LA PRIMA VOLTA A SCILLA DEL CALABRESE-MAGISTRATO NICOLA GRATTERI

GratteriE’ toccato a lui inaugurare la rassegna di appuntamenti “Scilla in passerella” #CalabriaOLTRE, il cui tema in questa prima serata è stato “Oltre i Tribunali”.
Accolto da un folto pubblico, che ha riempito piazza San Rocco e seguito con particolare attenzione, il calabrese-magistrato Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della DDA presso il Tribunale di Reggio Calabria ha illustrato come funzionano, ma soprattutto come potrebbero funzionare meglio i tribunali e le leggi d’Italia, d’Europa….ma non solo.

Ci piace definirlo così, calabrese-magistrato Nicola Gratteri, e non un magistrato calabrese. Questo perché dalle sue parole traspare in modo chiaro ed evidente quanto le due cose -il calabrese e il magistrato, in questo preciso ordine- coesistano in lui, siano connaturate alla sua persona.

Di seguito, alcune delle considerazioni fatte dal dott. Gratteri sui diversi temi trattati durante il colloquio-intervista con la giornalista Paola Bottero, annotate in diretta.

Soubrette. <<Mi fa piacere essere a Scilla, è la prima volta anche se ho girato parecchio, ormai sono una soubrette.>>

I calabresi 1. <<I calabresi sono fortemente individualisti, non sanno cosa sia, non credono alla cooperazione, al lavorare insieme.>>

I tribunali italiani. <<Il tribunale è un lavandino otturato, una strada piena di buche.>>
Per ripararlo occorrono cose semplici da fare, e con la Commissione voluta dall’attuale Presidente del Consiglio abbiamo già pronte circa tremila modifiche ai vari codici (penale, procedura penale, organizzazione penitenziaria, ecc.). Tutte insieme, organicamente, mirano a: bloccare l’attuale meccanismo della prescrizione per i reati più gravi; mettere in atto una forte depenalizzazione che svuoti i tribunali, trasformando i reati di poco conto -che sono quelli che i tribunali li intasano- in contravvenzioni, così da non farli arrivare davanti al giudice.

Ministro della Giustizia, anzi no. Gratteri parla diffusamente della nota vicenda di cui è stato protagonista durante la formazione dell’attuale governo. Dopo aver dato la propria disponibilità, senza riuscire a dormire la notte per i tanti pensieri che hanno affollato la sua mente, con i pro e i contro della scelta che aveva fatto, alla fine è rimasto Procuratore Aggiunto e non se ne dispiace. A una precisa domanda della Bottero, risponde: <<Se avessi fatto il ministro, una volta terminato l’incarico, non potendo fare il magistrato, avrei fatto il contadino>>.

L’attività di consulenza per il Parlamento. E’ stata chiesta la parificazione della pena tra gli articoli (del codice penale) 416 bis (associazione di tipo mafioso) e 416 ter (scambio elettorale politico-mafioso), ciò perché chi chiede voti alla mafia per essere eletto e poi va a fare le leggi, non ha minori responsabilità del mafioso “normale”. Quindi, quantomeno, è necessario parificare i due reati dal punto di vista della pena. La risposta della commissione: ora non c’è tempo per metterci mano, lo faremo.
E’ necessario anche un innalzamento delle pene per i reati contro la pubblica amministrazione.

Il 41 bis e la situazione delle carceri. <<In Commissione diritti umani, i parlamentari propendono per l’abolizione dell’art. 41 bis (della Legge sull’ordinamento penitenziario sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), il così detto “carcere duro” . 
Nell’audizione ho spiegato che se detto articolo fosse abolito, un capo mafia che dà ordini anche dal carcere, è in grado comunque di continuare a condizionare la vita di un intero paese, che considera essere casa sua dove, perciò, chiunque debba fare qualcosa (aprire un’attività commerciale, proporre un’iniziativa, ecc.) deve andare a chiedergli il permesso.
Andate a vedere le carceri del sud America oppure quelli degli Stati Uniti…altro che inumane…Ho girato il mondo e mi ritrovo a dover parlare con gente che non è mai uscito dai salotti ristretti. E poi dicono "Chi c’è dietro Gratteri?" Dietro Gratteri non c’è nessuno.>>

La legislazione antimafia in Europa. <<Alla commissione europea antimafia, presieduta dall’italiana Sonia Alfano, i parlamentari tedeschi dicevano che in Europa non c’è la mafia. Se c’è un posto, dopo l’Italia, dove la mafia investe capitali, in droga e immobili, è la Germania. La Germania è la seconda patria della ndrangheta.
La Spagna è il ventre molle dell’Europa, attraverso di essa transita gran parte della droga proveniente dal Sud America.
In Europa non c’è la cultura di controllo del territorio.
Ben più di dieci anni prima della strage di Duisburg, aveva messo in guardia i colleghi tedeschi sulla capacità di penetrazione della ‘ndrangheta in Germania, alla luce dei forti investimenti possibili a seguito dell’unificazione, che era allora avvenuta da poco.
All’epoca della strage di Duisburg (avvenuta a ferragosto del 2007), già solo dai documenti in possesso di uno degli uccisi era chiaro che in quel ristorante si svolgessero riunioni di ‘ndrangheta. I tedeschi traducevano la parola “locale” (di ‘ndrangheta) con “magazzino”. Davanti alla proposta di installare delle microspie per le intercettazioni -come si fa in Italia- i tedeschi risposero che non era possibile, le loro leggi non lo consentivano.
Occorre dunque pensare a coordinare e rendere omogenee le normative europee per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso o per traffico di stupefacenti.>>

Le “mele marce”, la polizia giudiziaria italiana e i colleghi magistrati. <<Poiché amo in modo viscerale la magistratura, credo sia mio compito vigilare perché non vi siano magistrati indegni di ricoprire il loro ruolo. Tutti gli arresti di latitanti eseguiti all’estero sono il frutto del lavoro della polizia giudiziaria italiana.
Ci sono tanti miei colleghi seri, preparati più e meglio di me, che lavorano in silenzio.>>

Poliglotta… indigeno <<Oh, non pensate che pure se giro il mondo, sappia parlare chissà quante lingue. Ho sempre un interprete che mi accompagna. Io parlo bene solo il dialetto e neanche tanto berne l’italiano.>>

Il bianco e il nero. <<Servono persone serie, oneste e perbene, libere da collegamenti esterni, che scrivano le norme necessarie per far funzionare meglio le cose.
Non so cos’è la mediazione, non mi piace mediare, perciò c’è chi mi ama e chi mi odia.
La zona grigia non esiste. Il medico o il giudice che fanno di tutto per favorire i mafiosi, non sono nella zona grigia -che è una fisarmonica, allargata o ristretta secondo convenienza- ma rispondono di associazione a delinquere di stampo mafioso.>>

La ricchezza. <<Basta avere il necessario per vivere in maniera dignitosa. La ricchezza non m’interessa, la ricchezza è una malattia. Non dobbiamo vivere pensando ai soldi, ma alla bellezza.>>

A scuola d’italiano. <<Le scuole ormai sono diventati progettifici, per seguire la caccia ai finanziamenti, si finisce col trascurare i ragazzi. Andiamo nelle scuole a parlare, ma andiamoci di pomeriggio. La mattina lasciamo studiare ai ragazzi, l’italiano, la storia, la geografia. ‘Ché poi vengono in udienza o all’università e dicono "Se io avrei".>>
Per questo ha fatto una proposta all’assessore regionale alla cultura: facciamo il doposcuola ai ragazzi. Invece di finanziare associazioni antimafia per iniziative di facciata, paghiamo insegnanti disoccupati per insegnare ai ragazzi a leggere un libro, a vedere un film, a parlare l’italiano.

L’ultimo libro: Acquasantissima. <<E’ un atto d’amore nei confronti della chiesa.
Negli altri otto libri -scritti insieme al giornalista Antonio Nicaso, n.d.r.- abbiamo fatto i nomi di più di duemila mafiosi. Nessuno ha detto niente, ha avuto da ridire.
Parla di due preti di Reggio uccisi dalla mafia nel 1862, primi preti martiri per mano mafiosa. Tutti li hanno dimenticati.
Parla di preti e vescovi che andavano in giro a fare le comunioni, armati; di preti che hanno fatto false testimonianze.
Parla di Don Giacomo Panizza, che a Lamezia ha preso in gestione un palazzo confiscato, già di proprietà dei Torcasio (la cosca egemone del lametino -n.d.r.), attorniato da altre proprietà della stessa famiglia. Don Giacomo ne ha fatto un centro per accudire i più sofferenti, gli ultimi.
Un prete che dopo vent’anni di servizio in un paese non sa chi sono i mafiosi, non è in grado di assolvere alla sua funzione, perché non è coerente con il ruolo che dovrebbe svolgere. Perciò se ne dovrebbe andare, farsi trasferire o chiudersi in un monastero a pregare.
Sono cose che non si possono tacere.
Chi ha criticato (preti, vescovi, ecc.) lo ha fatto prima che il libro fosse in libreria.>>

Gli “inchini” e le processioni. <<Le processioni in passato sono state gestite dai mafiosi, perché è un modo di ostentare il loro potere.
Non fare le processioni è sbagliatissimo. Basta solo regolamentarle, fare un albo di 100 persone perbene, che vanno a messa ogni domenica, di cui il prete è sicuro siano veri credenti. E’ lui che deve prendersene la responsabilità, attraverso un comitato. Si stabiliscono le soste e le processioni si fanno. Non farle, significa darla vinta alla ndrangheta.>>

Appello ai giovani calabresi. <<Giovani seri, in gamba, preparati ce n’è, ma non hanno spazio. Quello che dico ai calabresi è che comincino a essere più imprenditori: torniamo a coltivare la terra, a costruire le serre con i pannelli solari sopra; a produrre le primizie, che da noi maturano 20 giorni prima rispetto alla Campania o al Lazio. E farli arrivare sui mercati di Bologna o Milano 20 giorni prima degli altri, significa avere margini di guadagno elevati.>>

La pubblica amministrazione. E’ finita l’epoca del posto mendicato nella pubblica amministrazione: <<Non possiamo riempire la pubblica amministrazione di gente che non ha idea di come si vive, di cosa sia e di come si costruisca una rete turistica, visto che il turismo è una nostra grande risorsa. Forse di gente brava ce n’è nell’amministrazione pubblica, ma non è libera.>>

I calabresi 2. <<I calabresi sono disincantati, sfiduciati, non riescono a credere più a nessuno.>>

I calabresi e l’autostrada “rimandata a Dicembre”. <<Il popolo calabrese è un popolo pacifico. Ogni tanto scende da Roma un ingegnere per inaugurare 7 km di autostrada -‘ché ogni 7 km tagliano un nastro- e vi assicura che l’autostrada sarà pronta il 31 dicembre, del 2012, 2013 e 2014… Ogni volta vi rimanda di un anno….E’ mai possibile che nessuno dica niente, per una causa giusta?

Governatore? No, grazie. <<Non mi candido a Governatore. Se lo facessi potrei prendere dei voti, sì, magari mi vota e mi fa votare anche un pezzo di ndrangheta, così mi toglie dalla Procura.>>

n.b.: Foto tratta da http://www.scirocconews.it/index.php/2014/07/28/calabriaoltre-dal-4-al-15-agosto-scilla-sale-in-passerella/