REGIONE CALABRIA: CRONACHE DA UN CAMPO DI BATTAGLIA –LA PRESENZA ASSENTE

Mentre il mondo gira governato dalle leggi della fisica, la Calabria gira governata…a modu soi, cioè nel modo in cui decide di farla girare chi tiene tra le mani il volante di una macchina sempre più vecchia, fuori moda: una “Euro 0” che continua a impestare anche l’unica cosa che il mondo intero ci invidia, l’aria, dove però il sole continua a splendere ancora.

La Calabria è distante dal mondo reale, ben più di due clic di barra spaziatrice che ne rappresentano benissimo il distacco nel racconto che segue. La Calabria sfugge a ogni legge, si muove di moto proprio, da non confondere con il “motu proprio” latino. Il motu proprio è indice di “propria iniziativa”, il moto proprio calabro ne è l’esatto contrario, è il killer di ogni iniziativa: imprenditoriale, culturale, ecc.

Ecco a voi la seconda puntata nel nostro viaggio negli ingranaggi burocratici della nostra Regione, dove oggi spicca una presenza particolare: una presenza assente.

C’è ma è come se non ci fosse, mille volte più dannosa di un’assenza presente. L’assenza presente magari è lontana, ma ti stimola a fare, ti conforta. La presenza assente è il suo esatto contrario: è lì, potrebbe aiutarti ma non lo fa, non si muove, e con la sua assenza ti smonta, vanifica i tuoi sforzi, i tuoi progetti. La presenza assente non può governare nessun meccanismo produttivo, perché è di per se stessa improduttiva, altamente distruttiva.

E in questo perenne gioco calabro di quello che è e del suo esatto contrario, in questa “zzimba” melmosa –peggio di qualsiasi palude- l’unico modo di muoversi è quello di cavalcare non un cavallo agile e veloce  –non sarebbe a suo agio e andrebbe più veloce della “Euro 0”- ma un maiale, l’unico “mezzo” Regionalmente riconosciuto e autorizzato a circolare, senza bisogno di pagare il bollo.

 

Scrivo. E mentre lo faccio caccia israeliani bombardano la Siria. Siamo in Guerra. Non da adesso, ma da sempre. E lo siamo per obbligo di legge. Per giusta causa. E per giusto nemico. Dichiarazioni non scritte. E  regole d’ingaggio segrete. Evviva! La chiamano democrazia. In realtà è legge ferrea del Capitale che sprigiona odio e lo rende per sopravvivenza necessario. In qualsiasi angoli della terra ci troviamo, siamo sempre posti come avversari di qualcuno.  Eterna è la lotta. Mortali i lottatori. Guerre umanitarie. Guerre monetarie. Faide elettorali. La politica si alimenta così. Questo è il suo carburante. Va avanti a tutto spiano. E si fa ragione con la canna del fucile. A colpi di mannaia e di mortaio. E con la santa benedizione della chiesa. Del potere pastorale. Dell’omelia che nella retorica tutto annacqua e sbiadisce. Non esiste limite. Non esiste margine. Non c’è differenza. Ogni tanto si avvertono segnali confortanti, ma è tutto un bluff! Borse euforiche? Indice dei titoli alle stelle? Ma anche i prezzi al consumo. Non si capisce cosa c’è da brindare! Cos’è tutta quest’euforia se miseria e povertà imperversano sempre di più. A colpi di rigore e di austerity. No problem! Nuove iniezioni di liquidità. Che poi non son altro che iniezioni di coca. E  di eroina. Sangue infetto. Fluido, incandescente da spedire nelle vene dei circuiti bancari e finanziari. Un click…!.Un boom…! Uno sniif.!.  E i drogati aumentano sempre di più. Nelle piazze e nei mercati di tutto il mondo. Le vittime pure. Le bolle s’ingigantiscono per lasciare inalterati i prezzi. Tanto rumore per nulla. Tutto ha un nome e anche un prezzo da pagare: Asset inflation! E diciamo pure grazie a Keynes! E alle sue bombe a grappolo con effetto moltiplicatore. Di euforia. Di idiozia. E di miseria.

Buongiorno Signori interrompiamo i programmi per comunicarvi che qui in Calabria nonostante tutto c’è una splendida giornata. Il sole è sempre lì, vigile e attento. Alto. Fiero. E poderoso. Questa giostra chiamata mondo gira inesorabilmente. E conserva sempre un fascino particolare. Sempre un posticino di luce in questo angolo buttato nel dimenticatoio. In questo limbo di terra bagnato dallo Ionio. In questo misero luogo deve il tempo s’è fermato. Dove il tempo s’è perduto. Gli spacci d’agenzia e i bollettini di guerra possono attendere o andare avanti tanto non fa alcuna differenza. Qui siamo in sosta permanente. Perenne. Forzata. Ogni tanto si avvertano sussulti che fanno da eco a piccole scosse metallurgiche. A piccoli starnuti o rutti blasfemi provenienti dagli altopiani silani. E noi siamo qui a comunicarveli in tempo. Dalle nostre postazioni. Dai nostri campi di lavoro. Dai nostri  ghigni di battaglia. La notizia di oggi è di quella eclatante. Il Papa si è dimesso? No trattasi di un “pollo” nostrano. Un politico. Un assessore delle Attività “improduttive”. Un succhiatore incallito di plusvalore. E’ da mesi che è scomparso, non si vede più. Tutti lo danno per disperso, per morto. O per latitante!  Nessuno sa dov’è! Sembra volatilizzato. Vaporizzato. Senza lasciare alcuna traccia. Nessuno lo cerca. Perché assenza o presenza  per la gente non fa alcuna differenza. Proviamo a capire dov’è. Come lo ammazza il tempo. Anche perché i pubblici ufficiali di servizio confezionano mensilmente per lui e per il suo vicinato laute ricompense. Forse è su un fronte di guerra? Anche lui in prima linea? Magari con la cartella in mano! Da bravo scolaretto dietro una lurida vetrata di pedanteria della Regione Calabria in attesa di un timbro. Di una ricevuta. Di un protocollo per una pudibonda pratica d’ufficio. Una piccola richiesta di contributo. Un piccolo incentivo per favorire qualche cliente a coltivare un’orlatura in giardino. E pensare che da agronomo ci volevano tre ore d’attesa. Ora giusto un minuto. Giusto un saluto e un baciamano al mandatario di turno. D’altronde la politica è guerra! Guerra continuata con altri mezzi. E noi siamo cavalli da soma. E la combattiamo così.  Il telefono squilla. Urla. E lui niente. Non risponde. E non si muove. Sembra un mammut di bronzo. Una scultura arcaica appoggiata come souvenir sul comò. Ma come c’era da fare quella riunione presso i comuni per spalare tonnellate e tonnellate di merda proveniente dai POR Calabria! Si.. dai!.. quella mitica linea d’intervento dove ballano 5 milioni di euro…quel software vuoto proveniente dalla Sardegna acquistato a prezzo d’oro!  Per la gioia di notabili, ballerine e consulenti elemosinanti! Si ricordi bene assessore! Che poi la lasciamo dormire. L’accompagniamo noi verso il suo candido vegetare. Avevamo perso solo (!) dieci giorni per contattare tutti quei sindaci “compari” arroccati su quei campanili comunali. Li avevamo bombardati di fax, mail, pec….giusto per scuoterli un pò.  E almeno oggi lo volevamo con noi perché eravamo riuniti nel suo comune natio.. Eravamo venuti noi fin qui per non scomodarla. Ma nessuno dei presenti sa dov’è. Dicono che non si vede da mesi. Ogni tanto a dire il vero un accenno sembra regalarcelo. Beato, come spesso gli accade, soprattutto quando non c’è da scomodarsi per andare nel capoluogo calabro, si alza alle ore 12.00 dopo aver inghiottito un intero cinghiale fino alle 03.00 del mattino. Per altro senza mai masticare.. Cullandosi come un bebè e senza interessarsi d’altro se non di stupide pratiche d’ufficio. Divenute oramai un feticcio. Sono mesi che tira dritto. Non prende più lo svincolo del cavalcavia per recarsi dal suo Ente di pubblico beneficio. Un’occhiata ogni tanto al suo assessorato forse sarebbe di troppo. Percorre la strada statale 106 quasi ogni mattina con disinvoltura. La Regione Calabria oramai è la sua meta ambita. Tanta agognata quanto preferita. Un piccolo squillo in segreteria per comunicare la sua missione privata. Elargita con soldi pubblici. E poi subito via!. In quella “splendida” città capoluogo che porta il nome di Catanzaro.. Ormai non si vede nemmeno più gente sostare dietro la sua porta. Non c’è più attesa nemmeno per un semplice delirio. Tutti si sono fatti un’idea. Da buon politico è riuscito a mettere tutti d’accordo. Usa il suo “misero” ruolo per non sostare più di tanto dietro una pratica d’ufficio. Cambio di marcia. Non più toc-toc ma… hoplà! Salto dalla finestra. Una graduatoria confezionata tutta per lui. E per la sua gente. Un progettino tira l’altro. E voi cosa aspettate? Muovetevi se non volete restare a piedi! Il mandato sta per terminare. Volete piantare semi di camomilla? Volete un nuovo pagliaio per fieno e letame fertilizzante? O volete un nuovo porcile? Venite allo studio privato e lì troverete i miei uomini a darvi assistenza. A me solo un misero voto e un cestino delle merende da mettere sotto l’albero di Natale! E se poi da qualche recinto scappasse qualche agnellino sarebbe un gradito boccone per un augurio Pasquale!

Scrivo. E mentre lo faccio un altro imprenditore si è suicidato. Si è impiccato. Nello scantinato di casa. Soffocato dai debiti. E’ ufficialmente morto assassinato dalle banche. E’ l’ennesima vittima di Stato. Un nuovo caduto in guerra. L’esercito del crimine legalizzato ha colpito ancora. Asset inflation a colpi di usura. Poteva guadagnarsi un posto di riguardo nella mensa dei poveri gestita dalla “misericordia”. Ma a questa ulteriore pena non ha resistito. Qui da noi potevamo ospitarlo. Aiutarlo.  A lui, ai suoi operai e alla sua famiglia. Abbiamo il “Centro permanente temporaneo” più florido al mondo. A due passi dal mare. Un soggiorno veramente degno di clausura. Qui si amministra lo Stato che è una meraviglia. La chiesa ormai si è fatta ragione. E sui banchi dei consigli comunali le vendite al dettaglio non si fermano. Imperversano. Riparte il mercato delle preferenze. Anche se non è il turno delle schede ballerine e dei voti a 50 euro. Delle spese gratis ai supermercati. Degli sconti sulla benzina. Delle bollette della luce, del gas e del telefono pagate. Delle ricariche per cellulari. Le elezioni Politiche non sono di certo come quelle Comunali, Provinciali o Regionali. Svegliatevi gente! C’è altro a cui pensare. Gli intrighi di palazzo rimbalzano nelle piazze e arrivano fin dentro le case. Le autorizzazioni per nuove costruzioni sono le uniche scaramucce da stabilire per le ulteriori ondate di cemento. E intanto le buste di plastiche dei rifiuti occupano abusivamente le strade. Una volta nel quartiere periferico di “fondo Gesù” brillava un campo da calcio dove da giovani si andava a giocare. Oggi un vermicaio di case e lì a fotografare uno scempio edilizio. Fatto per lo più da uffici sanitari. Farmacie. Negozi di abbigliamento. Supermercati. Un minestrone di affitti dorati del centro “il granaio” ad ingrassare emittenze ed eminenze locali.  E poi che dire della nuova chiesa costruita lì, a glorificare il vile scempio! Il parroco a messo tutti a tacere. Tutti d’accordo. Con la santa benedizione dei politici, degli enti terzi, delle associazioni e degli ordini professionali. Ha pattuito tutto. Scambiato l’ostia con 30 denari. E santificato il contratto di quartiere. Tutto procede secondo un copione millenario.  Stantio. Asfittico.  E mentre imperversano suicidi di massa. Piazze che bruciano. Teste di ponti che saltano. Corti circuiti economici, finanziari, militari.. Lui è sempre lì, fermo. Immobile. “Dato il mortal sospiro”! Sembra un santuario di marmo. Anche dall’elenco della Giunta provinciale di botto è scomparso. Cancellato. Quel tavolo non gli faceva più effetto. Senza tovaglioli e stoviglie era una noia.. Solo parlare, parlare e poi..… parlare. Oramai la sua assenza non fa più notizia. Il vento a dire il vero ogni tanto gli fa compiere qualche passo. Il mondo gli sta crollando addosso. Ma è tempo di quaresima. E domani c’è da andare a Catanzaro..Questa volta nel cofano della macchina si è fatto confezionare un maialino per portare i saluti al suo integerrimo Padrino..!

Filippo Violi