LA QUARESIMA CATODICA:TRA POLVERE, POLVERINI E POLVERONI

Parola d’ordine:penitenza.
Per i cristiani credenti e praticanti, è iniziata la quaresima. Dal 17 febbraio scorso, mercoledi delle ceneri, il giorno cioè in cui ci ricordano quello che eravamo e quello che ritorneremo a essere:polvere.
La stessa polvere che un fastidiusu ventu di sciroccu ci sta sbattendo in faccia da una giornata intera, facendoci assaggiare la sabbia del deserto libico.
Non è la stessa, ma sempre polvere è, anzi polverone, quello provocato nella presentazione delle liste. 
In Calabria è stata esclusa (compreso il ricorso inammissibile) la lista del Partito Comunista dei Lavoratori.
Ora, ricu ieu, già non esiste più il partito comunista (o quasi) e quei pochi nostalgici fanno una fatica boia a convinciri il Sig. B. chi non si mangiunu cchiù i figghioli. 
In più, oltre chi comunista, questo poveru partito dovrebbe essere dei lavoratori. Ma quali? 
I 400 prossimi cassintegrati del porto di Gioia Tauro o quei poviri cristi che sputano l’anima per 16 ore al giorno e ci rimettono la pelle sui piloni o dentro il cemento della “nuova” autostrada? 
I lavoratori extracomunitari, chi si ndi fuiru i notti, o quelli che si accontentano di pochi spiccioli in un call-center o servendo ai tavoli di un locale pur avendo tri lauree, piuttosto che muriri di fami o abbandonare la propria terra?
A parte la Calabria, la purbirata cchiù grossa è stata chiddha sollevata nel Lazio dalla….Polverini!
Un’incredibile serie di errori, orrori e madornali distrazioni non hanno consentito la regolare presentazione della lista del PDL, con a capo appunto l’ex sindacalista Polverini (quando si dice un nome, un destino), la quale per ora è rimasta esclusa dalla competizione elettorale. La colpa, naturalmente, non è dell’inettitudine e dell’incapacità di chi era stato preposto a tale compito, ma dell’avversario politico -nello specifico i radicali- che hanno fatto notare l’irregolarità.
Ah, quant’erunu belli i tempi della vecchia DC o del vecchio PCI di scola sovietica!
Erano partiti che avevano strutture apposite, fatte di gente che studiava le norme nella più minima virgula e, in modo scientifico,predisponeva perfino la tattica migliore per arrivare per prima o per ultima a presentare le liste, in modo da risultare negli angoli più visibili della scheda elettorale e perciò più facili da individuare per gli elettori. 
Mica si perdevano dietro a un panino o si distraevano per andare a chiudere la macchina lasciata in seconda fila!
Oggi assistiamo a un tragicomico balletto di miserevoli giustificazioni; a un continuo accusare gli altri di impedire il libero esercizio della burocrazia, attraverso il quale poter poi esercitare la democrazia.
E’ un andirivieni dai tribunali di ogni genere (penale, civile, amministrativo), ordine e grado, alla ricerca di un giudice. Un giudice che ogni volta non sembra decidere secondo la legge ma secondo…i colori. Di volta in volta, lancia la pallina nella roulette – rosso o nero, a seconda dei punti di vista- e così dà ragione a uno piuttosto che all’altro.
Già, tutti in cerca di ragione. Di quella ragione che -se non tutti, la maggior parte- in realtà si dimostra di aver perso o stare per perdere.
A proposito di polvere, polveroni e penitenza,come non parlare delle apocalittiche conseguenze di quella malanova di legge e/o regolamento ‘ngiuriatu “par condicio”?
Ma ve li ricordate le mitiche tribune politiche di Jader Jacobelli (l’unico uomo non anglosassone dalla doppia J)?
I partiti parravunu a unu a’ vota, davanti a un “plotone d’esecuzione” di giornalisti. 
Rispondevano a tutte le domande, in politichese sì -il più delle volte- ma sempre in maniera educata e pacata, tale da consentire agli spettatori di capire quanto meno il senso del discorso.
Oggi, grazie alla par-condicio, siamo arrivati ai iaddhinari, ai pollai, come li hanno ribattezzati in italiano, con i vari “polli” che a turno non fanno che starnazzare uno più forte dell’altro, finendo col sollevare solo polvere, poco aiutati in verità da conduttori che sai già come la pensano. 
C’è qualcuno che sa per quale partito votava Jader Jacobelli?
Così, non avendo più politici in grado di sostenere da soli una conversazione da “uno contro tutti”, si è passati ai talk-show del “tutti contro tutti”, dove è difficile capire chi dice cosa e districarsi in una sparatoria di ca…te, delle quali, alla fine della serata, del polverone dell’aia televisiva non resta un bel niente, a parte un fastidioso zumbichiari (ronzìo -ndr) nelle orecchie. Non a caso, Vespa docet!
Dunque, per risolvere la questione e per tagliare la testa al to.., pardon, ai polli, la decisione shock:niente più programmi di approfondimento (così li chiama chi li guarda) per tutto il mese di marzo, fino alle elezioni!
Eccoci arrivati al dunque: dopo la quaresima cattolica, ci si è inventati una sorta di quaresima tutta particolare: la quaresima catodica.
Potremmo intenderla anche come una penitenza laica o meglio laicista, se non fosse che chi l’ha ordinata e imposta, pur nella distinzione dei ruoli (che ancora dura, pi furtuna, anche se sembra tenere ca sputazza), sembra voler somigliare ogni giorno di più a nu papa, sì, ‘na speci di papa-B.!
E pirciò, se il Papa osserva il periodo di penitenza e il digiuno quaresimale, l’altro, il papa-B., non osserva, bensì impone la penitenza e il digiuno televisivi, rassicurandoci però: polverone era e polverone ritornerà.


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