IL MISTERO DEI CESTINI SCOMPARSI

Ogni qualvolta ci viene il dubbio se abbiamo fatto bene a scegliere questo nome per il malasito, accade qualcosa che, alla fine, ci convince che mai appellativo fu più azzeccato nella storia del web.

E’ inutili, figghioli. Certe cose, soprattutto quelle che vanno al di là dell’umana immaginazione, inspiegabilmente (o forse sì?) accadono solo a Scilla.

 

 

Leggete cos’ è capitato, nella nota di Domenico Porpiglia – dell’associazione ‘Prospettiva Giovani’- che molto volentieri pubblichiamo.

 

Il mistero dei cestini scomparsi, si potrebbe chiamare cosi se fosse un giallo la vicenda che si è svolta nella spiaggia di Scilla. Nella mattina del 17  agosto i bagnanti del litorale tirrenico si sono trovati di fronte a una realtà triste e paradossale: ben sette cestini dei rifiuti sono spariti nel corso della notte. Non erano cestini particolarmente costosi né opere d’arte ma erano comunque speciali: erano frutto della libera iniziativa di gruppi di cittadini che hanno a cuore la bellezza e la pulizia delle nostre spiagge; un’iniziativa delle associazioni scillesi in collaborazione con i commercianti che volevano vedere una spiaggia più pulita.

Stimolare e rendere possibile un comportamento rispettoso dell’ambiente, questo era lo scopo del progetto “Spiaggia amica”, promosso da un gruppo di associazioni scillesi (Prospettiva Giovani, Libera Scilla ed altre associazioni), che ha permesso di posizionare sulla spiaggia di Marina Grande di Scilla, sin dall’inizio della stagione estiva, dei cestini per i rifiuti corredati da cartelli che invitavano a utilizzarli per mantenere la spiaggia pulita a beneficio di tutti.

Grazie al contributo di numerose attività commerciali scillesi per l’acquisto del materiale necessario e al lavoro dei volontari delle associazioni che si sono occupati dell’installazione dei cestini, nonostante il grande numero di bagnanti che ogni giorno si sono riversati sulla spiaggia pubblica, la spiaggia di Scilla, quest’anno, è apparsa più pulita.

I membri della associazioni promotrici stupiti dall’accaduto hanno iniziato a indagare sull’accaduto, le ipotesi erano le più disparate, dal gesto di ripicca fino ad un atto vandalico di qualche poco di buono. Interpellando alcuni membri del comune sull’accaduto pareva che nessuno sapesse niente, e si pensava al peggio.

Alche animati da curiosità e dalla voglia di indagare come farebbe un giornalista d’inchiesta, venerdì mattina ci siamo recati in comune cominciando a fare domande sull’accaduto. La reazione del personale del comune, dai responsabili dell’ufficio tecnico, sino al responsabile degli operai, è stata univoca: sdegno e preoccupazione insieme all’invito a denunciare l’accaduto, a forze dell’ordine e stampa.

Nel frattempo la voce si spargeva nelle stanze degli uffici comunali e tra gli operai, fintanto che uno degli operai che sono stati assunti nel corso del periodo estivo per la pulizia della spiaggia non si è presentato di fronte alle porte del palazzo del Sindaco. Interrogato sull’accaduto il giovane con molta naturalezza ha ammesso di aver gettato nei compattatori, distruggendoli, tutti i cestini in legno presenti sulla spiaggia assieme al loro contenuto, come fossero essi stessi rifiuti. La giustificazione balbettata di fronte a un gruppo composto dal sottoscritto e dal personale del comune è stata che i cestini erano danneggiati e che quindi hanno ritenuto opportuno farli sparire senza avvertire o chiedere il permesso a nessuno; il buon senso e numerose testimonianze al riguardo ci hanno confermato la scarsa possibilità che tutti e sette i cestini fossero stati irrimediabilmente danneggiati contemporaneamente, anche a fronte del fatto che tutti li hanno visti sopravvivere incolumi persino alla notte del 15 agosto e ai falò in spiaggia.

Il messaggio che hanno lanciato gli incivili che hanno spontaneamente deciso di eliminare i cestini è di una totale mancanza di rispetto nei confronti di tutti gli abitanti e i turisti della cittadina tirrenica. Non si sa cosa li abbia spinti a decidere arbitrariamente l’eliminazione dei cestini, forse solamente pigrizia di fronte alla vista dei contenitori completamente pieni e magari non facili da ripulire.

A questi signori vorremmo far capire che un bene pubblico, sia esso solo un cestino, non può essere considerato cosa propria, da buttare quando non si ha più voglia di utilizzarla; al Comune chiediamo quali saranno i provvedimenti che verranno presi nei confronti di questi addetti e a tutti vorremmo chiedere: adesso chi ripagherà i cestini?

Domenico Porpiglia