Maigret sotto casa

Mi dirigo a casa in via della Marranella dopo un’anonima giornata di lavoro. Percorro a memoria il percorso che mi separa dal 126 c mentre, a un tratto, giro lo sguardo a sinistra e leggo “Libri d’occasione”. “Non va bene – penso fra me. Non va affatto bene”. Mi avvicino, consapevole del rischio (per le mie tasche) che questo posto potrebbe diventare una tappa abitudinaria nei miei rientri serali. Sono fortunato. La libreria in realtà è un magazzino dove è ammassata una quantità enorme di edizioni economiche e tascabili, gialli e romanzi rosa soprattutto. Non mi entusiasma. Ciò non mi impedisce comunque di chiedere informazioni sul commissario Maigret di Georges Simenon, visto che ci sono. Ed ecco che il proprietario ne tira fuori quattro, a prezzi stracciati. “Te li faccio a dieci euro tutti – rilancia il commerciante – oppure a sette se poi me ne restituisci due”. Mi limito a comprare la ristampa del numero 160 a due euro. Il titolo è Maigret ha paura e l’edizione è del 1961. Il dorso è stato fasciato con del nastro adesivo giallo inguardabile, mentre la copertina, di un rosso sbiadito dalla lettura di chi ha avuto il libro tra le mani prima di me, è sopravvissuta al tempo.

“Era triste, Maigret? No, qualcosa di più vago. Non si sentiva nei propri panni. Eppoi, negli ultimi tre giorni, aveva bevuto troppo, per necessità e senza gusto. Aveva partecipato al congresso di polizia internazionale, che, quell’anno, si teneva a Bordeaux. D’aprile. Quando aveva lasciato Parigi, dopo un inverno lungo e monotono, la primavera sembrava alle porte. E adesso, a Bordeaux, aveva piovuto tre giorni, una pioggia sospinta da un vento ghiacciato, che incollava gli abiti al corpo. Per combinazione, alcuni amici che di solito incontrava sempre a quel congresso, ad esempio il signor Pyke, erano assenti. Le varie nazioni si erano ingegnate a mandare dei giovani, che Maigret non aveva mai visto. Tutti gentilissimi con lui, molto deferenti, con l’atteggiamento che si ha per un anziano assai stimato, ma ormai scavalcato dagli anni. O era soltanto una sua idea? La pioggia interminabile lo aveva messo di cattivo umore? O c’entrava il vino che erano stai obbligati a bere nelle cantine della Camera di Commercio?”

Georges Simenon
Maigret ha paura
Arnoldo Mondadori Editore
I Romanzi di Simenon volume 160
1961
pp. 187 – 250 £


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