SALVIAMO LA PICCOLA “SCUOLA DI GOMME” IN PALESTINA

Il diritto all’istruzione è sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (art. 26): “L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.”

Eppure, secondo un rapporto presentato da Save the Children e l’Education for All Global Monitoring Report dell’Unesco nel 2012 nel mondo ci sono stati 3600 attacchi volti ad impedire ai bambini l’accesso all’educazione e 50 milioni di loro (tra i sei e i quindici anni) non hanno accesso all’istruzione a causa di guerre e distruzioni.

A questi, rischiano di aggiungersi anche altri 160 bambini appartenenti al popolo beduino dei Jahalin, che vivono nel deserto della Cisgiordania e considerati i più poveri tra i palestinesi.

Qui, esattamente a Khan al Ahmar, un posto incastrato tra l’autostrada, i check-point israeliani e Maale Adumim, una delle colonie israeliane illegali più grandi e organizzate dei Territori Palestinesi, un’associazione ong laica italiana, Vento di Terra, ha realizzato nel 2009 la “Scuola di gomme”, 300 mq. delimitati da pareti fatte di pneumatici usati e terra del deserto di Gerico, una struttura bioclimatica progettata dal gruppo ARCò (Architettura e Cooperazione), che fino ad oggi ha ospitato un centinaio di alunni beduini, prima costretti ad andare a piedi o in pullman a quella più vicina, a Gerico, oppure destinati a restare esclusi dal diritto allo studio. [guarda il video]

Fino ad oggi, perché con una sentenza della Corte Suprema israeliana ne è stata autorizzata la demolizione insieme all’intero villaggio beduino di Khan el-Ahmar (Cisgiordania) poiché sono stati costruiti senza i necessari permessi.

Israele ha pianificato di trasferire l’intero insediamento, bambini compresi, a 8 Km di distanza, a Azaria, in un ambiente urbano vicino alla discarica principale di Gerusalemme (ancora in uso).

In quasi dieci anni di attività, la “Scuola di gomme” ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali anche da parte delle Nazioni Unite attraverso le sue Agenzie.

L’Unione Europea e di 10 senatori democratici statunitensi avevano fatto appello alle autorità israeliane perché rivedessero la loro decisione. Appelli caduti nel vuoto.

Niente e nessuno deve ostacolare l’obiettivo finale: evacuare intere comunità palestinesi e di espandere le colonie in Cisgiordania.

L’ennesimo atto di prepotenza, di assoluto disprezzo delle convenzioni internazionali messo in atto senza alcuna vergona dalle autorità israeliane, comporterà la distruzione non solo di un gioiello architettonico frutto del genio italiano ma, soprattutto, di uno strumento fondamentale attraverso il quale promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, tutti principi sui quali si regge la convivenza pacifica tra gli esseri umani.

A coloro che hanno a cuore questi principi e che, di certo, non rimarranno indifferenti, rivolgiamo l’invito a firmare questa petizione [clicca sul link]:

Salviamo la piccola “Scuola di gomme” in Palestina!

Per saperne di più:

http://www.ventoditerra.org/

http://www.repubblica.it/esteri/2018/05/25/news/alta_corte_israele_si_a_demolizione_scuola_gomme_il_villaggio_beduino_khan_el-ahmar_sara_raso_al_suolo-197300341/

http://nena-news.it/israele-corte-suprema-israeliana-luce-verde-alla-demolizione-di-khan-al-ahmar/