I GIOVANI STAGISTI DEL 2008: NELL’INFERNO CALABRESE TRA COLOR CHE SONO “APPESI”

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

Lettera aperta al Governatore Scopelliti ed all’Assessore Stillitani.

UN BANDO PER L’OCCUPABILITÀ DEI GIOVANI LAUREATI CHE DIMENTICA I “SUPERSTAGISTI APPESI” DELLA REGIONE CALABRIA.

Il celebre scrittore Luigi Pirandello ci definirebbe di certo, a 4 anni dall’inizio della nostra vicenda, “personaggi in cerca di autore”, del resto non potrebbe esserci similitudine più calzante da applicare a noi vincitori del “Programma Stages” della Regione Calabria, soprattutto considerando il fatto che gli attori istituzionali coinvolti stanno inscenando nei nostri confronti una vera tragicommedia all’italiana.

Ma veniamo ai fatti.

Palazzo Alemanni, 29 Novembre, il Governatore Scopelliti e l’Assessore regionale alle politiche del lavoro Stillitani presentano il “rivoluzionario” avviso pubblico denominato “dote occupazionale per i giovani laureati calabresi”, pubblicato sul BURC il 23 novembre 2012, indirizzato all’occupazione di 1600 giovani laureati calabresi.

Fin qui iniziativa lodevole, ammesso che si riescano a reperire così tante aziende private in Calabria nelle condizioni economiche tali da poter assumere a tempo indeterminato, anche se a fronte di una dote regionale, così tanti giovani professionisti. Tuttavia, l’orgoglio a Palazzo Alemanni è tanto ed il Governatore dà pieno sfogo al suo entusiasmo con frasi del genere: “in un momento in cui la fanno da padrone la demagogia e l’antipolitica, noi continuiamo a lavorare cercando di dare risposte ai giovani…”, giovani professionisti altamente qualificati come i “300 giovani laureati appesi in Consiglio Regionale, che possono avere una prospettiva che deve necessariamente trovare sbocco nel privato”.

E’ già, perché il Governatore, come anche l’Assessore Stillitani, sa perfettamente che quelli che definisce i 300 laureati “appesi” sono in attesa da oltre 2 anni che trovi applicazione concreta una legge votata da loro stessi all’unanimità, esattamente il comma 6 dell’articolo 1 della n. 32 del 2010, che testualmente impegna la “Regione ad incentivare, da parte di soggetti pubblici e privati, nei confronti degli stagisti, la realizzazione, di percorsi integrati (anche individuali) di orientamento, di alta formazione e di inserimento occupazionale, con risorse provenienti dai fondi comunitari strutturali”.

Tra l’altro, per riuscire ad applicare questo comma, dal quale dipende il futuro di tanta gente altamente qualificata, “appesa” certo non per sua colpa ma per precise ed unanimi scelte istituzionali di vario colore politico, si sono susseguiti, da 2 anni a questa parte, incontri di vario tipo, con tecnici e politici, trattative sindacali, sit in, finanche presentazioni di proposte concrete di impiego dei fondi comunitari da noi stessi predisposte. E non si contano le occasioni, ufficiali e non, durante le quali l’Assessore Stillitani ed il Direttore del Dipartimento 10 ci hanno rassicurato a iosa e spinto a pazientare ancora per poco perché a breve sarebbe uscito il “meraviglioso” bando risolutore, quello in epigrafe.

Ebbene, laddove sembrava essere arrivati all’epilogo di una logorante vicenda, siamo esattamente punto e a capo perché il bando è stato strutturato in maniera tale da negare l’accesso ad ognuno di noi.

In primis, infatti, è indirizzato a categorie di lavoratori svantaggiati che, per definizione, sono coloro i quali non abbiano un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. Sanno bene in Regione, però, che il nostro contratto con i rispettivi Enti, in base alla stessa legge del Consiglio Regionale che lo ha originato, si è concluso il 31 agosto 2012 (quindi scarsi 5 mesi). E pensare che, come promesso in vari incontri, l’Assessorato al lavoro ha anche inserito una clausola preferenziale per trattenere le nostre professionalità: l’avviso, infatti, prevede una riserva del 5% in favore di soggetti che abbiano già avviato percorsi di formazione o stages presso PA ancora in corso di svolgimento alla data di presentazione dell’avviso pubblico. Ma il nostro Programma Stages, con mera attività di tirocinio, si è concluso nell’ottobre 2010!

A questo punto, dato l’ennesimo raggiro nei nostri confronti, la domanda che poniamo al Governatore ed all’Assessore è molto semplice, ridondante e ripetitiva da svariato tempo: come intende la Regione Calabria, considerato che non abbiamo i requisiti per partecipare al bando, risolvere, questa volta definitivamente, la questione dei laureati del Programma Stages?

Diciamo basta a questi ipocriti specchietti per allodole e chiediamo, quantomeno, di non essere chiamati in causa in conferenze stampa evanescenti e non risolutive del nostro problema. Altrimenti poi, caro Governatore, non meravigliamoci dell’antipolitica e della demagogia.

I vincitori del Programma Stages 2008/2010.

 

Fin qui la lettera dei ragazzi del programma Stages. Ci sia permesso però un commento alla vicenda, che su questo sito abbiamo seguito molto da vicino fin dall’inizio.

Una domanda la vorremmo fare pure noi al Governatore Scopelliti: perché tanta poca considerazione nei confronti di questi ragazzi? Caro Governatore, come diciamo nel reggino: chi fu, sono stati loro che…ti tagghiaru ‘a vigna?

No, perché i fatti e le parole sono molto eloquenti e testimoniano quasi di un “fastidio” da parte dell’attuale Giunta della Regione Calabria, a doversi occupare di giovani che nell’arco di tempo in cui sono stati impiegati negli Stages, hanno dimostrato appieno le loro capacità professionali. Di questo ne siamo testimoni diretti, perché abbiamo avuto occasione di conoscere alcuni di questi ragazzi, dei quali abbiamo apprezzato non soltanto le capacità professionali ma soprattutto quelle umane. Per dirla in “politichese” –così ci capiamo meglio- possiamo dire che sì, loro sono il volto pulito della Calabria.

A giudicare da come sono andati i fatti –e da come continuano ad andare- ci viene il dubbio, caro Governatore, che Lei e l’assessore al lavoro, nonostante i numerosi incontri, questi ragazzi non li abbia conosciuti. Oppure, se li ha conosciuti, ha creduto bene di poterne fare a meno, ma non l’ha fatto chiaramente, non ha mai detto: “Figghioli, non vi vulimu.” L’avrebbero sicuramente apprezzato di più. Invece no, ha preso tempo, ha trovato una soluzione temporanea all’ultimo minuto e poi li ha mandati a farsi stra…da ognuno per conto suo, togliendoseli dal groppone, credendo così di aver risolto il problema.

La verità è un’altra, ed è venuta fuori nella conferenza stampa cui si fa riferimento nella lettera. La verità è che questi ragazzi li ha “appesi” come fossero un capo d’abbigliamento, com’ a nu sciammissu in disuso, quasi a volerli nascondere. Perché?

A pensar male si fa peccato –specie oggi ch’è duminica- ma spesso ci s’indovina. E a noi, Malipensaturi, ci viene il dubbio che questi ragazzi siano colpevoli di una sola cosa: essere stati messi in grado di dare un buon contributo alla nostra regione dalla precedente Giunta regionale e non dalla sua, Governatore.

Ci auguriamo vivamente di sbagliarci, perché altrimenti vorrà dire che si è sacrificato l’avvenire di questi ragazzi sull’altare di un modo di fare politica che oltre che demagogico e altamente stupido.

Se questo Programma Stages era una cosa positiva, perché non portarlo a termine fino alla fine, utilizzando qui in Calabria quelle intelligenze che si vedranno “costrette” ad andare fuori?

Se questo Programma Stages non era una cosa buona, come ha dimostrato di considerarlo, caro Governatore, allora dovrebbe essere lo stesso per il nuovo bando appena pubblicato. Sì, perché la “filosofia” del bando è identica, con l’unica differenza che stavolta ci si rivolge ai privati piuttosto che agli enti pubblici.

Promuovendo questo nuovo bando e lasciando “appesi” –come si ammette candidamente- i ragazzi del bando precedente, si è lasciato intendere che se il bando lo firma Scopelliti è ok; se lo firma Loiero o chiunque altro, non mbali!

Che politica è mai questa? Che “modello” è mai questo? E’ un modello che mira solo ad allargare il consenso ma ha un limite: durerà quanto il bando, da qui fino a dopo la befana.

Un ultima cosa: la Regione Calabria ha superato perfino Dante. Nell’inferno calabrese, non ci sono “color che son sospesi” ma color che sono “appesi”!

Ma se il termine “appesi” può descrivere in modo involontariamente efficace lo sventurato rapporto di questi ragazzi con la Regione Calabria, non si addice di certo al loro carattere.

Sì, perché mentre lottano in tutti i modi possibili per vedersi riconosciuto quello che è senz’altro un loro diritto, questi giovani non se ne sono restati con le mani in mano. Invece di restare “appesi” nell’armadio del Governatore di turno, si mbrazzuliaru i manichi e hanno ricominciato a cercare ognuno il proprio cammino.

E lo stanno facendo da soli, senza star lì a tiniri ‘a candila a nessuno. L’unica luce che li guida non è quella tremolante ra candila della Regione -chi, quanto prima, si squagghia- bensì quella della ragione, cioè della loro intelligenza e della loro capacità di cui la Calabria, una volta di più, ha dimostrato di voler fare a meno.