Storia di un’alluvionata messinese

 

Lo scorso 9 novembre 2011.. è toccato anche a Messina, fare i conti con carrettate d’acqua venute dal cielo e canali “stradali” tipo “laguna di Venezia“. Ecco in esclusiva la storia di qualcuno che, suo malgrado, ha vissuto tutto ciò in prima persona..

….autru chi DONNAVVENTURA!!

messinallagata_by_GiùIn

foto: facebook

STORIA DI UN’ALLUVIONATA O DI UNA SFIGATA?

Messina si sveglia sotto una pioggerellina insistente e continua, la sfigata proprio oggi deve prendere la macchina per raggiungere la sede secondaria di un’azienda, dove si tratterrà un paio di ore per lavoro. Esce di casa con un ombrello del valore di € 10 acquistato dal venditore ambulante di turno, pensando possa bastare a sostenere la pioggerellina impertinente, e sperando che la giornata prospetti qualcosa di meglio.

Arrivata alla macchina scopre che almeno è al suo posto! Tolto il fogliame dal parabrezza, l’alluvionanda mette in moto l’auto, e si dirige verso il posto di lavoro accompagnata dalla fedele pioggerella che guiderà il suo cammino imperterrita e quasi amica nel momento in cui è servita a spazzare via la polveraccia accumulata da giorni su tutta la carrozzeria. Presa l’autostrada, l’ignara sfigata si rende conto che qualcosa sta cambiando, nuvoloni neri incombono e la pioggerella lascia il posto a una vera e propria burrasca, definita poi negli stessi termini anche da tutti i metereologi di Rai 1,2,3 Mediaset, Sky , Telecinquo, Al jazeera.

Purtroppo non si trova in poltrona a guardare le previsioni del tempo, si trova sola in macchina con andatura di 30 Km/h, incolonnata in autostrada con nebbia e macchine che slittano. Pazzesco!!

All’uscita dell’autostrada deve affrontare laghi d’Aral da guadare e pioggia battente, ma si rende conto che ce la può ancora fare, può arrivare a destinazione, magari zuppa ma ci arriverà. La pioggia si placa un po’ e fa ben sperare. Nel frattempo l’alluvionanda arriva al lavoro, per fortuna trova anche un parcheggio vicino. A questo punto basterà attraversare la strada ed è fatta. Sfregandosi le mani dalla contentezza per lo scampato pericolo, la sfigata non sa ancora quello che l’aspetta.

Scesa dall’auto, la pioggia aumenta in modo impressionante, i tacchi a spillo scivolano sull’asfalto, raggiunto il marciapiede accanto all’auto si comincia a rendere conto di quello che ha attorno. Gente in motorino con le gambe sommerse, auto con acqua all’altezza sportello, la strada inondata. Impossibile attraversare e raggiungere l’azienda. Pazzesco, incredibile, bloccata a tre metri dalla meta. Resta calma e pensa come fare, intanto la forte pioggia taglia l’aria in orizzontale. L’ombrello sta perdendo quotazione da € 10 è passato ad € 5, insomma è mezzo rotto. Impossibile avvicinarsi alla strada figuriamoci attraversarla.

Le poche macchine che cercano salvezza sollevano tsunami di acqua sporca che ricopre le auto parcheggiate. Impossibile rientrare in macchina. Marciapiede sommerso. Inutile dire che la sfigata è l’unica persona fisicamente presente in strada, gli altri guardano lo spettacolo da negozi e uffici al riparo dalla burrasca. L’unica certezza che ha è che il suo stato sta cambiando, è a tutti gli effetti alluvionata. Prende coraggio e si butta in strada affrontando le rapide, l’acqua è alle ginocchia, i tacchi non hanno aderenza, la borsa penzola, e l’ombrello è scassato, ma tiene ancora.

Arrivata dall’altro lato è minacciata da un’onda che la insegue, fa appena in tempo ad arrampicarsi ad un cancello e da lì non potrà più scendere per 15 lunghi minuti. Tra lei e la sede c’è una macchina parcheggiata male che impedisce il passaggio, ma tornare in strada è impossibile. Le auto che passano assistono all’indegno spettacolo, ma nessuno può fare nulla. Finalmente qualcuno apre il cancello con lei sopra e l’acqua defluisce all’interno del condominio e la sfigata si rende conto che quello è il momento giusto per agire. Mette i piedi su un muretto e finalmente arriva dinanzi la sede che, ahimè, si trova in un seminterrato con strada in pendenza del 40% trasformata in fiume in piena. Coraggio sfigata ce la puoi fare, l’ultimo sforzo. Pattina sulla discesa tra le rapide di acqua gelida, ma l’ombrello fa da parapendio e la tiene su, acqua sempre alle ginocchia. ARRIVATA!!!!!!

Ma è lei? Nessuno la saluta, è irriconoscibile, dalle scarpe di camoscio spuntano girini, i pantaloni da marroni sono diventati neri, la giacca gronda, ombrello da buttare, borsa zuppa, portafoglio zuppo, cellulare appannato………………..ma è sopravvissuta.

Pronta a fare il suo lavoro ad ogni costo, alluvionata messinese ricorda i tragici momenti.
INVIA SMS DI SOLIDARIETA’ E DONA 5 EURO AL NUMERO 346……..

 

..e comunquemente, lo stesso giorno, ci sono stati casini anche da questa sponda dello Stretto di Messina, come testimonia questa foto scattata a pochi passi dal centro commerciale Porto Bolaro appena fuori da Reggio Calabria.

 

alluvioneportobolaro

foto: Scilla (pagina ufficiale)