#SALVIAMOCAPOCOLONNA DALL’IGNORANZA DURA COME IL CEMENTO: UN PARCO ARCHEOLOGICO A RISCHIO TOMBATURA

Teatrini politici alla “Totò e Peppino” nei quali manca solo che spunti anche un Totò capace di vendere Capo Colonna come la fontana di Trevi. Accuse reciproche, scaricasale burocratici  che sono vere e proprie gare nel dichiarare di “non avere” competenza, mentre sarebbe il caso che si avesse il coraggio di ammettere di “essere” incompetenti, oltre che ignoranti di una storia che la Calabria non vuole perdere. Reportage esclusivo da Crotone

PicsArt_1409743159289Avrei voluto iniziare questo articolo con “C’era una volta”, nel rispetto della tradizione delle fiabe più belle e autorevoli, ma, purtroppo, la mia memoria fatica a ricordare una “volta”, durevole, migliore dell’attuale. Quello che si sta consumando in questi giorni a Capo Colonna, uno dei parchi archeologici più importanti dell’intera Magna Graecia, è solo l’ennesimo scempio di un baratro senza fondo in cui gli “amministratori”, di ogni livello di governo, hanno fatto sprofondare un’area dal potenziale enorme.

Il parco è da anni tristemente connotato da: mancanza di manutenzione ordinaria (potatura alberi, taglio erba); carenza di illuminazione (lunghi tratti sprovvisti di cavi elettrici, per diatribe tra il Comune e l’ente gestore su chi sia competente alla riscossione delle bollette); scarsità e assenza di collegamenti e cartellonistica stradale, finanche di pensiline che indichino dove e a che ora aspettare gli autobus di linea; inesistenza di servizi igienici fruibili e di aree di ristoro (panchine, punti informativi, negozi di souvenir, chioschi); sporadica raccolta rifiuti, oggetto di interesse reale solo degli innumerevoli randagi della zona, che puntualmente li spargono nei campi circostanti; per non parlare poi dell’abusivismo edilizio e delle condizioni del manto stradale che conduce a Capo Colonna, talmente devastato e pericoloso da dare al visitatore malcapitato la concreta impressione di trovarsi lungo la striscia di Gaza. Per chi proviene da Catanzaro percorrendo la SS. 106, il contesto paesaggistico si arricchisce, tra l’altro, di un vasto parco eolico e una centrale gas dell’Eni, e l’assenza di una normale segnaletica, rende indispensabile l’utilizzo di un navigatore satellitare per evitare il concreto rischio di smarrirsi in un labirinto di bivi, capace di fare desistere anche il più temerario degli avventurieri.

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L’ultima deturpazione, in ordine di tempo, è avvenuta solo pochi giorni fa quando, in attuazione di alcuni interventi previsti dal progetto denominato “Spa 2.4 Capocolonna”, si è proceduto ad asfaltare parte del piazzale antistante la Chiesa di Capo Colonna, sebbene scavi condotti anni addietro abbiano portato alla luce resti di costruzioni attribuibili, probabilmente, al foro della colonia romana fondata nel 194 a.c. Sempre lo stesso incomprensibile progetto prevede la realizzazione, con tanto di trivellazioni, di una tettoia di circa 20 x 10 metri e dal peso (e quindi dalla spesa!) spropositato. La struttura dovrebbe servire a proteggere e a rendere fruibili importanti mosaici, scoperti già nel 1910 dal noto archeologo Paolo Orsi, per i quali, però, non è stato previsto alcuno stanziamento orientato al restauro.

Tali lavori, oggi, sono stati forzatamente sospesi grazie all’intervento di un comitato spontaneo di cittadini crotonesi, supportati dalle associazioni “Gettini di Vitalba” e “Sette Soli”, che hanno occupato il posto presidiandolo costantemente h24.

10915136_442131039270972_343005074061934017_nPer quanto riguarda poi l’interesse e l’impegno politico per la salvaguardia dell’area, non basterebbero le colate di cemento previste dal succitato progetto “Spa 2.4” per stendere pietosi veli. Le vicendevoli accuse di competenza tra gli enti del territorio, lasciano da sempre il parco nell’abbandono più totale. Sono anni che si auspica l’insediamento di un tavolo di concertazione focalizzato a risollevare le sorti di Capo Colonna e a dare respiro a tutto il territorio, tra l’altro interessato da una preoccupante erosione costiera che, tra non molto, potrebbe rendere il parco visitabile dai soli sub!

Tempio_di_Hera_LaciniaEppure il promontorio vanta, tra l’altro, un museo frutto di 30 anni di lavori, semisconosciuto e completamente disorganizzato, un anfiteatro meraviglioso ma quasi completamente inutilizzato, e per anni ha ospitato un prestigiosissimo evento culturale, il Festival dell’Aurora, che la politica è stata capace di far morire. Si capisce benissimo quanto un minimo utilizzo di tali risorse potrebbe giovare all’economia di Crotone e del circondario.

Tornando al teatrino politico di questi giorni, certamente farebbe concorrenza ai migliori siparietti di “Toto e Peppino”: il ruolo di Peppino è puntualmente ricoperto dall’onnipresente disinteresse del Peppino regional popolare, al secolo Vallone, Sindaco di Crotone, nonché Presidente della Provincia, Presidente dell’ANCI e Presidente del PD regionale, il quale, dopo aver difeso a gran voce il progetto, lavandosene contemporaneamente le mani alla Pilato-maniera, perché di competenza Sovrintendenza, ha finito per lamentarsi duramente con il Premier Renzi dell’intervento della Ministro Lanzetta (sollecitato da parlamentari 5 stelle, i quali sulla questione hanno anche interrogato ripetutamente il Ministro Franceschini) rea, a suo dire, di ragionamenti da mercatino rionale. Per il resto tra teatrini e mercatini, si sono susseguite le solite immancabili e offensive dichiarazioni di chi, per non ammettere un madornale errore, grida alle strumentalizzazioni, ai populismi, ai qualunquismi, incapace di capire che questa volta il solito alibi per abbattere una legittima protesta non regge più, essendo evidente anche agli occhi di un cieco che la storia, l’archeologia e la cultura non possono essere abbattute sotto i colpi della scure dell’ignoranza.

E la Chiesa in tutto ciò? Ovviamente non una parola a difesa del territorio, non un gesto di solidarietà ai manifestanti. Capo Colonna è, praticamente da sempre, un luogo di culto molto gettonato per matrimoni e riti religiosi di ogni sorta. Ovvio che l’asfalto intorno al santuario (tra l’altro un luogo che dovrebbe essere raggiunto solo a piedi e non con le auto) ben si presta ad un business, quello delle cerimonie, che in Calabria non è minimamente scalfito da alcuna crisi economica.

occupy-capocolonna-39Una nota positiva in tutta questa vicenda ci tengo però a sottolinearla. Era davvero da anni che non si registrava a Crotone un simile sollevamento popolare per una giusta causa. Eppure, tra inquinamento galoppante, bonifica mancata, trasporti inesistenti, disoccupazione stellare (per citare solo alcune delle nostre problematiche), non mancano certo le ragioni per una sana ribellione al sistema. La città si è svegliata nel momento stesso in cui hanno provato a strapparle le radici, quelle di una storia gloriosa che parte proprio dal promontorio Lacinio e che vi invito ad approfondire sia venendo sul posto a sostenere la nostra battaglia, per una Calabria più sana e coesa, sia dedicando pochi minuti del vostro tempo a capire di che risorsa immane stiamo parlando.

link: http://it.wikipedia.org/wiki/Area_archeologica_di_Capo_Colonna