“CROTONE”, UN GRIDO DI DENUNCIA CHE DIVENTA PREGHIERA IN MUSICA

tn_inquintamentoDalla nostra corrispondente in terra Pitagorica ci giunge una segnalazione canora di cui riteniamo opportuno informare gli aficionados del Malasito e anche tutti coloro che vi si imbattono solo per caso.

Parliamo di un brano partorito –è proprio il caso di dirlo- da una delle più conosciute band nostrane, il Parto delle Nuvole Pesanti, con la partecipazione di Fabrizio Moro -tratto dal primo singolo dell’album “Che aria tira”. Il titolo è secco, perentorio, da manifesto: CROTONE

Ora, la nostra Kroptonite è pienamente coinvolta nella realtà che il brano descrive,  e quindi il suo giudizio potrebbe sembrare –agli occhi di chi legge- viziato da troppa benevolenza o anche dal suo esatto contrario, perché la nostra terra noi calabresi la amiamo ma, allo stesso tempo, la odiamo per le tante storture che la indeboliscono e la danneggiano e che, ahinoi!, non riusciamo ad eliminare.

Dunque, a noi il compito di commentare il brano in questione, cosa che facciamo molto volentieri.

 

267px-Madonna_di_CapocolonnaCROTONE è un manifesto, un grido di denuncia, un’invocazione alla Madonna e al Creatore, perché il cielo sopra la città torni a essere sempre più blu. E qui, diciamolo subito, giunge chiara l’eco dell’urlo di un altro artista calabrese, crotonese doc: Rino Gaetano.

Ce lo hanno fatto ricordare sia la forza del testo (che invitiamo a leggere prima di ascoltare la canzone) che la musica del brano. Non temiamo di esagerare se pensiamo che anche Rinuzzo nostro non sarebbe stato zitto e avrebbe lanciato il proprio urlo di dolore per la propria terra, sovrastata dalle nuvole pesanti dell’inquinamento che ha impregnato non solo l’aria, la terra, il suolo ma anche le istituzioni, dove primeggiano “pittoreschi personaggi senza nome e né cognome” perché, privi d’identità personale, si piegano (a raccogliere mazzette) sotto il volere del vero potente di turno. Un mix letale, che costituisce la “casta che ci inquina l’aria”.

E’ una canzone-manifesto, un cartellone appeso, piantato con la forza della rabbia, un appello lanciato con “una voce che sovrasta l’omertà e la presunzione” di questi indegni personaggi invertebrati, privi di spina dorsale, che per stare in piedi hanno bisogno di essere sorretti dal potere politico.

Ma nessun potere politico, nemmeno l’Istituzione più alta ha dimostrato di essere finora capace di risolvere il problema e di fare giustizia per le tante morti innocenti causate da scelte scellerate, che hanno ammorbato un paesaggio naturale, una parte di quel Sud dove “il mondo è tutto sole”, che fa invidia a tanti.

Allora, visto che è inutile rivolgersi alle autorità statali, diventa naturale rivolgersi –ci si passi il termine- alle “autorità celesti”.

Il grido di liberazione, l’appello civile, si trasforma in preghiera. E le preghiere si rivolgono solo ai Santi e alla Madonna o al Dio creatore.

Si facciano davvero i conti, si tirino le somme di questo scempio ambientale e sociale che ha fatto sì che gli uomini vengano trattati come topi ed offende non soltanto i calabresi ma tutti gli italiani. Al Creatore e alla Madonna è rivolta dunque una preghiera di giustizia per “la gente che si infetta, che si prende un bel tumore a vent’anni già si muore!”. E’ una preghiera in musica che sale forte e alta nel cielo, quel cielo che tutti noi vogliamo continuare a vedere sempre blu.

‘A Maronna mi nd’aiuta!

 

CheAriaTira_cover

CROTONE

A Crotone, a Crotone, c’è Pitagora e Milone,
c’è l’arancia coi limoni e l’amianto nei polmoni.
C’è un sacco di veleno infiltrato nel terreno,
dove sorgono le scuole, e i bambini stanno al sole;
i bambini sull’amianto, e le madri con il pianto,
i bambini innocenti vittime dei prepotenti.
Che peccato!, che peccato!, che abbia solo scaricato,
tonnellate, tonnellate, di veleno in mezzo al prato.
La bonifica che aspetta e la gente che si infetta,
che si prende un bel tumore a vent’anni già si muore!

Sentiva— l’odore d’uovo marcio,
durante i pomeriggi di partite a calcio.
E mi sentivo male, per quella fabbrica…!
Ma quando vado a Sud, lo trovo tutto a Sud,
in questo grande Sud, il mondo è tutto al sole.
E quando guardo il cielo lo vedo blu,
e quando vado al mare io non capisco più.

A Crotone, a Crotone, la Madonna in processione.
La Madonna però è nera, e rivolge una preghiera.
Dal casale, a Bagnoli, da Taranto a Crotone:
criminali della morte tutti quanti in prigione.
Ma Crotone non s’arrende, si rivolge al presidente.
Il presidente fa il coniglio e non da nessun consiglio.
In catene – il capo di stato – il presidente era sbagliato.

Sentiva— l’odore d’uovo marcio,
durante i pomeriggi di partite a calcio.
E mi sentivo male, per quella fabbrica…!
Ma quando vado a Sud, lo trovo tutto a Sud,
in questo grande Sud, il mondo è tutto al sole.
E quando guardo il cielo lo vedo blu,
e quando vado al mare io non capisco più.

Ma la gente di Crotone si rivolge al Creatore,
e Il Potente manda a dire che ci vuole tanta fede.
Fede in quella Santa Donna, faro di Capo Colonna;
Oh Madonna, pensaci tu!, perché il cielo ritorni blu.
A Crotone, a Crotone, appendiamo un cartellone,
una voce che sovrasta l’omertà e la presunzione
di una casta che ci inquina l’aria che è in circolazione;
pittoreschi personaggi senza nome e né cognome.
A Crotone, a Crotone, ora i conti vanno fatti,
perché gli uomini non vanno mai trattati come i ratti!
Tra convegni, appuntamenti, le mazzette e campisanti,
ci sentiamo un poco offesi tutti quanti, tutti quanti…
Milanesi. Siciliani. Romani e Bolognesi. Napoletani… e Calabresi.

Ma quando vado a Sud, lo trovo tutto a Sud,
in questo grande Sud, il mondo è tutto al sole.
E quando guardo il cielo lo vedo blu,
e quando vado al mare io non capisco più.