ELEZIONI SCILLESI 2015: POKER CON IL MORIBONDO

Ormai manca poco, ancora una settimana e domenica prossima conosceremo il nome del prossimo sindaco di Scilla.

Nelle ultime elezioni, del maggio 2011, c’erano due liste e alla fine, una prevalse sull’altra per soli 48 voti e le schede bianche e nulle furono, in totale, 108, risultando determinanti per la vittoria. A votare furono in 3600 giusti giusti.

Quest’anno, le liste sono invece tre e ciascuna di esse conta dodici elementi, per un totale di 36 candidati in campo (esclusi i candidati a sindaco). In sostanza, quindi, considerando stabile il numero dei votanti, significa che ci sono in gioco poco più di 100 voti per ciascun candidato.

Finora, la campagna elettorale è stata piuttosto soft, ciascuna delle liste in gioco ha fatto le proprie manifestazioni e non sembra esserci più il tempo di un confronto pubblico comune, seppur richiesto da più parti.

Ho usato la parola gioco non a caso. Sì, perché in queste elezioni che -dopo il breve ma intenso periodo commissariale- rappresentano il ritorno del governo cittadino nelle mani di un’amministrazione scelta dal popolo, hanno tutti gli elementi di una partita a poker.

Il poker a tre, però, si gioca poco, perché le poche carte distribuite riducono il numero di combinazioni possibili. Un rimedio, perciò, è solitamente quello di giocare “con il morto”, in maniera da utilizzare lo stesso numero di carte che si utilizzano quando si gioca in quattro, distribuendo le carte come se i giocatori fossero effettivamente quattro. Nel gioco, le carte del “morto” rimangono inutilizzate.

In queste elezioni, che sono una partita a poker con un’unica mano, invece, abbiamo sì tre giocatori -i tre candidati a sindaco- ma abbiamo anche il “morto”, o sarebbe meglio chiamarlo il “moribondo”: ‘u scigghitanu.

‘U scigghitanu -lo scillese indigeno- non è certamente morto, Scilla dà ancora segni di vita e finché c’è vita, c’è sempre la speranza di riprendersi. ‘U scigghitanu è lì, gli sono state servite le carte -che sono i programmi elettorali delle tre liste- ma, al contrario di quanto avviene nel gioco normale, le carte le può utilizzare, le può leggere e valutare.

E che carte si ritrova in mano l’elettore scillese?

Scorrendo i programmi delle tre liste, la prima cosa che salta all’occhio è che, in gran parte, i problemi sul tappeto del tavolo verde sono grosso modo gli stessi. In molti casi, sono problemi che risalgono lontano nel tempo, lampante dimostrazione che sono rimasti tali, quindi irrisolti.

Ne cito solo due, esemplari: la portualità, l’ospedale.

Per ciò che riguarda il prolungamento del porto, non si è stati capaci di veicolare i fondi necessari a tale scopo. Per anni, almeno dal 2006 (per non andare ancora più indietro) il Ministero aveva inserito l’opera tra quelle finanziabili con i fondi di riserva, poi, la riserva (10 milioni di euro) è finita e, complice gli anni di crisi economica, l’opera portuale attesa da anni si è inabissata.

Sorte migliore non sembra aver avuto il progetto del porto turistico, promosso da imprenditori privati: dopo una partenza promettente, è rimasto anch’esso impantanato nelle maglie burocratiche, dalle quali sarà forse possibile tirarlo fuori ancora vivo.

 

 

 

L’ospedale è la ferita più recente. Cause perse in Tribunale, manifestazioni di popolo, raccolta firme, proposte di legge rimaste nei cassetti della Regione Calabria, ricorsi amministrativi fatti male e contro ogni normale buona regola procedurale. Nulla di tutto questo è servito ad evitare una doppia beffa per il Comune scillese:

  • ritrovarsi con un ospedale chiuso, ridotto a semplice “punto di rimbalzo” (più che punto di primo intervento) verso gli oramai esausti, esauriti (strutturalmente e mentalmente) Ospedali Riuniti di Reggio Calabria;
  • essere condannato a pagare le somme relative agli espropri per la costruzione della parte ampliata della struttura, anche se, di fatto, la proprietà che è ancora oggi degli scillesi, dovrebbe infine passare all’ASP, qualora questa decida, finalmente, di definire una vicenda che si trascina da decenni, invece di annunciare spese faraoniche di milioni di euro per una riconversione che è stata attuata nel disprezzo delle più elementari regole del diritto, per mezzo di decreti della cui legittimità mi sono permesso, e mi permetto -seppure inascoltato- di dubitare.

Le altre tre carte?

-Il Piano Strutturale -con annesso Piano di Spiaggia- che doveva essere redatto già da tempo (la Legge che lo prevede è “solo” del 2002), è faticosamente giunto alla fase di definizione del documento preliminare, che però giace da almeno cinque mesi nei cassetti del Comune. E’ giusto dire, però, che questa “giacenza” è dovuta semplicemente al fatto che il Commissario Prefettizio non ha ritenuto, correttamente, di dover prendere delle decisioni su un documento che vincolerà e condizionerà lo sviluppo (si spera) di Scilla almeno per i prossimi 10/20 anni. Meglio che a prendere una decisione così impegnativa sia un’amministrazione che sia diretta espressione del voto popolare.

  • I tributi, croce (pesante, almeno per i prossimi due anni) e delizia (mica tanto) degli scillesi, costretti ogni anno, da anni, a un continuo andirivieni dagli uffici comunali, per reclamare contro dati errati, riproposti con imbarazzante puntualità, nonostante che la loro regolarizzazione sia stata richiesta da tempo.
  • L’ascensore in piazza. Il completamento di questa struttura tanto discussa è stato più volte annunciato, sia dalla passata Amministrazione che, in tempi recenti, dallo stesso Commissario Prefettizio. A quanto pare, la Regione dovrebbe aver trovato i fondi necessari per l’ultimazione dell’opera. I fondi ci sono, ma nessuno li ha ancora visti, tanto che i lavori per il completamento, il cui inizio, nell’Aprile dello scorso anno, era stato dato per certo per Settembre, in realtà non sono mai iniziati. Come dite? Sì, ci avevano detto “A Settembre” ma, effettivamente, non avevano specificato di quale anno. E’ pura coerenza, non c’è che dire.

Queste sono le cinque carte più pesanti. Certo, ce ne sarebbero altre nel mazzo, come, ad esempio, lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili (tema solo sfiorato marginalmente o del tutto ignorato); la costituzione di imprese e cooperative giovanili (perché lavoro da fare ce n’è, basta solo avere -oltre all’istruzione, quella non manca di certo- anche un po’ d’inventiva ed iniziativa, senza aspettare “regali” o credere a improbabili promesse). Ma l’iniziativa dei singoli, per quanto coraggiosa possa essere, avrà sempre bisogno dell’istituzione comunale, del riferimento più vicino. Purtroppo, questa vicinanza non è stata finora dimostrata nei fatti.

 

Infine, il turismo: ci sarebbero tante cose da dire e sottolineare, ma in gran parte ci hanno già pensato i candidati. L’auspicio è che da eterna fonte di potenzialità inespresse, il turismo si trasformi in vera e propria energia cinetica, sia capace cioè di liberare e far muovere davvero il motore ingrippato dell’economia locale.

 

 

 

 

 

Ecco, le carte che ‘u Scigghitanu ha in mano sono queste e, come ogni partita a poker che si rispetti, sono ben note anche agli altri tre giocatori. Alcune di esse, se giocate bene, possono consentire al moribondo Scigghitanu di riprendersi, possono permettergli di continuare a vivere in uno degli angoli più belli dell’universo creato.

Quello che vorrei è che, chiunque sia dei tre a vincere questa partita, si eviti di finire come nel recente passato, con i consigli comunali che si sono trasformati in maratone infinite, fatte solo di inutili contrapposizioni personali, che di produttivo/costruttivo hanno avuto ben poco. Vorrei che funzionassero davvero i consigli di quartiere, istituiti solo sulla carta; vorrei che si desse maggiore forza alle varie commissioni consiliari, evitando però quello che è successo a Crotone, non foss’altro perché non possiamo economicamente permettercelo.

Chiudo, ricordando a me stesso e agli altri scigghitani elettori come me, due frasi famose regalateci dal cinema, che secondo me vanno tenute bene in mente in questa speciale partita.

La prima: “A poker non giochi con le carte che hai in mano, ma con la persona che hai di fronte.” -da Agente 007 – Casinò Royale . Valutiamo bene, seppur da moribondi, chi sono i giocatori che si sono seduti al tavolo di gioco. Si sa, nel poker -il gioco d’azzardo per eccellenza- non mancano mai i sotterfugi e i bluffs. Attenzione, quindi, a chi li usa, perché nella realtà (non nel gioco), sono le tipiche armi di chi, come dicevano i nostri nonni, “prumetti certu e manca sicuru”.

La seconda, che credo non abbia bisogno di alcun ulteriore commento: “Se non riesci a individuare il pollo nella prima mezz’ora di gioco, allora il pollo sei tu.” -da Il giocatore.

Buone elezioni a tutti.