CHIANALEA NON E’ DI SCILLA, CHIANALEA E’ SCILLA

ChianaleaTurista per una sera. Come capita spesso quando parlo di Chianalea, ieri sera ho voluto trasformarmi in turista e percorrere le stradine dello storico borgo marinaro scigghitano, in occasione della manifestazione “Chianalea in festa –Sapori, Tradizioni e Colori di Chianalea”.

A scanso di equivoci e fraintendimenti e senza voler fare polemica, dico subito che l’iniziativa è riuscita, con una partecipazione di pubblico molto buona. D’altra parte c’era da immaginarselo: quando si parla di Chianalea, chi lo sa perché, si entra subito in un’atmosfera speciale: camminare per quelle stradine ti fa quasi toccare con mano il mito e la leggenda di Scilla; le case sul mare, letteralmente “ch’i peri a moddhu” in uno specchio d’acqua che, quand’è cheto sembra un grande lago; le luci delle casuzze a tipu prisepiu; le luci dei locali che si smorzano nell’acqua, attirando i pesci a galla, in cerca di qualche briciola di pane.

Queste scene si sono ripetute anche ieri sera, ed è stato ancora più speciale passare per quei vicoli e vedere quadri, foto e filmati che illustravano la pesca al pescespada col “luntri”; i “bbandiaturi” che dalle postazioni ubicate sulle colline circostanti segnalavano alla barca il percorso del pesce in mare; l’uomo pronto con la fiocina, a dare al pescespada il colpo mortale e ai pescatori la giusta ricompensa per la loro fatica.

E poi l’artigianato e i prodotti locali, la musica, elementi che avevano già ravvivato e fatto riscoprire i vicoli del centro storico di San Giorgio a fine Luglio nel “Vicoli festival” e che hanno trovato nuovo spazio e arricchito le strade chianaliote con la loro presenza. Strade che, per una sera, sono state chiuse al traffico e trasformate in un’isola pedonale apprezzatissima da tutti. Non è mancato però, in verità, chi ha cercato di fare il furbo e di arrivare allo scalo grande attraverso la via Zagari. E va boh.

Una manifestazione riuscita e che, proprio per questo, ritengo vada replicata anche negli anni, magari con una frequenza maggiore. Immagino, per esempio, manifestazioni simili replicate nei fine settimana da Luglio a Settembre.

Se però dobbiamo trovare il pelo nell’uovo, non abbiamo difficoltà. Mi sia permessa qualche annotazione. Prendetela come una speciale attenzione –che a qualcuno potrà sembrare eccessiva- dettata dall’amore che ho verso lo Scigghio. Un po’ come un fidanzato che poti aviri ‘a megghiu zzita ru mundu, ma quando la guarda trova sempre non dico un difetto, ma qualche particolare da migliorare, perché sia ancora più bella.

1) La manifestazione ha interessato la parte di Chianalea dal porto fino allo scalo, lasciando perciò la via Annunziata fuori dal contesto festaiolo. Credo che ciò sia stato dovuto ad esigenze di carattere pratico, al fine cioè di lasciare un corridoio libero raggiungibile con i mezzi per eventuali emergenze. Ma Chianalea è tutta, dal porto fino alla chiesa di San Giuseppe. D’altra parte, non credo sarebbe difficile, visto e considerato che la Statale 18 è giusto a un passo e quindi comodamente raggiungibile da eventuali mezzi di soccorso.

2) scategnaNon è la prima volta né sarà l’ultima, che sento parlare o scrivere tutti di “Chianalea di Scilla”. Anche sulla locandina che pubblicizzava l’evento, era scritto “Borgo Chianalea di Scilla”. Mi è capitato spessissimo, specie con amici di Reggio. L’ultimo episodio di cui sono stato testimone diretto: un’amica ha scattato e mandato in diretta sul web via Facebook la foto che vedete, con tanto di didascalia: “Scilla”. Dopo nemmeno un paio di minuti è arrivato il seguente commento ammirativo:  “Wow, l avevo confusa per chianalea” [perdonate la sintassi, ma l’apostrofo pare non si usi più (anche se non mi risulta sia stato abolito) e le lettere maiuscole per i nomi propri pare sia divenuta opzionale]

Ora, senza voler fare “il saputo”, ma in quanto scigghitanu ndo sangu, mi corre l’obbligo di precisare agli amici riggitani e ai turisti tutti, le seguenti nozioni di geografia scigghitana.

– Il centro urbano di Scilla ha oggi quattro quartieri: due nella parte bassa, Chianalea (a Est rispetto al castello Ruffo), Marina Grande (a Ovest); San Giorgio nella parte alta, compreso tra il vallone Livorno (a Ovest) e il vallone Annunziata (a Est); Ieracari, sempre nella parte alta, ma a Est  rispetto a San Giorgio (lato Bagnara Calabra, per intenderci), compreso tra lo stesso vallone Annunziata e il vallone Oliveto;

– Il comune di Scilla ha tre frazioni: Favazzina di Scilla, a metà strada tra Scilla e Bagnara Calabra; Melia di Scilla, nella parte collinare, salendo verso Gambarie. Un’altra parte di Melia è compresa nel territorio del comune di San Roberto; Solano Superiore di Scilla nella parte compresa tra le colline e i piani d’Aspromonte, a Est di Melia. Un’altra parte di Solano (inferiore), è compresa nel territorio del comune di Bagnara Calabra.

Dunque, l’espressione “di Scilla” è riferita esclusivamente alle frazioni ma non ai quartieri. Dire “Chianalea di Scilla” è un po’ come dire, per intenderci, “Santa Caterina” o “Gebbione” o “Sbarre” di Reggio Calabria oppure “Garbatella di Roma”.

Allora, se la lingua italiana non è un’opinione, dire “Chianalea di Scilla” è errato. Chianalea non appartiene al territorio amministrativo di Scilla (come le frazioni), né esiste un’altra Chianalea da nessun altra parte in Italia e nel mondo, per cui è necessario specificare di quale Chianalea si stia parlando. Chianalea è Scilla, in quanto ne costituisce fisicamente il centro urbano. Dunque, l’espressione più corretta, dovrebbe essere: Scilla – quartiere Chianalea oppure Scilla –borgo di Chianalea.

Nella speranza di aver chiarito il problema, mi auguro che in futuro anche noi scillesi non continuiamo a valorizzare il nostro territorio ingenerando e favorendo interpretazioni geografiche errate.