RACCONTI D’ESTATE: L’HIPPOCAMPUS SOLARIUM SPARRAZZAM

Cavalluccio L’estate ti regala delle perle che sarebbe un peccato mortale farle cadere nel dimenticatoio. Ecco perciò un episodio capitato appena ieri mattina sulla spiaggia scigghitana.

Eravamo sulla battigia, addritta e con l’occhio vigile, scrutando tra le onde e le pietre, alla ricerca di quegli esserini gelatinosi chiamate meduse che, per i motivi che tutti potete intuire, in slang scigghitanu amichevolmente e fraternamente ribattezzate “mmerduse”.

Eravamo in tre, tipu Micu, Ninu e Petru l’orbu. E mai paragone fu più azzeccato, perché sommando le diottrie di tutti e tre non arriviamo a coprire i 10/10 di vista. Praticamente, i niputeddhi i Mister Magoo.

Mentre facevamo la guardia e lottavamo per conquistare uno parte di specchio acqueo che fosse poco più grande i ‘na vasca i bagnu, per ‘mpuzzarci ‘na calata in verticali, tipu palu ‘ill’ombrelloni per offrire alle meduse il minimo bersaglio, arrivano due turiste.

Età media 50-60 anni, accento altitaliano, iarmate di cappellino parasole in filo di scozia e scarpette da mare in plastica colorata (una blu e l’autra russi), facevano la salutare passeggiata a ripa di mare lungo gli 800 e rotti metri del litorale marinaro.

A un certu puntu, si fermano. Volgono il loro sguardo a pochi passi dalla riva e una di loro esclama: “Uh! Guarda, un cavalluccio marino!”

E l’altra, per conferma: “Ch’è carino!”

E se ne vanno, continuando la loro salutare passiata.

Ora, è risaputu che il mari scigghitano è ricco di specie marine: monaceddhi, ugghi, marangituli (volgarmente noti come ricci di mare), ecc. A volte, è possibile incontrare anche cavallucci marini, ma più in profondità.

Da questa considerazioni, è nata la curiosità di verificare se, veramente, un cavalluccio marino fosse arrivato a farsi vedere fin quasi sulla riva. Chi lo sa? forse l’acqua è tantu cadda da aver fattu nisciri pacci anche i pacifici animaletti.

Una dei niputeddhi di Mister Magoo si avvicina quindi verso il punto in cui era stato avvistato il piccolo “Furia” marino.

Un passo dietro l’altro, cautamente, finché la verità si svela davanti all’occhiu orbignu.

Il cavalluccio marino era di una razza strana. Dopo un esame approfondito, da esperti biologi marini chi mancu chiddha i Linea Blu, ci rendiamo conto che su una pietra si era adagiata un esemplare di Hippocampus Solarium Sparrazzam.

Questa specie, in realtà, non gradisce l’ambiente marino. Il suo habitat naturale è rappresentato dai balconi o dalle terrazze delle case scigghitane.

Non avete ancora indovinato? Ah, già, scusati.

pomodori secchiPer chi non conosce il latino, dirò che l’Hippocampus Solarius Sparrazzam è volgarmente nota all’urbi e all’orbi calabrisi come “Pumaroru sicca!” 

Eh già. Il presunto cavalluccio marino, altro non era che ‘na piccula pumaroru sicca, caduta in mare da qualche sparrazza. Cu’ sapi? forse era alla ricerca di… sale marino!