegnate dall’inchiostro della sua penna.

E’ un continuo alternarsi tra sogno e realtà, tra vitree immagini di vita immobile, fatta di catene da spezzare e visioni oniriche di un mondo parallelo, che possono essere comprese solo da chi parla una lingua diversa, nel senso più totale del termine.

E’ un continuo ‘trasi e nesci’  dalle porte che separano la realtà quotidiana da un universo parallelo, dove tutto scorre senza vincoli. Francesca è come sospesa, lì sulla soglia, un peri ‘i ccà e un peri ‘i ddhà, una sorta di poetica reincarnazioni calabrisi di Jim Morrison.

Infine, Francesca ci ha fatto una promessa: appena avrà un po’ di tempo a disposizione, dedicherà un’intervista al nostro Malasito di cui è affezionata lettrice.

Nell’attesa, facciamo un grosso in bocca al lupo a quella che ‘malanovamente’ vogliamo qui ribattezzare Francesca -Francynha- Grecoelho, augurandole lo stesso successo del grande scrittore brasiliano.

Francesca mi ha dato ampia libertà di scelta e tra le tante poesie contenute nel libro, ho scelto quella che state per leggere.

E’ quella che, subito, mi parsa la più vicina alla nostra Scilla (che con Crotone ha molto in comune), al suo paesaggio, alla sua bellezza. Mi ha fatto pensare appunto ai mille e mille tramonti, al mare in burrasca nei giorni di pioggia; alle sensazioni, alle rivelazioni che suscita in chiunque si fermi un attimo a guardare quei colori, ad ascoltare quei rumori.

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RIVELAZIONI

Quando il sole che tramonta
si congiunge alla luna che nasce,
il mare è lo specchio perfetto dei sentimenti
di chi respira con il cuore ed osserva con l’anima.

I sensi si intrecciano a profumi nuovi
e una strana attrazione abbellisce l’atmosfera della sera.
Qualcosa sta per manifestarsi,
qualcuno sta imparando a volare.

Persino la pioggia come lacrime sui vetri
è una melodia che riecheggia tra i miei pensieri.
Il sentiero della verità mi avvicina alla torre della saggezza.
È scaduto il tempo di mantenere le distanze.

Ora ti vedo attraverso la maschera,
baci l’insicurezza sulla sua fronte febbricitante.
Nessuno deve nascondersi oltre l’invisibile.
La trasparenza è la chiave
per apprendere la solennità dell’amore.

Finché la notte sarà dipinta di nero e di blu
nella penombra e attraverso la fiamma
mescoleremo il dolce all’amaro su questa strada proibita.

 

P.S.: Il libro potete ordinarlo direttamente online con un clic qui. Se lo volete leggere ma siti spratichi di internetti, fatecelo sapere chi pruvvidimu ‘i ‘n’atra manera.