IL LAVORO, L’UNICA GARANZIA DEL DIRITTO DI ESISTERE

C’è un’emergenza, tra le tante altre, che la politica italiana proprio non vede, o meglio, preferisce per comodità non vedere.
Mentre si discute di IMU, coppie di fatto, MPS, spread, conflitto di interesse, università, che, per carità, sono di certo questioni rilevanti, ma decisamente non prioritarie in un Paese come il nostro che sta platealmente collassando, non sento minimamente affrontare, con serietà e contezza della sua gravità, la questione lavoro. E quando parlo di lavoro non intendo le superficiali riflessioni populiste su come far sì che le università garantiscano sbocchi lavorativi ai ventenni neolaureati affinché non diventino choosy, bamboccioni, coglioni o quant’altro.

Se fossero solo queste le problematiche dell’Italia legate al lavoro, potremmo ragionevolmente tirare un sospiro di sollievo, confidando nel fatto che i giovani, per il solo fatto di essere “tali”, da qui a qualche anno riusciranno a trovare, con o senza l’intervento della politica, la spinta propulsiva giusta per emergere da questo baratro.

Ma c’è gente che tutto questo tempo per sperare e “tentare” non ce l’ha più. Possibile che non ci sia coalizione alcuna che metta in risalto la categoria dei “non più giovani” o “meno giovani” devastati dalla difficoltà o impossibilità di trovare un lavoro vero? Parlo di persone dai trent’anni in sù, la gran parte laureata o pluriprofessionalizzata da tutte quelle esperienze vergognose messe in atto dalla politica negli anni passati (stage, apprendistati, cococo, ecc ecc.). Persone impossibilitate a programmare qualsiasi cosa nella loro vita, data la spada di Damocle del precariato che pende inesorabilmente sulla loro vite. Un reale e numeroso esercito di disoccupati che non potrà mai costruire un bacino di consumatori che consenta al Paese di autofinanziarsi.

Chi di loro ha avuto più coraggio (o, se vogliamo, incoscienza) ha scelto di farsi una famiglia o di tentare la strada dell’imprenditoria. Costoro nella migliore delle ipotesi lottano ogni giorno per far quadrare i conti a fine mese, nella peggiore, hanno dovuto affrontare fallimenti di vario genere, arrivando, talvolta, anche al suicidio. Basta con i triti e ritriti siparietti politici e con le discussioni propagandistiche di questa o quella fazione. Che la politica inizi ad affrontare i problemi reali e più urgenti di una generazione che ha il diritto di ESISTERE….