OSPEDALE “SCILLESI D’AMERICA”. SCOPELLITI HA DECISO: MELITO SI’, SCILLA NO

L’IGNORANZA DEL GOVERNATORE E GLI SGARBI ISTITUZIONALI

Il governator Peppone non perde occasione per…smentire sé stesso.
Hanno grande risalto stamani su tutti gli organi di stampa, radio e televisioni locali, le dichiarazioni fatte da Peppone in merito all’accorpamento dell’ospedale di Melito Porto Salvo all’Azienda "Bianchi-Melacrino-Morelli".
Questa operazione consentirà all’ospedale melitese di mantenere le attività chirurgiche, ortopediche e radiologiche, conservare ben 55 posti letto, avere 22 ambulatori oltre alla garanzia del blocco operatorio, dei servizi di pronto soccorso e di quelli ad esso annessi (anestesia, radiologia, ecografia, laboratorio analisi) nonché, per finire, due ambulanze nuove. Costo totale dell’operazione: 10 milioni di Euro.
In pratica: il Tiberio Evoli si vedrà restituite le sue funzioni ospedaliere. Unica eccezione: il punto nascite non riaprirà. Ma il buon Peppone si premura a precisare che non è per colpa sua (e stavolta è vero), ma per una legge nazionale che prevede la chiusura dei punti nascita con meno di 55 parti all’anno.
In mezzo a tutta questa esaltazione, c’è però un’affermazione che desta particolare sconcerto. Premuroso come sempre ad evitare basse speculazioni di convenienza politica, Peppone afferma:
"Non consento a nessuno di fare strumentalizzazioni, approfittando della campagna elettorale. Non c’è stato nessun parlamentare né alcun consigliere regionale della sinistra che abbia mai chiesto incontri o formulato proposte per questo ospedale, gli unici interlocutori sono i sindaci ed io sono sempre disponibile perché ho a cuore le sorti di questo territorio".

Se per l’ospedale di Melito nessuno gli aveva mai chiesto niente -e non ci risulta sia così- e la comunità melitese si è visto ricevere in cortese dono tutta queste "messe" di servizi sanitari, lo stesso certo non può dirsi per l’ospedale "Scillesi d’America" di Scilla.
E’ storia che il Governatore non ha mai voluto ricevere le associazioni scillesi per un confronto diretto sui motivi della richiesta del popolo di Scilla.
E’ storia che il governatore abbia ignorato le reiterate e pressanti richieste pervenutegli più e più volte anche attraverso il sindaco di Scilla, con il quale ci risulta abbia avuto più di qualche incontro.
E’ storia che il governator Peppone non abbia degnato di una pur minima attenzione la proposta di legge fatta propria ed avanzata da un sindacato degli stessi operatori sanitari, con la quale si prevedeva per Scilla quanto oggi viene stabilito per Melito.
E’ storia che la stessa proposta di accorpare lo "Scillesi d’America" con l’azienda "Bianchi-Melacrino-Morelli", (al fine di garantire il proseguimento delle attività svolte per più di cinquant’anni ed il loro potenziamento), formalmente avanzata dalla Provincia di Reggio Calabria al Consiglio Regionale, sia stata ignorata sia dal presidente Scopelliti, che dalla sua intera Giunta, che da tutti gli altri consiglieri di maggioranza e minoranza -con qualche piccola eccezione, comunque dimostratasi infruttuosa nei fatti.

Cosa ha impedito al governator Peppone di ascoltare prima le urla del popolo scillese, poi le richieste di un sindaco e infine la fattiva proposta avanzata da un’Istituzione? Non è dato sapere.
Ma una cosa la sappiamo di sicuro: l’aver dimostrato ignoranza, avendo ignorato il popolo e le richieste provenienti da Scilla, è stato uno sgarbo maleducato consumatosi non solo contro l’intera comunità scillese -sindaco in testa- ma, cosa ancora più grave, contro l’Istituzione Provincia di Reggio Calabria. La gravità del comportamento assunto aumenta, qualora si consideri che sia l’amministrazione scillese che la maggioranza in Provincia, siano particolarmente vicini al capo Pepponiano e perciò presumibilmente suoi amici.

 

LA CASA DELLA SALUTE -A CHI PUNTU SIMU

Sappiamo già quali saranno le giustificazioni. Ci diranno che per il Piano di Rientro l’ospedale di Scilla non poteva continuare a funzionare. Questo l’abbiamo capito, tant’è vero che la proposta di accorpamento era stata fatta in maniera tale da risultare praticamente, carte alla mano, a costi invariati.
Ci diranno che per Scilla è stata prevista l’istituzione presso la sede del fu "Scillesi d’America" della Casa della Salute. A tal proposito, aggiorniamo un po’ la situazione.
Mentre tutti i calabresi si preparavano al Santo Natale, il Commissario ad acta Peppone -sempre lui- non pinsava e’ zzippuli ma continuava a lavorare e lo scorso 20 dicembre con il D.P.G.R. n° 195 ha preso atto che la Casa della Salute a Scilla si può fare.
La somma complessiva necessaria per opere civili e impiantistiche è stata quantificata in € 5.772.000,00. A detta somma, vanno aggiunti gli importi per oneri di legge, tasse, ecc. Insomma, quattru i corda e cincu i spavu, l’investimento complessivo ammonta a  € 8.270.000,00 (quasi pari perciò a quanto previsto per Melito).

Lo studio di fattibilità

Come verranno spesi questi soldini ce lo spiega la relazione allegata allo studio di fattibilità, redatto a Novembre 2011 e poi aggiornato e rivisto fino al Luglio 2012.
L’intervento riguarderà circa 8.500 mq. sui 10.000 totali e, le somme da spendere sono così ripartite:
-per l’adeguamento statico e la verifica sismica imposta dalle leggi in materia serviranno poco meno di €520.000;
-per l’adeguamento funzionale, consistente in interventi per la diversa distribuzione e dotazione degli ambienti, circa € 2.000.000;
– per opere di finitura interna ed esterna e la sistemazione degli spazi esterni, circa € 1.500.000;
-per l’adeguamento impiantistico (impianto elettrico, ascensori, antincendio, climatizzazione, ecc.), poco più di € 1.700.000.
Fuori dal calcolo della spesa, viene inoltre stimata una somma di poco più di un milione di Euro (conteggiata tra le somme a disposizione dell’Amministrazione) per l’adeguamento tecnologico.
La nuova Casa della Salute sarà così concepita:
al piano seminterrato troveranno spazio i servizi generali di supporto (archivi e depositi) e i volumi tecnologici;
al piano terra: front office, area accoglienza, servizi sanitari (primo soccorso, soccorso mobile, continuità assistenziale e diagnostica: ex radiologia ed ambulatorio analisi), oltre al SERT. Nella "parte vecchia" troverà spazio l’area prevenzione (profilassi malattie infettive e centro vaccinale);
al primo piano: oltre all’area dialisi (non soggetta a variazioni), ci sarà un’area clinica (con punto di primo intervento, ambulatorio prime cure e poliambulatorio di medicina generale e pediatria). Nella "parte vecchia" saranno ospitate l’area per i servizi sociali e i servizi socio-sanitari;
al secondo piano: poliambulatori, consultorio e screening oncologico;
al terzo piano: l’area dedicata interamente ai servizi riabilitativi;
al quarto piano: un’area dedicata totalmente ai servizi socio-sanitari (centro di salute mentale, coordinamento servizi sociali e centro diurno);
al quinto piano: a fianco dell’area dedicata alla terapia antiblastica, troverà spazio l’intera area dedicata all’amministrazione (direzione distrettuale ed uffici).
Esecuzione dei lavori: il tempo previsto, dall’assegnazione delle risorse necessarie, è stimato in 2 anni, 8 mesi e 24 giorni.

Queste le novità relative alla Casa della Salute. Del ricorso presentato dal Comune, parleremo prossimamente, perché anche lì non mancano di certo le sorprese.

CURIOSITA’… E SCHIATTAFICUTI

Nella relazione dello studio di fattibilità e nella successive delibere adottate dall’ASP per la formale presa d’atto dello stesso, che hanno portato poi al D.P.G.R. n° 195 del 20 Dicembre 2012, ci sono alcune curiosità utili ad alimentare ancora una volta i soliti schiattaficuti.

Vediamole in una breve rassegna…degli orrori.

Lo studio di fattibilità

1) Nell’analizzare i vincoli esistenti nell’area di progetto, la relazione afferma: "La circostanza che trattasi di una struttura preesistente, a specifica destinazione sanitaria, consente di confermare che non esiste alcun vincolo inibitorio alla realizzazione delle opere di riconversione funzionale della struttura", per fare i lavori basta "una semplice SCIA".
Peccato però che il primo documento da allegare alla presentazione della SCIA sia il titolo di proprietà. Proprietà che un Decreto della stessa Regione Calabria -come sottolineato più volte in precedenti articoli- ha formalmente negato!

2) Nell’analisi dello stato di fatto si ripropone l’affermazione secondo cui l’ASP "con propria deliberazione n° 184 del 29/3/2012 ha avviato il processo di riconversione attivando presso la struttura alcune funzioni assistenziali di tipo territoriale proprie del Distretto".
Ci si dimentica (?!) di ricordare che l’oggetto completo della suddetta deliberazione era il seguente: chiusura ex struttura ospedaliera di Scilla e avvio processo di riconversione .
Ricordiamo altresì che il processo di riconversione -ma senza chiusura- doveva avvenire in due giorni, entro il 31 Marzo 2012.

3) Sotto l’aspetto tecnico, viene ribadita con forza la necessità di procedere a una verifica sismica dell’intero edificio, in considerazione del fatto che la parte vecchia, in muratura ordinaria, è stata ultimata tra la fine deglia anni ’50 e i primi anni ’60 e che la parte "nuova" in cemento armato "presenta alcune fessurazioni, qualche irregolarità di distacchi nei pannelli murari e apprezzabili degradi negli elementi strutturali".
Pertanto, continua la relazione "Occorre intervenire, con urgenza, sull’intero organismo edilizio con interventi coordinati e puntuali….L’assenza di ogni utile documento per la specifica trattazione e la certezza che la struttura è stata realizzata prima del 1984, impongono l’avvio di un’attenta verifica delle geometrie della struttura da accompagnarsi ad una campagna di prove, saggi e puntuali accertamenti…"
Ora tutto è possibile immaginare, ma che non vi sia nessun documento tecnico (progetti, calcoli strutturali, elaborati grafici, ecc.) di un’opera di sei piani, che ha una superficie di circa 10.000 mq è alquanto assurda e, al tempo stesso, allucinante!!!
Nessuno ha mai pensato di andare a vedere al Genio Civile, o al Comune di Scilla o all’Archivio di Stato, o a rovistare nei cassetti dell’amministrazione sanitaria o a interpellare il Comitato "Pro erigendo ospedale"?! Ma scusate: mica stamu parrandu ‘i ‘na caseddha ‘i lamera pi tiniri i zzappuni!?!?
La completa indagine diagnostica della struttura ci costerebbe € 519.480,00.

4) Rispetto ai parametri economici del 2009, secondo i quali per la definitiva trasformazione servivano € 7.750.000,00 "si è necessariamente dovuto procedere ad una rimodulazione dei costi finalizzata ad una sensibile contrazione dei costi" [Ahi, l’italiano, questo sconosciuto!!], con l’ovvia conseguenza che si è proceduto "individuando quelli più economici" per singolo tipo di lavorazione "eliminando, forzatamente, alcune lavorazioni che seppur necessarie all’esterno dell’involucro edilizio, non possono rientrare tra le somme disponibili".
Il che significa che, nonostante l’investimento previsto (che è facile presumere subirà altre variazioni nel corso del tempo), non sarà possibile eseguire tutti i lavori necessari.

5) Nel paragrafo dedicato alla descrizione degli interventi sull’edificio, vi è poi una frase leggermente assurda, dato che si ammette che il "presente elaborato" (cioè lo studio di fattibilità) è stato "redatto con il fine di certificare (!!!- n.d.r.) la reale fattibilità dell’opera".
Uno studio di fattibilità non deve avere lo scopo di "certificare" scelte politiche fatte a monte!
Esso è uno strumento che serve a monte della scelta politica, per capire se un intervento possa essere realizzato dal punto di vista tecnico e, soprattutto, sia conveniente dal punto di vista  economico. Il certificato si riferisce e attesta qualcosa che è già avvenuto.
Prendiamo dolorosamente atto ancora una volta (dopo l’annosa questione ascensore), che in Calabria gli studi di fattibilità hanno funzione "certificativa" delle scelte politiche degli amministratori di turno.
6) Le 30 pagine di "certificazione" tecnica, si concludono con una frase agghiacciante:
"La fattiva realizzazione dell’importante opera….resta subordinato [mannaia l’italiano! ancora lui!) alla effettiva assegnazione delle risorse stimate nel presente elaborato."
Traduzione: quello che già avete deciso di fare, si può fare, sempre che troviate i soldi per farlo.

 

Il D.P.G.R. n° 195 del 20.12.2012

Il Decreto è la formale presa d’atto di una precedente delibera dell’ASP, la n° 572 del 19.12.2012.
Leggendone la parte introduttiva si viene a sapere che la detta delibera ASP non è altro che la rettifica di una precedente Delibera -la n° 568 del 13.12.2012- nella quale "per mero errore di valutazione si è fatto riferimento ad attività istruttoria non supportata da atti formali."

In pratica, nella delibera di giorno 13 si prendeva atto che "gli elaborati progettuali hanno avuto il conforto del Dipartimento alla Salute della Regione Calabria, supportato allo scopo dai pareri favorevoli espressi dal FORMEZ e dall’apposito Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici del Dipartimento Regionale dei Lavori Pubblici della Regione Calabria acquisiti….a seguito di formale riunione tenutasi a Catanzaro in data 28/05/2012".
L’errore viene giustificato affermando nella seconda Delibera (n° 572) che s’intendeva "inquadrare l’attività svolta come semplice istruttoria relativa ad un processo più complesso delegato alla piena responsabilità dell’Amministrazione proponente."

Tradotto, la correzione apportata svela con piena evidenza due cose:

1) Dei pareri favorevoli espressi il 28 Maggio 2012 non vi è alcuna traccia scritta, almeno nessuno vi fa cenno. D’altra parte, se non esiste nemmeno un disegno di un ospedale di sei piani e 10.000 mq., vorreste che esistesse un misero verbale?! Questa è coerenza.

2) Lo studio di fattibilità, redatto a Novembre 2011, è stato sottoposto a revisione a Giugno e Luglio 2012 -quindi dopo la riunione- finendo così magicamente con il "certificare" ciò che era stato già deciso tempo addietro: Scilla non doveva avere un ospedale.

E ‘u schiattaficutu continua….

Se volete condividerlo pure voi, ecco i link con tutti i documenti citati:

DPGR n°195/2012

Studio di fattibilità per la riconversione a Casa della Salute: Relazione

Studio di fattibilità per la riconversione a Casa della Salute: Elaborati grafici

-Delibera ASP n° 568/2012

Delibera ASP n° 572/2012