CROTONE VISTA DALLA TV: FATTI, MISFATTI E MIRACOLI AL CONTRARIO

Come molti italiani, ieri pomeriggio, all’ora di pranzo, ho assistito alla puntata de “L’Arena” di Massimo Giletti, parte della quale è stata dedicata alla città di Crotone, in Calabria, Italia (scusate, lo scrivo per ricordarlo a me stesso, prim’ancora che a chiunque altro).

Premetto di non essere ben addentro alla realtà crotonese, perciò mi limito a qualche semplice osservazione che, con molta probabilità, avrà fatto anche chi la trasmissione l’ha vista dall’alta Val Brembana e Crotone non sa nemmeno dove sia (per questo l’ho voluto ricordare sopra!).

Come sa chi segue questo sito, più di una volta ci siamo interessati ai strani accadimenti crotonesi. In alcuni casi i fatti sono rimasti circostanziati a livello provinciale, in altri hanno assunto valenza regionale, in diversi dei casi capitati di recente, il palcoscenico su cui si è dovuta esibire la città pitagorica –suo malgrado, i suoi cittadini ne avrebbero fatto volentieri a meno!- è stato quello nazionale.

Mi riferisco, per esempio alla classifica annuale di gradimento stilata da "Il Sole 24 Ore". Mentre i reggini si sono dichiarati soddisfatti (l’anno scorso però, le cose sono già cambiate, un po’ in peggio) del passaggio dal “Modello Reggio” di Peppone Scopelliti al modello –sì, inteso come quello che fa le sfilate, considerato che pare sia molto apprezzato dal gentil sesso in riva allo Stretto- Peppe Falcomatà (al quarto posto, con il  62%), a Crotone possono “vantarsi” di un primato: ultimo in classifica è il loro Sindaco, Peppino Vallone, 99°. Ancora un puntu e faciumu cuntu paru, mannaia! In ogni caso, un motivo di consolazione c’è, anzi due: il vangelo cristiano insegna che gli ultimi saranno i primi; i nostri nonni ci hanno insegnato che cchiù scuru ra menzanotti non poti viniri. Forza e coraggiu!

noleggio pullman crotoneE però lo ammetto: lo invidio Peppino! Sì, invidio la sua calma olimpionica (merito della strafottenza, come pensano in molti dall’altro lato della landa calabra? Può darsi!). A guardarlo in tv è  bello fresco come acqua di sorgente, ci fossero le olimpiadi della calma politica, sarebbe da medaglia d’oro-d’argento-bronzo. Altro che ultimo! Per me andrebbe sul podio, senza rivali tranne forse il Prodi-mortifero.

Per fortuna sono passati solo ventiquattro ore dal 25 Aprile, che ci ha ricordato che siamo un Paese democratico (sulla carta, almeno). Sì, perché a vedere le immagini dei crotonesi che assaltavano il Palazzo del potere, mi ha richiamato alla mente un’immagine del passato: sembrava di vedere il popolo che, da queste parti, si è rivoltato contro il Principe Ruffo, rimasto chiuso nel suo castello e poi, però, costretto alla fuga.

Ma la storia è storia, la realtà è diversa. Fare il sindaco non è certo facile, specie alle latitudini nostrane: c’è cu’ ‘a voli cotta, cu ‘a voli crura, ma c’è puru cu non c’interessa s’è cotta o crura, ‘a voli e basta. E s’a pigghia! Perciò è fondamentale mantenere la calma, e il sindaco Vallone, come detto, ne ha.

Ce n’è voluta tanta di calma, per non farsi andare in acido il sangue e di traverso le braciole nel sugo domenicale, a vedere le immagini di quella villa abbandonata a se stessa, piena di erbacce, siringhe e chi più ne ha, più ne butti. Certo, la realtà trasmessa dalle immagini non è sempre la realtà vera, ma in questo caso non ci si può certo voltare dall’altra parte. E’ vero, di aree degradate ce ne sono ovunque: se solo facevi una passeggiata sul corso Garibaldi a Reggio fino a pochi mesi prima delle elezioni, ci trovavi buche, cani e punkabestia a "inghirlandare" la via. E’ altrettanto vero, però, che un sindaco che ci tiene al decoro del suo paese  fa di tutto per porre rimedio a situazioni come quella villa mostrata in tv, e non si affida ai soli 5 operai addetti al verde i quali, pala in mano, erano tutti concentrati in uno stesso tratto di verde di pochi metri, evidentemente particolarmente bisognoso di cure manutentive.

Ora, per un momento, mi metto nei panni del telespettatore della Val Brembana e mi chiedo: anche davanti all’inerzia di chi amministra, com’è possibile che in una città di più di 60.000 abitanti (in Val Brembana dubito che lo sappiano, ma gli abitanti questi sono) non si riesca –non dico non si voglia, perché credo che non sia così- non si riesca, dicevo, a organizzare uno straccio di manifestazione ecologica? In uno, massimo due giorni, con l’impegno di 1/1000 degli abitanti, quella villa e altri punti della città potrebbero ritrovare la loro antica bellezza, oggi purtroppo nascosta.

Ma perché i crotonesi si sono ribellati al Principe…pardon, al sindaco e all’amministrazione tutta? Per i soldi.

Sì. perché in epoche come queste, segnate da recessioni, stagnazioni, crisi e disgrazie economiche (e non solo) di varia specie e natura, nulla fa più male, agli occhi, al cuore e allo stomaco dei cittadini onesti, che veder sperperare dissennatamente i soldi pubblici, cioè di tutti.

E’ successo, infatti, che da un’inchiesta di un periodico locale, “Il Crotonese”, amplificata poi dalla trasmissione di Giletti su Raiuno, è saltato fuori che il Comune pitagorico ha speso nel 2014 ben € 357.000 per pagare i consiglieri comunali componenti delle commissioni consiliari, riunitisi per ben 1.478 volte a discutere dei problemi della città. A far due conti, vuol dire che ci sono state più di 123 riunioni al mese, cioè più di 4 commissioni al giorno. Ora, tenendo conto che il “Regolamento sul Funzionamento degli Organi di Governo” adottato dal Comune (reperibile sul sito istituzionale) prevede che le Commissioni permanenti –che sono 7- debbano “riunirsi almeno una volta al mese”[art. 16], viene il fondato dubbio che gli zelanti consiglieri abbiano confuso il “mese” con il giorno. Infatti, poiché le commissioni sono 7, significa che in due giorni consecutivi, non solo si riuniscono tutte, ma almeno una di loro fa il bis, un vero e proprio “back to back” da campioni.

In apparenza, lo zelo degli amministratori crotonesi sarebbe da encomio solenne visto e considerato che dalle altre parti non è certo così. A Scilla, per esempio, la gente non sa nemmeno cosa siano le commissioni! In compenso, nell’ultimo periodo prima dell’attuale commissariamento, ci sono stati frequenti consigli comunali-fiume, con decine di punti all’ordine del giorno rimasti puntualmente inevasi.

Tenendo presente che ai consiglieri possono toccare “l’indennità di funzione” o il “gettone di presenza”,  torniamo a far di conto.

Poiché il “gettone di presenza” è di circa € 32,50, la spesa media mensile per ogni commissione è stata di € 4.250,00 e per tutte le sette commissioni in totale, cui partecipano quindi tutti i consiglieri, il totale è di € 29.750,00 al mese.

Ai consiglieri –che sono 32, senza contare assessori e presidente del Consiglio- spetta anche l’indennità di funzione, la quale si aggira intorno a € 700,00/mese. Dunque, per un Consiglio comunale al mese si spendono € 22.400,00.

In pochi forse sanno che nel Regolamento sul Funzionamento degli Organi di Governo è scritto chiaramente che:   <<Ai Consiglieri cui viene corrisposta l’indennità di funzione non è dovuto alcun gettone per la partecipazione a sedute consiliari, né di commissioni che costituiscono articolazioni interne ed esterne del Consiglio comunale.>> [art. 43 comma 4]

La differenza, allora appare semplice e chiara: se si riunisce il Consiglio Comunale, ai consiglieri è dovuto un solo gettone, magari per trattare 10 argomenti; se per quegli stessi 10 argomenti riunisci 10 volte le commissioni (oltre il Consiglio che, comunque, deve ratificare le decisioni da loro assunte), ecco che il gettone si moltiplica per 10. Manco Gesù con i pani e i pesci!

Davanti a questi numeri, un Comune virtuoso che riesce a far quadrare miracolosamente i conti sceglierebbe di sicuro la seconda soluzione. A Crotone, evidentemente, no. E così, con questo prodigioso “miracolo” al contrario, il Comune di Crotone, almeno per il 2014 –anno cui si riferiscono i dati- ha sborsato €  7.350,00 in più al mese, cioè € 88.200,00 in più per un anno, ripeto, solo per i consiglieri.

Una coraggiosa signora ha poi cercato di portare all’attenzione dell’urbi e dell’orbi anche l’annosa questione dell’aeroporto crotonese, il “Sant’Anna”. Crotone è, infatti, il capoluogo di provincia più isolato dell’intero meridione. Il male che affligge lo scalo pitagorico è sempre lo stesso: non si trovano i soldi per finanziare la società di gestione. Beh, in riva allo Stretto ne sappiamo qualcosa anche noi, visto e considerato che il l’aeroporto “dello Stretto -Tito Minniti”, dato per molto e sepolto decine e decine di volte, è sempre riuscito a resuscitare, grazie –è giusto dirlo- agli interventi di ricapitalizzazione da parte della sola Provincia di Reggio Calabria.  Insomma, roba che, al confronto, la famosa  araba fenice si sarebbe stancata già da un bel pezzo. Invece, il “Tito Minniti” resiste, pur se è un aeroporto che da anni vive… in una Pasqua continua.

Così, a Crotone,  ad essere accolti in località Sant’Anna sono solo i migranti –disgraziati poveri cristi, disperati, in fuga dall’orrore della guerra e dalla fame- incolpevolmente condotti a forza verso le nostre terre, e non i turisti che da noi vorrebbero venirci in vacanza, di loro spontanea volontà.

Infine, “L’Arena” di Giletti ha tirato fuori la famosissima –ahinoi!- questione dei lavori di Capo Colonna, dove la Soprintendenza (sì, avete letto bene!) e non un mastro-manicola qualsiasi ha coperto col cemento –non armato!, ci hanno tenuto a specificare-la parte del Parco Archeologico antistante il Santuario della Madonna.

Dopo un virivirì di polemiche infuocate, dalle quali il Sindaco Peppino è uscito bello fresco e riposato come e più di prima –perché, almeno dal punto di vista formale (quello morale e sentimentale, è un altro discorso), lui sul progetto non ha avuto voce e, quindi, responsabilità- il Ministro Franceschini s’è visto costretto a mandare i suoi ispettori, i quali hanno avanzato dubbi sulla scelta di «cementificare» i reperti archeologici, ammettendo chiaramente che ben altre erano le scelte progettuali che si sarebbero potute fare, tra le quali, per esempio, l’esecuzione di Opportuni interventi di consolidamento e restauro. Fatto sta che dal 13 aprile i lavori sono sospesi, anche se la “cementificazione” è stata completata, visto e considerato che si avvicinano i giorni dei festeggiamenti in onore della madonna e non si vuole correre il rischio di dover rispondere di qualche “struppicatura” di caviglie ai danni dei tanti previsti visitatori e fedeli.

Davanti a cotanta dimostrazione di “sceccaggine architettonica”, salvo qualche sicura “cazziata” a porte ministeriali rigorosamente serrate, non ha pagato né chi ha fatto il progetto, né tantomeno chi l’ha approvato e neanche chi ha eseguito i lavori, non meno responsabile poiché presumo sia stata una ditta specializzata in lavori del genere.  Gli unici a pagare sono stati, ancora una volta, i cittadini di Crotone, e tutti gli amanti della nostra storia e della nostra arte.

 

E’ vero, le parole –pronunciate o scritte che siano- lasciano il tempo che trovano, anche se crediamo sia giusto che certi fatti si sappiano. Sono fatti, cifre e misfatti imperdonabili, almeno dal punto di vista dei cittadini onesti, siano essi crotonesi, calabresi o italiani della Val Brembana che abbiano a cuore questo nostro maledettamente bello Paese, dal quale si sentono  quotidianamente presi in giro, umiliati . L’unica che può perdonare i responsabili di questi scempi continuati, è solo la Madonna. Lei sola può fare i miracoli, quelli giusti.