RICORDO DI ERALDO DE LIO, UN UOMO BUONO

EDL La notizia è arrivata ieri, portata da uno strano vento di scirocco, freddo come la sensazione che ho provato appena l’ho saputo: Eraldo, lo storico fotografo di Scilla, ci ha lasciati.

Colpito all’improvviso -come a volerci fare un ultimo scherzo- da giorni lottava per riprendersi, ma alla fine ci ha salutato.

Tanti ricordi mi scorrono nella mente in queste ore, e so che sono i ricordi di diverse generazioni di scillesi che lo hanno conosciuto, che sono cresciuti accompagnati dai “click” della sua macchina fotografica.

Nelle stesse ore in cui Eraldo combatteva la sua ultima battaglia, mi è capitato di leggere una frase di Aldo Moro:

Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato, con tutte le sue difficoltà.

Ecco, Eraldo il suo tempo l’ha vissuto e raccontato attraverso le immagini, attraverso le foto che con maestria e professionalità hanno fatto ricordare e rivivere nel tempo i fatti e la storia di Scilla negli ultimi cinquant’anni.

L’ha fatto con la discrezione e l’umiltà cui oggi tutti abbiamo reso omaggio nell’ultimo saluto, nella chiesa di San Rocco.

Quel Santo di cui era particolarmente devoto, tanto che in tutti questi anni, ha ripreso in mille inquadrature, da ogni angolazione possibile, arrampicandosi sui muretti o per le scalinate o scegliendo il balcone più adatto, anche se magari pericolante, è ancora la prima immagine esposta nella vetrina del suo studio fotografico.

In tutti questi anni, non c’è stata festa di San Rocco che non l’abbia visto in prima fila, con al collo il fazzoletto dei portatori e la macchina fotografica, a fermare sulla pellicola ogni istante del trionfino, a scattare una foto a tutti i portatori, un modo per regalare loro un sorriso e alleviarne la fatica.

Credo di non esagerare se dico che a Scilla -e in giro per il mondo ovunque abiti uno scillese- non c’è casa in cui non sia conservata una foto con sopra riportata la sua firma.

Sì, non c’è buffetta, non c’è barò o vitrina di scigghitanu che non conservi una foto scattata da Eraldo, il quale ha condiviso gioia, feste, cerimonie e anche momenti meno belli, di ogni famiglia scillese.

E l’ha fatto sempre, oltre che con professionalità, con un’umanità che infondeva coraggio e fiducia in chiunque lo incontrasse.

Personalmente ricordo le foto delle partite di quando eravamo ragazzini; le foto dei “Trofeo San Rocco”; le foto delle formazioni della Reggina, le foto dell’inaugurazione della chiesa di San Rocco…e mille altre immagini.

Un mix di colori, inquadrature, sfumature, che non sono altro che lo scorrere di una vita.

Mi è capitato spesso, anche negli ultimi tempi, di vederlo magari al Comune a scattare una foto per un insediamento, una visita di un personaggio importante.

Immagini e pellicole che custodiva con particolare cura e gelosia. Spesso mi è capitato di rivolgermi a lui, alla ricerca di un’immagine della Scilla di un tempo.

Lui, sempre disponibile, inforcava gli occhiali e con estrema semplicità, di ogni immagine ti raccontava un aneddoto, un particolare, attraverso cui riuscivi ad apprezzare la foto ancora di più, riconoscendole un valore storico.

E poi come non ricordare di Eraldo i tanti pellegrinaggi a Polsi, a’ Maronna ra muntagna, quand’ero bambino; o quel modo sempre gentile di prenderti benevolmente in giro, come solo gli amici sanno fare.

Sono questi i ricordi che hanno affollato la mia mente da ieri e durante il funerale, che si è concluso con un applauso spontaneo, forte, prolungato, che da dentro la chiesa s’è propagato come un’eco fino a fuori, nella piazza, dove in tanti lo abbiamo salutato e gli abbiamo semplicemente detto: grazie.

Da oggi, dicevo a un amico, abbiamo perso un pezzo di storia del nostro paese, siamo tutti un po’ più poveri. Ci rimangono però in dote le sue foto che sono già storia e, con esse, un esempio umano che costituisce una ricchezza.

Me l’immagino adesso Eraldo, con al collo la sua macchina fotografica, seduto magari su una nuvola che il vento porta un po’ a spasso, su e giù per la nostra provincia. Me l’immagino che cerca l’inquadratura migliore per scattare, lì dall’alto, ancora una foto della sua Scilla, mentre i raggi del sole, riflettendo nel suo obbiettivo, ci rimandano giù la luce dei suoi occhi e del suo sorriso di uomo buono.

*N.B.: foto tratta da http://reggiopress.blogspot.it/2012/11/scilla-eraldo-de-lio-ci-ha-lasciati.html