Scillesi d’America in EMERGENCY: intervista a Gino Strada by Pietro Bellantoni sul Corriere della Calabria – Aggiornato

 

06.05.2012 – Aggiornamento: Ecco le ultime, stavolta, intervistano NOI
 

Ospedale ad Emergency: Gino Strada è interessato

La proposta del sito di Malanova.it di dare in gestione lo “Scillesi d'America” ad Emergency, alla luce delle ultime notizie, non sembrerebbe una proposta così utopica. Il recente protocollo d'intesa che impegna Emergency e l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria a collaborare per facilitare l'accesso ai servizi socio-sanitari a tutti i migranti impegnati nel lavoro agricolo stagionale nella Piana di Gioia Tauro, rende ancora più fiduciosi i gestori del sito a portare avanti il loro progetto. Al di là di quella che all'inizio era sembrata essere solo una provocazione, il reale e concreto interesse mostrato dall'associazione di Gino Strada verso le carenze sanitarie della nostra regione apre uno spiraglio verso una collaborazione proficua, che restituisca al presidio scillese, in piena fase di riconversione, la sua originaria missione di salvare le vite umane.
«Pensiamo di tenere sempre alta l'attenzione sul problema. – fa sapere Francesco, uno dei promotori dell'iniziativa-Alla luce della sensibilità dimostrata da Emergency e della loro disponibilità a formalizzare impegni precisi al fine di fornire un servizio essenziale agli immigrati a Rosarno, continueremo ad insistere perchè si valuti bene la possibilità -che riteniamo concreta- di poter usufruire, all'interno dello Scillesi d'America, anche di servizi ulteriori e complementari a quelli previsti dalla Regione con il Piano di Rientro». Sicuramente la disponibilità del fondatore dell'organizzazione, Gino Strada ad approfondire la proposta, manifestata in un'intervista del giornalista Pietro Bellantoni, contribuisce notevolmente a far sperare in un esito positivo.
«Non abbiamo avuto contatti diretti,- conclude Francesco – ma sappiamo che lo stesso Gino Strada è molto interessato all'idea. Aspetta solo di avere degli interlocutori (Comune di Scilla e ASP) con cui poter discutere! E noi aspettiamo con lui».

Articolo originale su Calabria Ora 05/02/12 by Giusy Nuri ripreso da Arbitrio.it

 

Gino Strada risponde alla provocazione lanciata dal sito Malanova.it

«Non abbiamo i soldi ma siamo disponibili a trovare soluzioni alternative»

 

Come promesso, non ci siamo fermati ai comunicati stampa, agli appelli via internet. Volevamo sapere se ci fosse trippa per gatti, sugna per cuddhure, e soprattuttamente disponibilità da parte di Emergency. E chi poteva darCi una risposta più chiara se non il fondatore/leader di Emergency, Gino Strada?

Pietro è stato molto secco e diretto, lui avrebbe potuto svicolare, e/o promettere mari e monti. Ha risposo invece con serietà e concretezza, confermando la sua fama di “persona seria”. In sostanza, NON PUO’ FARE TUTTO EMERGENCY.. ma le speranze di poter “salvare” lo Scillesi d’America migliorandolo, piuttosto che rimaneggiandolo, sono tutt’altro che malriposte.

Quindi figghioli, ‘mbrazzuliamundi ‘i manichi.. e a lavoro. C’è ancora molto da fare, ma la “Strada” è quella giusta. Grazie Gino!

 

Corriere_Calabria_Scilla_ MalEmergency_gino_strada_1

 

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Per i più orbi, sotto la trascrizione dell’intervista:

E se fosse Emergency a risolvere le distorsioni provocate dal Piano di rientro sanitario in Calabria? L’idea è venuta agli animatori del sito Malanova.it, che hanno lanciato la proposta/provocazione di affidare proprio all’organizzazione di Gino Strada la gestione dell’ospedale di Scilla,

struttura dove sono stati chiusi quasi tutti i reparti e destinata a un incerto e contraddittorio piano di riconversione, secondo i dettami del commissario ad acta alla sanità, il governatore Peppe Scopelliti. Ma la Situazione dello ‘Scillesi d’America” è la stessa di molte altre ex strutture ospedaliere calabresi, riconvertite o definitivamente chiuse per cercare di far quadrare i bilanci di un sistema allo sfascio, creando, in molti casi, delle vere e proprie emergenze sanitarie a causa della scarsità dei posti letto a disposizione e della inadeguatezza dell’apparato assistenziale. Partendo dai problemi del paesino in riva allo Stretto, abbiamo chiesto a Gino Strada di analizzare la situazione sanitaria calabrese nel suo complesso.

Dottor Strada, Emergency accoglierà la proposta che arriva da Scilla?

Gino Strada, 10 Settembre 2010, Mandela Forum,...

«E presto per dirlo. Sicuramente è importante incontrarci e parlarne. Bisogna capire a fondo il problema e pensare alle soluzioni possibili. Per noi la questione è molto semplice: l’ospedale è il luogo pubblico più importante di una comunità, dove i cittadini devono trovare cure gratuite e complete. Sui costi di queste strutture non devono pesare i profitti di qualcuno. Se si rispetta questo principio si scopre che gli ospedali costano molto meno rispetto alle cifre scandalose spese in tutti questi anni in Italia e in Calabria. Noi non abbiamo i fondi per comprare il presidio di Scilla, ma siamo disponibili a trovare delle soluzioni alternative. Quella dello ‘Scillesi” è una storia affascinante: un ospedale realizzato grazie alle donazioni degli emigrati americani. Magari si potrebbe ripetere l’operazione anche oggi»

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Emergency è impegnata in molti Paesi martoriati da guerra e povertà. La Calabria è la regione più povera d’Europa e vive sotto l’assedio continuo della criminalità. Secondo lei, è possibile un impegno costante e concreto della sua organizzazione in questo nuovo “fronte” occidentale?

 

«Uno dei nostri ambulatori mobili è già attivo in regione, soprattutto nella zona della Piana e a Rosarno, dove è forte la presenza di immigrati senza assistenza sanitaria. Il fine è quello di prestare soccorso a una popolazione sommersa di uomini senza diritti. Quella calabrese è una realtà verso la quale la nostra attenzione è alta, malgrado esistano al momento problemi legati al reperimento delle risorse. Emergency nell’ultimo anno ha visto crescere il numero dei suoi supporter, ma i soldi sono comunque diminuiti rispetto al passato a causa della crisi economica. Nonostante questo la Calabria è un territorio nel quale abbiamo intenzione di lavorare seriamente».

 

Secondo lei quali analogie ci sono tra Paesi come l’Afghanistan o il Sudan e la nostra regione?

«Ci sono senz’altro dei denominatori comuni. Viviamo in un mondo dove gli uomini subiscono delle situazioni paradossali. Ci sarebbe la possibilità di far vivere la gente in modo dignitoso, le risorse bastano per tutti. Invece ci ritroviamo in un pianeta dove tre miliardi di persone vivono con un paio di dollari al giorno. L’ingiustizia sociale è diventata la legge dominante dell’umanità. La criminalità calabrese, come quella afghana, è la risposta fisiologica a situazioni di questo tipo».

Il Piano di rientro dal debito, attuato dal commissario/governatore Scopelliti, impone un drastico taglio alla spesa che riduce sensibilmente il diritto alla salute dei cittadini. In Calabria gli equilibri finanziari valgono più dei diritti sanciti dalla Costituzione?

REGGIO CALABRIA, ITALY - JANUARY 21: Giuseppe ...

«Questi drammi sono già successi in passato. Il fatto è che in Italia non abbiamo più una sanità pubblica. È un fenomeno che va avanti da vent’anni con la complicità della classe medica. Domina la logica del profitto: oggi le strutture sanitarie vengono rimborsate in base alle prestazioni erogate, e quindi si può anche verificare che i pazienti vengano sottoposti a cure non necessarie. Un ospedale deve far star meglio la gente, non il contrario. Bisogna evitare in ogni modo che qualcuno ci lucri. L’assistenza deve essere garantita sempre e a tutti, si tratti di un poveraccio odi un miliardario. È proprio questo che è cambiato in Italia a livello istituzionale. Mi rincuora però il fatto che gli ospedali continuino la loro missione grazie all’impegno quotidiano di medici e infermieri, nonostante questo tipo di politiche sanitarie».

Oltre a Francesco Azzarà, l’operatore di Emergency liberato qualche settimana fa dopo quattro mesi di prigionia in Sudan, ci sono altri calabresi che lavorano per Emergency?

«Ce n’è uno di cui non dirò il nome che chiamiamo simpaticamente “Calabria”. Inoltre abbiamo avuto alcuni calabresi attivi nel centro di cardiochirurgia a Khartoum. Posso dire senza alcun dubbio che si tratta di una regione dove il senso di solidarietà è davvero forte. E un’Italia che ancora conosco poco e che mi piacerebbe scoprire meglio in futuro».

«DOMINA LA LOGICA DEL PROFITTO, MA GLI OSPEDALI COSTANO MOLTO MENO
RISPETTO ALLE CIFRE SCANDALOSE SPESE IN QUESTI ANNI IN ITALIA E IN CALABRIA»

«OLTRE AD AZZARÀ, PER NOI LAVORA UN ALTRO VOLONTARIO  DELLA VOSTRA REGIONE IN PASSATO CI SONO STATI CALABRESI NEL CENTRO DI CARDIOCHIRURGIA A KHARTOUM»

 

Articolo originale by Pietro Bellantoni per il Corriere della Calabria del 02.02.2012