Giuseppe Giordano, lo chef della porta accanto…

Piacevoli scoperte. A Scilla, nell’incantato borgo di Chianalea, al ristorante “Panoramic” (già “Xifia”) è possibile incontrare un eccellente connubio tra tradizione e innovazione nell’arte culinaria dagli esiti sorprendenti. Non solo per il palato…

Scilla (Italia), 4 luglio 2009

Conoscevo Giuseppe Giordano, scillese come me, più giovane di alcuni anni. Sapevo che da parecchio tempo girovagava per ristoranti e alberghi dell’Italia settentrionale e della vicina Europa. Ma non credevo che, varcata la soglia della cucina, vi rimanesse oltre il tempo necessario a prelevare le portate da condurre ai tavoli. Me lo immaginavo in sala ad intrattenere i clienti – e, soprattutto, le clienti – con il suo spirito goliardico e spontaneo…
Quando sono stato invitato da alcuni amici a trascorrere una serata al ristorante “Panoramic” (già “Xifia”) dove Giordano avrebbe cucinato per noi sapevo, quindi, che avrei trascorso del tempo piacevole, principalmente per il posto e per la compagnia, ma non avrei scommesso un euro che avrei gustato una cena non comune.
Percorro a piedi, dunque, il lungomare Colombo, la via San Francesco di Paola ancora disastrata dai lavori in corso e chiusa al traffico carrato – incredibile in piena stagione turistica per un posto come Scilla! -, il porto e faccio, quindi, il mio ingresso a Chianalea, subendone il fascino fatto di suggestioni visive, acustiche ed olfattive come fosse la prima volta. Mi dirigo verso piazza Porto Salvo, parte “alta” del quartiere, ed entro nel ristorante, raggiungibile anche dalla strada statale 18, pochi metri dopo la Chiesa arcipretale dell’Immacolata, in direzione Bagnara. Franco e Carmelo Santafemia sono dei perfetti padroni di casa. Sanno della prenotazione dei miei amici e m’intrattengono in attesa del loro arrivo. Nel corso della serata dovrò pure scusarmi con Franco per avergli detto che il posto non è sufficientemente ventilato: il caldo era quello che proveniva da me stesso reduce da una lunga camminata e non da una terrazza panoramica che presto si rivelerà – anche per il clima – uno spicchio di Paradiso.
A tavola. Chiara è gentile e disponibile ad ascoltare le nostre richieste e rende subito, con il suo sorriso, ancora più belle le portate magistralmente impiattate da Giordano, che si diverte a presentarcele in forme non scontate e tuttavia coerenti. Non manca mai un pomodorino ciliegino a ricordarci che siamo nel cuore del Mediterraneo, quasi una firma dello chef scillese. Tra gli antipasti non mancano i classici come le frittelle di neonata (ciciaredda a Scilla, bianchetto altrove) o le cozze marinate né novità degli ultimi anni che hanno ampiamente – e con grande successo! – superato la fase “sperimentale” come la parmiggiana di melanzane e pescespada. Giuseppe ci propone anche una “tartara” di pescespada. Ci piace, ma il nostro rapporto con la crudità o con le cotture del tutto prescindenti dal fuoco non è ancora completamente pacificato. Il resto sono sapori e odori e visioni del mare e della terra riuniti in un’armonia che difficilmente chi non cucina per mestiere e – soprattutto – per passione riesce ad immaginare.
Tale armonia raggiunge il culmine nel risotto d’oro (o dorato?) nel quale tutti i sapori – ho riconosciuto il parmigiano, i funghi, qualcosa di “marino” che non saprei dire… – non solo s’armonizzano ma sembrano fondersi in unico sapore superiore…
Il dessert è l’evergreen tiramisù… Ma poteva essere quello solito? Certo che no! E allora via i savoiardi e dentro delle cialdine morbide che immagino preparate personalmente dallo stesso Giordano, associate ad una cremina di una delicatezza tutt’altro che priva di sapore e a delle fragole succulente…
Un sorso del calabresissimo Vecchio Amaro del Capo, l’odore e il rumore del mare un po’ distante ma ancora fortemente percepibile, una brezza leggera che rende il clima semplicemente ideale, la professionalità e la gentilezza di Franco, Carmelo, Giuseppe e Chiara e la compagnia di amici aperti al sorriso rendono tutt’altro che comune una serata all’insegna del piacere dei sensi.

Giovanni Panuccio
giovannipanuccio.blog@gmail.com


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