REGGIO E….I POZZI DI SCIENZA PROSCIUGATI

Tante volte è capitato di andare in giro per i nostri paesi e vedere cose strane. Ma quello che si sta vedendo a Reggio da un po’ di giorni a questa parte, ha davvero del clamoroso. D’altra parte, a Rriggiu simu!

E così, dopo lo “scempietto” del Tempietto documentato dalle telecamere di RTV, che hanno mostrato ai nostri occhi allibiti come è stato ridotto il piazzale ubicato nella parte finale del lungomare per garantire lo svolgimento di spettacoli circensi, ecco che ci arriva in redazione un’altra foto-choc:

aiuolalberi

(foto di Emma Anna Martino)

 

Stavolta siamo alla periferia sud di Reggio, sulla strada che da Ravagnese porta alla “rotonda” che conduce all’aeroporto “Tito Minniti” (ma se non sai aund’è l’aeroportu, tiri ddrittu e arrivi a Sbarre), ma poco cambia: come al Tempietto, anche qui c’è roba….da circo.

In mezzo al marciapiede, sul quale spicca la nuova pavimentazione “autobloccante”, sono rimasti “impigliati anche gli alberi! Come se ciò non bastasse, sul lato esterno del marciapiede si notano “strane buche” quadrate: crediamo avrebbero dovuto essere delle aiuole ma…a cosa potranno mai servire, se gli alberi sono piantati già direttamente nel marciapiede?

Sono troppo grandi per essere delle buche da golf; sono basse e non sono aperte nella parte inferiore, per poter essere dei canestri; sono troppo basse per essere degli originali cestini portarifiuti (anche se qualcuno ci ha già provato a utilizzarli). Che fare, allora?

Nonostante tutto, salvo modifiche architettoniche dell’ultima ora, quelle “buche” dovranno essere utilizzate come aiuole. Dunque, che faranno si chiede chi, incredula, ha scattato la foto: <<Sposteranno gli alberi? O sarà lasciato così per creare una nuova arte?!>>

Un bel dilemma! Roba su cui avranno di che scervellarsi anche i professori delle tre facoltà della nostra Università Mediterranea: agraria (per gli alberi), ingegneria dei trasporti (per strada e marciapiedi) e architettura (per il "design" urbano).

Nel frattempo che decidono, una cosa la possono fare: ritirare la laurea agli archingegni di scienza che hanno sparmentato quest’ennesimo obbrobrio!! Oppure, che chiudano l’Università….per lutto, datosi che tutto sta ad indicare che in questa malanova di città l’intelligenza è morta.

Non sappiamo per certo come sono andate le cose ma sappiamo quel che vediamo.  Tutto fa pensare che abbiano fatto il disegno delle aiuole senza andare a vedere dove fossero gli alberi. Dopo frate Indovino, a Reggio abbiamo anche ArchIndovino e IngIndovino!

A questo punto, la soluzione è solo una: tagliare gli alberi (il loro sradicamento comporterebbe la demolizione di un bel tratto della pavimentazione ad essi più prossima); riparare la pavimentazione per tappare i buchi  dove ora ci sono gli alberi e comprare nuovi alberi da piantare nelle nuove aiuole.

Certo, spostare gli alberi sul bordo esterno del marciapiede, consente di usufruire di tutta la sua ampiezza. Ma, disegno a parte, possibile che durante la realizzazione della pavimentazione, a nessuno sia venuto in mente che, forse, gli alberi conveniva toglierli prima di installare massetto e blocchetti in pietra? Oppure (a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina), l’impresa…si ndi iau sula…. sapendo benissimo che avrebbe dovuto rifare il lavoro, con l’ovvia conseguenza dell’aumento dei costi?

E se anche fosse, possibile che non ci fosse un direttore dei lavori, in grado di fermare tutto e far togliere prima gli alberi? Oppure li hanno lasciati, per poter garantire agli operai un minimo di ombra, così da non farli “cuocere” al sole durante le giornate estive da poco trascorse?

Domande su domande. Troppe, per i gusti di chi, invece, fa le cose aumma-aumma, di testa sua e non viene minimamente disturbato.

Qui, ormai, abbiamo superato il surrealismo, siamo sconfinati nell’iper-realismo, dove tutto ciò che era nemmeno lontanamente immaginabile, viene misteriosamente trasformato in realtà.

Questa è Reggio, così come la vediamo oggi, così come la stanno riducendo alcuni…. pozzi di scienza. A dire il vero, non sappiamo se ci sono ancora pozzi di scienza, ma se ci sono, sono veramente prosciugati. E in un pozzo prosciugato, si sa, rimane solo la melma. Infatti, la stiamo vedendo…

E’ mai possibile che chi è –o meglio, dovrebbe essere- deputato a controllare e a seguire questo tipo di interventi, così come la semidistruzione dell’area del Tempietto, non se ne renda conto?

E dire che il Comune ha l’assessorato al decoro urbano e alla bellezza del paesaggio! Ma mi facciano il piacere!!!

Mi piacerebbe sapere del decoro e del paesaggio di quale urbe stiamo parlando. Mi piange il cuore dirlo, ma se continua così, Reggio non sarà mai una città moderna, è e resterà un paisazzu di una remota provincia del remoto meridione. Altro che città metropolitana!!

La raggia aumenta se pensiamo che i cittadini –quelli perbene, che pagano le tasse e ci tengono a fare le cose in regola e, pertanto, hanno diritto ad essere chiamati tali- pagano anche gli oneri di urbanizzazione! Beh, se questa è l’urbanizzazione, abitassi a Reggio, mi sentirei autorizzato a non pagarli più!!

Che dire di più? Chisti simu, a Rriggiu simu…