IL RICORDO DELLE EMOZIONI E DELLE INTIMITA’ DI UNA VOLTA, NELLA MOSTRA DI TERESA D. RIBUFFO

 Come dicono i siti seri, riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa che ci preannuncia

“Traslochi Emotivi, Intimità sul filo”.

Non vi schiantati, p’amuri i Diu! Nessuno vuole sapere i fatticeddhi vostri.

E’ il titolo della personale che la scigghitana naturalizzata riggitana Teresa D. Ribuffo metterà in scena presso la Sala delle Esposizioni del Palazzo della Provincia, a Piazza Italia, per tutta la settimana prossima, dal 20 al 25 Febbraio.

Il vernissage (pi la Santa Nunziata, non è parola scustumata! viene a significare l’inaugurazione di una mostra d’arte) è fissato lunedi 20 alle ore 18.

Il tema della personale è la riscoperta, attraverso il ricordo, delle tradizioni, dei gesti semplici di una volta. E’ un viaggio nei rapporti umani di una volta, testimoniati dai panni stesi nello stesso vicolo, che era anche una sorta di pubblica esposizione della propria intimità: nu filu tu e nu filu ieu, da brave cummari. Ve li ricordate?

Nui sì! E ‘sti cosi ndi piaciunu! Malanova quantu ndi piaciunu!

Adesso, Teresa D. Ribuffo –meglio nota al pubblico internettiforo anche come Barunissa di Calabria- ce li fa ricordare a modo suo: artisticamente.

Noi vi invitiamo ad andare a vedere la mostra. Come dite? ‘U bigliettu? E’ pavatu! Dite solo che vi mandiamo noi!

Ma adesso lasciamo parlare gli addetti ai lavori, ch’è megghiu.

Ecco la presentazione della mostra, nell’introduzione a cura di Letizia Cuzzola:

Come panni stesi è un ciclo di opere che parla del ricordo, di vecchie abitudini, di gesti semplici, intimità, quotidianità. È il pensiero che si fa materia per interpretare se stesso, veste di bianco: l’anima come il colore acromatico per eccellenza racchiude tutti i colori dello spettro elettromagnetico. E così il ricordo, nella sua capacità selettiva e re-interpretativa, sempre intimo anche quando coinvolge l’Altro e lo abbraccia fra le sue pieghe, il ricordo sempre simbolico perché mai originale. Il tempo si annulla, si cristallizza in una dimensione soggettiva dello spettatore, lo sguardo è catalizzato dalla bellezza formale della composizione nell'armonia propria dei ruoli di ogni elemento ed uomo, obbliga ognuno di noi a scavarsi fino a grattare il fondo dell'anima alla ricerca di quella semplicità troppo spesso persa.

La scelta accurata dei materiali, che vanno dagli indumenti intimi ai vestiti da neonato passando per gli abiti delle bambole, rispecchia la necessità dell’artista di un confronto sincero e intimamente incontrovertibile con il proprio vissuto, con quella parte della memoria più difficile da gestire perché ancora in costruzione: la memoria dell’infanzia è una spugna fragile, non ancora in grado di decidere. Teresa è la madre e la figlia, la donna e la bambina. Si guarda in uno specchio che non riflette ciò che vedono gli occhi, ma quello che l’anima suggerisce, quello che l’inquietudine non vuole più relegare in un angolo del cuore. Ma è in questa sua personale visione che l’intero Essere si estrinseca attraverso storie individuali che sintetizzate diventano universali, i panni stesi ad asciugare al sole appartengono ad un vecchio e tradizionale mondo, dove la lentezza era gesto armonico, l’uomo protagonista di piccole grandi cose insieme a donne operose, timidi sorrisi, urla nei cortili, profumi di nostalgia.

Il dettaglio è il protagonista, come la scelta di usare la campitura come parte integrante essenziale del dipinto. Le superfici acrome sono uno spazio totale, aperto ad infiniti significati possibili, infinita riproduzione della propria realtà tautologica. Chiudendo definitivamente con la rappresentazione , definibile figurativa solo per l’utilizzo dei vestiti come soggetto agente, la pittura si confronta con l’essenza, con l’assoluto. La semplice stesura di un unico colore, assolve questo scopo, l’artista indica in modo impersonale, riducendo l’elaborazione artistica al minimo in linguaggio sufficiente ad esplicarsi, a porsi con l’enormità che ci sovrasta.

Letizia Cuzzola

 

 

“Traslochi Emotivi, Intimità sul filo”

Personale di Teresa D. Ribuffo

A cura di Gianni Brandolino

Introduzione di Letizia Cuzzola

 

Sala delle Esposizioni, Palazzo Foti

piazza Italia, Reggio di Calabria

Vernissage 20 febbraio 2012 ore 18:00

La mostra sarà aperta al pubblico dalle ore 9:00 alle 19:00 fino al giorno 25 febbraio 2012