L’ANSCENSTORY, OVVERO: SCILLA E….I GIORNI DEL BUCO

[Ascensore.jpg]Che fine ha fatto l’ascensore?

Nessuno ne parla più, da tempo. Tutto sembra essere caduto nel buco dell’oblio. E sì, perché di buchi dobbiamo parlare, sia fisicamente che finanziariamente.

Fisicamente perché in piazza (o quel che ne rimane) l’unico segno visibile di questa opera dal costo multimilionario è appunto un buco bello grande, nascosto alla meno peggio da reti e sirenetta.

Finanziariamente perché non si sa più con quali soldi l’opera dovrà essere portata a termine, visto e considerato che la parte del finanziamento gravante sui fondi europei per € 1.944.218,23 e che avrebbe coperto quasi il 40% dei € 5.000.000 del progetto, è stato revocato da ottobre 2012.

A quasi un anno e mezzo di distanza, tutto tace. Ripercorriamo le tappe di questa sventurata opera, sulla base appunto del Decreto Dirigenziale n. 14443 del 17 Ottobre 2012, pubblicato sul B.U.R. della Regione Calabria il 7 Gennaio 2013.

Avvertenza: la storia è un po’ lunga. Mettetevi comodi, non prima però di aver messo vicino a voi un bicchiere con acqua e zucchero e le pillole per il mal di testa.

L’ASCENSTORY

E’ il 19 Luglio 2007, il giorno in cui tutto ebbe inizio.

La Regione Calabria e i Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture sottoscrivono l’Accordo di Programma Quadro (APQ) con l’obiettivo di finanziare interventi di “Riqualificazione e recupero dei Centri Storici”, in attuazione di una Delibera CIPE del 2004.

Il 26 Luglio 2007 il Comune di Scilla sottoscrive con la Regione Calabria la convenzione per il finanziamento dell’intervento di “Collegamento meccanizzato tra Scilla Alta e Marina Grande”. Più che Scilla Alta, diciamo semplicemente che si tratta del quartiere San Giorgio, altrimenti si potrebbe pensare che questo ascensore dovrebbe arrivare fino a Monte Nardello (1800 mt., quello sì che è Scilla Alta).

Il finanziamento originario è di € 2.440.000, coperto interamente da fondi FAS (Fondi per le Aree Sottoutilizzate), vale a dire soldi concessi dal Governo attraverso il CIPE con la Delibera n. 20/2004 –Accelerazione della Spesa nelle Aree Urbane.

Il 31 Ottobre 2007, visto che i tempi per utilizzare i fondi stavano scadendo (dovevano essere impegnati attraverso delle obbligazioni entro il 31.12.2007), i soldini passano dalla vecchia delibera del 2004 a un’altra delibera CIPE, la n. 35/2005, denominata “Emergenze Urbane e Territoriali”. Il tutto nel solco della tradizione italiana, secondo la quale non si può fare un’opera pubblica a meno che non sia un’emergenza.

In seguito, il Comune di Scilla chiede la rimodulazione del progetto esecutivo (cioè già pronto per essere cantierizzato) per quelle che hanno chiamato “sopravvenute particolari e motivate esigenze tecniche-ambientali”.

Burocratese a parte, detto in italiano, significa che siccome la soluzione originaria di due cabine esterne con tre fermate, è stata ritenuta essere di notevole impatto ambientale, si è preferito nascondere tutto sotto terra. La qual cosa ha comportato un “incremento delle risorse necessariedi quasi il 105%, vale a dire poco più del doppio, toccando la cifra tonda di € 5.000.000. In pratica, è stato fatto un nuovo progetto.

Parafrasando una vecchia pubblicità: per realizzare un progetto più grande, ci vuole un più grande portafoglio. E questo portafoglio più grande, lo si riesce a trovare, per giunta bello pieno.

Il 22 Ottobre 2008, per una botta di fortuna o per uno strano gioco del destino (fate voi), il richiesto “incremento” viene concesso a seguito riprogrammazione dell’Accordo di Programma del 2007, attraverso un’operazione la cui architettura finanziaria è piuttosto articolata.

In breve, il finanziamento dei lavori era previsto non più utilizzando i soldi stanziati con la Delibera CIPE del 2005, ma utilizzando:

  • € 2.641.840,52 dalle economie (soldi stanziati e non spesi, o spesi in misura minore a quella prevista) generate nell’ambito dello stesso programma “Emergenze Urbane e Territoriali” del 2005;

  • € 413.941,25 dalle economie generate dal programma Accelerazione della Spesa nelle Aree Urbane del 2004;

  • € 1.944.218,23 dai Fondi POR Calabria 2000/2006 Asse V Città.

I primi due sono finanziamenti provenienti da programmi del Governo italiano; il terzo proviene dalla Comunità Europea attraverso la Regione.

Il 27 Ottobre 2008 (appena cinque giorni dopo!), con inconsueta celerità la Giunta della Regione Calabria approva la riprogrammazione dei fondi.

il 31 Dicembre 2008 la Regione Calabria, ha deliberato l’impegno di spesa relativo alla quota gravante sui Fondi POR, cioè soldi di cui bisogna render conto a Bruxelles (€ 1.944.218,23).

Un vero e proprio regalo di fine anno, che avrebbe dovuto essere sfruttato meglio. Vediamo perché.

Il 6 Marzo 2009, a nuovo finanziamento oramai assicurato, di € 5.000.000 (forza ch’u porcu è ddintra!), il Comune di Scilla e la Regione Calabria sottoscrivono ufficialmente una nuova convenzione (che sostituisce ovviamente la prima) per regolare la realizzazione del progetto “rimodulato” (ma sarebbe meglio dire “rifatto”).

Il 4 Agosto 2009 la Regione manda al Comune di Scilla € 1.000.000 tondo tondo, pari al 50% del finanziamento relativo ai fondi POR europei. A dire il vero, rispetto al 50% matematico, ci sono quasi € 27.900 in più. I bon pisu, cu saluti nostra!

Lieti della bella notizia, si festeggia Sant’à Rroccu. A settembri si ndi parra.

Il 24 Settembre 2009, tornati dalle ferie, debitamente rintemprati, c’è la formale consegna dei lavori, la cui fine è, anzi era prevista per il 5 Febbraio 2011. Durata: 500 giorni. Di giorni ne sono passati -a oggi- 1.112 in più, pari a tre anni e diciassette giorni.

Il tempo di portare in loco uomini e mezzi e poco più di due mesi dopo, il 27 Novembre 2009 i giornali possono titolare: “AL VIA I LAVORI”

E qui cominciano le dolenti note, ovvero i duluri ‘i panza.

Ma non basta ‘a calamiddha. Munitevi di analgesico e per precauzione tenete a portata di mano nu bacili, in caso di improvvisi movimenti di viscere.

Scrive la Regione: “Nonostante i vari solleciti di richiesta di rendicontazione dell’anticipazione della quota [il 50% dei fondi europei -n.d.r.)….il Comune di Scilla non ha provveduto a inviare la suddetta rendicontazione.”

Il 14 Febbraio 2012, a 873 giorni (quasi due anni e cinque mesi) dalla consegna dei lavori, e un anno dopo la data prevista per la loro ultimazione, visto che il Comune non ci sente, la Regione, o meglio un funzionario evidentemente innamorato e speranzoso nella sirata, piglia tempo e, sempre a norma di legge fa recapitare a Scilla un preavviso di procedimento “nel quale si comunica il disimpegno delle somme per non aver adempiuto [nel testo del decreto è scritto “adempito”, ahi! –n.d.r.] a trasmettere la documentazione contabile entro i termini prefissati”.

In sostanza, il Comune di Scilla avrebbe dovuto provare l’esecuzione dei lavori e rendere conto dell’utilizzo dei soldini ricevuti due anni e mezzo prima da Babbo Natale Europa. Non l’ha fatto.

Messo alle strette il Comune risponde. Eccome se risponde! Sintiti! Sintiti!

Il 6 Marzo 2012, a quasi un mese dalla “cazziata” regionale (c’è tempu!), il Comune presenta una rendicontazione parziale per un importo pari a € 137.671,38.

No, non hanno sbagliato a mettere il punto o la virgola: Euro centotrentasettemilaseicentosettantuno/38.

Pari al 13,77% scarso del contributo ricevuto!

Non ci sono altre comunicazioni, Scilla non dà più segni di vita.

Stando a una circolare del 01.08.2012 relativa all’utilizzazione di fondi POR Calabria 2000/2006 per il completamento di progetti, alla data del 30 Settembre 2012 -cioè a lavori che dovevano essere chiusi da almeno un anno e sette mesi buoni- il Comune avrebbe dovuto rendicontare l’80% dell’anticipazione ricevuta, l’ultimazione con relativi collaudo e certificato di regolare esecuzione per il completamento dell’opera o di un lotto funzionale.

Niente di tutto questo: “Il Comune di Scilla non è in condizioni di rendicontare….a causa degli evidenti ritardi di realizzazione dell’opera.”

Alla Regione non resta che prendere atto di tale incapacità. E le conseguenze sono pesantissime. In breve:

  1. Viene disconosciuta la somma rendicontata di € 137.671,38;

  2. La somma residua, pari a € 944.218,23, per convenzione non può più essere utilizzata per ulteriori stati d’avanzamento dei lavori, a causa di una rendicontazione inadeguata. Pertanto tale somma viene disimpegnata dal progetto di Scilla e utilizzata per il finanziamento di altre iniziative;

  3. Vengono pertanto revocati sia € 1.000.000 già concesso, sia i restanti € 944.218,23 della quota derivante dai fondi POR;

  4. La quota di € 2.641.840,52 che era stata assegnata nell’ambito del programma “Emergenze Urbane e Territoriali” del 2005, è stata ridotta a € 1.000.000, il che ha comportato la conseguente rimodulazione del quadro finanziario del progetto.

In conclusione, perciò, allo stato attuale il progetto può ancora contare su un finanziamento confermato di € 1.000.000, in quanto la quota del finanziamento previsto dalle economie generate dal programma Accelerazione della Spesa nelle Aree Urbane del 2004 (€ 413.941,25), non risulta essere stata confermata.

Come dite? Che fine ha fatto il milione di Euro che ci avevano regalato a fine anno del 2008? Nessuno è riuscito a scoprirlo, almeno non ufficialmente.

Per quanto riguarda la restante parte del contributo europeo (€ 944.218,23), la Regione la sta attualmente ripartendo tra i comuni (e non ci risulta che Scilla sia fra questi), per favorire la redazione dei piani strutturali (i nuovi Piani regolatore), che avrebbero dovuto essere realizzati almeno un decennio fa.

Riassumendo: un progetto per il quale all’inizio si dovevano spendere € 2.440.000, con motivazioni improbabili è stato fatto lievitare fino a € 5.000.000 ma “…a causa degli evidenti ritardi di realizzazione dell’opera” oggi potrà essere fatto potendo contare solo su € 1.000.000.

Possibili soluzioni:

  1. Si trovano i € 4.000.000 che mancano e si completa il progetto avviato (ma solo contando la rivalutazione sarebbero già € 4.500.000);

  2. Si trovano € 1.440.000 che mancano (ma ne serviranno almeno € 1.700.000 visto che son passati quasi sette anni), si tappa il buco e si realizza il progetto originario;

  3. Non si trovano i soldi necessari per l’ascensore ma si dovranno trovare quelli necessari a tappare almeno il buco in piazza e nascondere quella che è una vera e propria vergogna.

Altre notizie ufficiali non ne abbiamo. Se qualcuno sa qualcosa in più (escluse le voci di piazza), è pregato di aggiornarci.

A noi, per ora, non resta che contare i giorni del buco: 1609….