EI FU!

clip_image002Qualche giorno fa mi hanno chiamata per l’ennesimo colloquio di lavoro della mia vita. L’annuncio non era molto chiaro ma ho comunque deciso di presentarmi per capire personalmente di cosa si trattasse.

Mai avuta delusione più grande!

Per la prima volta mi hanno proposto un contratto a tempo indeterminato! Dopo lo sgomento iniziale ho ovviamente ho rifiutato, ma non prima di essermi incazzata come una bestia!

In un attimo mi si sono configurati i presupposti di un tran tran orribile: stipendio accreditato tutti i mesi, tredicesima, scatti di anzianità, malattia, ferie pagate. Ma stiamo scherzando? Dovrei forse fare un unico lavoro a vita? Ottenere un mutuo in banca per vivere per sempre nella stessa casa? Magari fare progetti per il futuro come costruirmi una famiglia, avere dei figli?

Orrore, direbbe Indiana Jones!

Dov’è l’avventura, il rischio, la creatività che è poi tipica d’un popolo di poeti, santi e navigatori?

Io dalla vita voglio emozioni!

Il mio sogno è quello di passare mesi, anni, senza riuscire a trovare lavoro, perché voglio difendere a spada tratta il concetto dinamico di mobilità e di sopravvivenza.

E poi, dove sta scritto che bisogna mangiare tutti i giorni? Ma che noia mortale!

Nel nostro Paese, purtroppo, da diversi anni non si riesce ad affrontare un problema senza che immediatamente ne venga presentata la sua ignobile caricatura.

Ma cosa ci stanno davvero dicendo i governanti che ogni giorno martellano sull’inesistenza del posto fisso, sulla necessità di spalmare tutele, su bamboccioni e sfigati?

Escludendo che siano stupidi e che non si rendano conto quindi che al massimo stanno declamando deontologie invece di governare i processi, stanno a mio avviso lavorando su due livelli di comunicazione subliminale: il primo è a breve termine, il lavoro adesso non c’è e bisognerà accettarne di ancora meno pregiato di quello precario ed intermittente che ci è stato servito come grande innovazione negli ultimi 15 anni.

Il secondo messaggio è ancora più preoccupante, perché rappresenta la loro totale incapacità e mancanza di idee su come risolvere l’annoso e sempre più tragico dramma dell’occupazione e della crescita economica in Italia.

In pratica non hanno la più pallida idea di come aiutare il Paese ad uscire da questa impasse e tentano di “educare” i giovani a cambiare prospettive e stili di vita con ridicoli e deprecabili suggerimenti.

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” direbbe Ungaretti.

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