Immaginarne il finale

Parlare di un libro prima che venga pubblicato, scoprirne in piccolissime dosi la trama, immaginarne il finale. La Palazzina Liberty di Piazzale Marinai d’Italia a Milano ospita dal 5 al 7 maggio la quarta edizione di “Officina Italia”, rassegna critica della scrittura in corso di libri che a breve andranno a posizionarsi sugli scaffali delle nostre librerie. La manifestazione, curata da Antonio Scurati e Alessandro Bertante, quest’anno ruota attorno al tema del “Mondo che verrà”. Le informazioni le ho prese dalla rubrica “Libri” del sito del giornale La Stampa. Dentro ci sono in anteprima gli incipit inediti di quattro autori. È stato un piacere leggerli, perché nel farlo ho pensato alla fatica enorme, e al contempo appagante, di chi insegue per mesi, se non anni, un unico sogno, vale a dire la “parola fine” del proprio romanzo.
Comincia così Bellissima, pallida, stordita dalla notte, uno dei brani del libro Momenti di trascurabile felicità di Francesco Piccolo, in uscita per Einaudi in autunno:

La domenica mattina, piuttosto presto, quando la città è vuota e silenziosa e bellissima, me ne esco e vado in giro. E succede sempre che ne incontro due, o tre, una volta addirittura cinque. Qualche volta una sola. Mai: nessuna. Sono certe donne dal viso pallido e il trucco sfregiato, infilate dentro vestiti da sera e tacchi alti, con i visi mattinieri della notte quasi insonne e gli abiti stonati del sabato sera. Addirittura, qualcosa che luccica sul volto, sul vestito o sul cappotto. Qualche volta devo girare per molti quartieri, ma alla fine lo sento quel rumore di tacchi, oppure quel portone che si apre e una di loro compare strizzando gli occhi contro il fastidio del mattino.


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