MalaReport: Dissesto idrogeologico a Scilla, simu a mari? Manca poco.

 

Nella foto sopra.. un piccolo assaggio dell’anno scorso, ma in caso ve lo foste dimenticati, ecco un breve, quanto inpreciso ed incompleto riassuntino, fatto con i nostri articoli.

27.02.07 ‘MBASCITI IUNCU CA’ SCIUMARA PASSA

27.01.09 (Ma)Le Frane – In pratica ndi iau bbona

30.01.09 (Ma)Le Frane 2 – Scilla isolata

30.01.09 Frana ia – MalaSong

01.02.09 MalaNova’s BEACH

01.02.09 Malutempu: Ultimi aggiornamenti

07.02.09 (Ma)La FranA3 – Lato Melia

13.03.09 (Ma)Le Frane – 3

22.05.09 Montagne verdi

20.09.09 Nchianaia ‘a Mulia.. e mindi calaia.

19.01.10 FRANE E IADDHINARI.. SIMU A MARI

01.06.10 I SCIECCHI BARDATI ‘I CADORNA E I SCIECCHI MODERNI

 

Sta cominciando la stagione dei delle piogge e dei monsoni, e secondo Voi cosa ci aspetta?

Cosa sarà cambiato? Siamo pronti ad affrontare una nuova stagione piovosa e, (speriamo di no) franosa?

Lo abbiamo chiesto a Massimiliana (operatrice di Protezione Civile) e al nostro Nonnu per capirci qualcosa di più.

Massimiliana: Secondo il Ministero dell’Ambiente, a proposito di dissesto idrogeologico, su 410 comuni calabresi 68 hanno un rischio "molto elevato", mentre 96 comuni hanno un rischio "elevato".  Scilla (vardacasu) e’ tra i fortunati 68….
Per la Regione Calabria, invece, i comuni ad alto rischio ambientale sono 26 e Scilla e’ sempre tra i fortunati 26…
La mappa del rischio idrogeologico in Italia negli ultimi 50 anni, tracciata dall’ Eurispes, vede la Calabria come una delle regioni piu’ a rischio con l’82,50% del suo territorio.
Scilla e’ sempre presente in quel 82,50% di territorio…
Bisogna anche, e purtroppo, aprire l’Argomento Rischio Sismico …ed anche in questo siamo senza dubbio tra i primi!!!
La classificazione sismica della Protezione Civile, colloca il territorio calabrese nella zona rossa, cioe’ ad elevato rischio sismico; e la piu’ dettagliata classificazione per comune, premia il Comune di Scilla con un bel numero 1… dove la scala, che va da 1 a 4, dice che il numero 1 va dato ai comuni con elevatissimo rischio sismico…

Classificazione 

 Mappa Zone Sismiche by INGVRischio sismico by Protezione Civile

Premesso tutto cio’, ognuno dei lettori si chiedera’ …"e ccu ndi sarba???"….

Dovremmo pensarci NOI…

Ogni Comune dovrebbe avere un "Piano Comunale di Emergenza", ossia un progetto di tutta una serie di attivita’ coordinate e di tutte le procedure che dovranno essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso, in modo da garantire l’effettivo ed immediato impiego di risorse necessarie al superamento dell’emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita.
Questo Piano Comunale d’Emergenza, di stesura complicata, deve essere redatto da persone altamente qualificate, coadiuvate da altre figure specifiche. Esso deve contenere, tra le tante cose, anche l’analisi della pericolosita’ territoriale, redatta da geologi e pianificatori territoriali, e predisporre le procedure operative.
Tra le procedure operative rientra, l’istituzione di un "Centro Operativo Comunale".
In funzione del tipo di evento calamitoso, si articola l’attivazione del Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) su base provinciale, il Centro Operativo Misto (C.O.M.) a livello intercomunale e il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per gli interventi locali. Questi centri, in caso di emergenza, debbono lavorare in sinergia.
Scilla fa parte del C.O.M.2 con sede a Villa San Giovanni, a sua volta deve avere un C.O.C. che oltre a lavorare in sinergia col COM2, e’ di vitale importanza per l’allontanamento della popolazione dalla zona colpita dalla calamita’, prestare soccorso sanitario ed allestire delle aree di prima accoglienza.
Il C.O.C. deve essere ubicato in strutture antisismiche, con aree di facile accesso, dotato di ampi spazi adatti a contenere i mezzi pesanti in caso di emergenza, dotato di sistemi informatici, con approvigionamenti idrici e fognari indipendenti, avere un sede alternativa qualora l’edificio individuato risultasse non agibile, e non per ultimo coordinare i gruppi delle varie associazioni di volontariato. Gruppi composti da persone capaci di fronteggiare determinate tipologie di soccorso in determinate condizioni estreme.
Per attuare i Piani di Emergenza e potenziare o ristrutturare il Centro Operativo Comunale, ogni Comune puo accedere a Fondi Regionali di protezione civile, previsti per legge.

Premesso tutto cio’, trovandoci in una zona altamente a rischio su tutti i fronti, sarebbe oppurtuno che avessimo un Piano di Emergenza aggionato. Sarebbe necessario inoltre effettuare delle simulazioni e delle esercitazioni per testarne la reale validita’…. per calibrarlo sulle reali esigenze del Comune,e soprattutto per addestrare la popolazione alla gestione di una eventuale emergenza.

(NON SIAM MAI!) ..prima che sia troppo tardi, segnaliamo tutto ciò a chi di dovere.

scilla

UNONNU: Solo qualche precisazione.

A dir la verità, il Comune di Scilla il suo piano d’emergenza ce l’ha. Sì, sarbatu in qualche remoto cassetto.
Nonostante ciò, che sarebbe utile solo a salvare la faccia, non esiste un C.O.C., chi non cintra nenti cu l’ovu ma è il Centro Operativo Comunale. O meglio: non c’è un vero e proprio ufficio (e stu fissa chi scrivi l’ha fatto notare a chi di dovere in più occasioni da almeno un paio d’anni) dove è raccolta la documentazione (mappe, dati sulle unità immobiliari, sulla popolazione, ecc.) che sta alla base della redazione del piano.
Il quale, purtroppo, rimane un oggetto sconosciuto -per non dire misterioso- visto e considerato che non risulta essere stata condotta nessuna esercitazione (ma mancu pi scherzu!), come viceversa è stato fatto non a Tokio ma in quel di Melito Porto Salvo e MOSORROFA, in collaborazione con l’Università Mediterranea riggitana.
Altre due cose: il piano non è un oggetto unico, nel senso chi si faci ‘na vota e si posa nto casciuni.
No, è uno strumento che va aggiornato almeno una volta all’anno, considerato che ci sono nuovi fabbricati o si demoliscono i vecchi; ci sono persone che cambiano residenza trasferendosi da un quartiere all’altro o da una zona all’altra dello stesso quartiere o emigrano (ahi nui!). Di tutto questo un piano d’emergenza non può non tenerne conto!
In più, oltre a prevedere delle zone di sicurezza dove far confluire la popolazione in attesa di soccorso, lo stesso piano deve prevedere delle vie di accesso agli stessi mezzi di soccorso (per esempio: svincolo-via Parco-via Libertà-via Raffaele Piria-Piazza San Rocco). Lungo tali direttrici, vi è l’esigenza fondamentale di far sì che i fabbricati che vi prospettano siano in grado -in caso di malaccasioni- di rimanere in piedi e di non crollare, ostruendo la sede stradale. Il che, tradotto, significa che su tutti i fabbricati situati lungo tali vie devono essere condotti opportuni interventi di adeguamento sismico, specie ove si consideri che a seguito degli ultimi disastrosi terremoti in Abruzzo, è stata emanata una nuova legislazione in materia sismica, molto più restrittiva della precedente.
Non mi risulta che tali verifiche siano state effettuate. Anzi, è certu e sicuru, che tutti i fabbricati situati sulle strade di cui sopra sono state costruite in epoca di molto precedente, quando non addirittura abusivamente e poi condonate.
Alla luce degli elementi di cui sopra: è ancora necessario parlare di Ieracari?

..no, per ora fermiamoci qua.. e ncominciamo a fare la danza della siccagna.

il MalaStaff