CROTONE CI METTE LA FACCIA PER IL PROPRIO FUTURO

krI calabresi siamo un popolo che la pazienza ce l’ha scolpita nei geni. E’ la pazienza dei contadini, abili ad addomesticare la terra dura delle nostre colline, cui hanno dato nuova forma per poterne trarre non solo semplice nutrimento, ma reale sostentamento economico. E’ la pazienza dei pescatori, abili a domare la forza dei pesci, inseguiti tra le correnti del nostro mare, e a sperimentare tipi di pesca unici al mondo che, purtroppo, ogni giorno che passa si stanno avvicinando al passato.

Siamo un popolo di grande umanità, pronto ad accogliere gli estranei e gli stranieri, trattati da pari a pari: uomini con uomini.

Pazienza e umanità, ma pazienza è umanità. E’ una dote umana e, in quanto tale, ha dei limiti ben precisi di cui non si può abusare. E davanti a situazioni che hanno dell’incredibile ma che dalle nostre parti accadono quotidianamente, la pazienza finisce e tutto diventa non più umanamente sopportabile.

Poco più di un mese fa via avevamo raccontato, attraverso la musica, ciò che sta succedendo a Crotone. In terra pitagorica, l’aria e il suolo manifestano chiari i segni di un inquinamento che sta segnando appunto non solo il territorio, ma anche e soprattutto chi quel territorio lo abita.

Si sta registrando un grande aumento di patologie –tumori in particolare- tutte riconducibili a un grado di inquinamento che non può essere considerato normale, anche se i dati delle rilevazioni siano nella norma. Tanti, troppi sono i casi che si stanno registrando, per poter credere che ciò che sta accadendo sia il frutto di una psicosi collettiva causata da una malefica pozione fatta spandere nell’area e nel terreno da qualche strega cattiva. Se così fosse, staremmo a credere alle favole.

amiantoKRMa non siamo più al tempo in cui contadini e pescatori potevano credere alle favole solo perché non avevano potuto studiare. Oggi, per fortuna, siamo andati tutti a scuola e sappiamo benissimo quali siano le conseguenze dell’inquinamento da rifiuti tossici provenienti dalle lavorazioni industriali e non smaltite come si deve ma, piuttosto, in discariche abusive o, addirittura, direttamente nei corsi d’acqua o in mare. Sappiamo benissimo qual è il rischio di tumore ai polmoni causato dal non corretto smaltimento dell’amianto, abbandonato per strada, così dove capita.

faccia2E’ proprio il non poter più umanamente sopportare e la consapevolezza del reale pericolo per la propria salute, che ha spinto i giovani  e i cittadini crotonesi a dire basta! Basta vedere mamme, padri, fratelli, amici, colpiti da malattie che li hanno portati via in poco tempo. Basta con i silenzi che hanno colpevolmente coperto i responsabili non solo di uno scempio ambientale, ma di un delitto contro un’intera collettività.

faccia1Al contrario di questi delinquenti vigliacchi che si nascondono, i giovani di Crotone hanno deciso di uscire fuori, di metterci la faccia, per gridare con un’unica voce la loro voglia, il loro diritto ad avere giustizia. Lo hanno fatto anche tramite una pagina speciale su Facebook –che vi invitiamo a visitare e condividere- che si chiama proprio così: “Crotone ci mette la faccia”. Una pagina-manifesto, sulla quale <<Chiunque può postare foto o raccontare la propria storia o più semplicemente scrivere e postare con foto un biglietto con su scritto : "NON VOGLIO MORIRE DI CANCRO".>>

E’ di poche ore fa la notizia del conferimento del Premio Nobel per la pace all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), attualmente impegnata in Siria, per scoprire e smantellare l’arsenale chimico del presidente siriano.

Non possiamo non constatare con profonda amarezza che è stato più facile scoprire gli arsenali chimici di un dittatore che trovare i colpevoli del disastro umano e ambientale che da anni si sta verificando nel crotonese. Ci sono state indagini della magistratura sfociate in un processo, ma niente. Tutto è finito in una bolla di sapone: le “Black mountains” hanno stesso la loro ombra oscura anche sui responsabili: nessun colpevole.

Eppure, non c’è voluta l’Opac, ma erano bastate le analisi svolte su vari siti del territorio crotonese dall’Arpacal, per comprendere che ci si trova davanti a qualcosa di non molto dissimile alle armi di distruzione di massa: anche qui centra la chimica, con la differenza che l’amianto e i rifiuti tossici non sono meno pericolosi e subdoli del sarin.

Qui non ci sono streghe cattive, pozioni o malanove mandate da speciali, potenti mavare. L’inquinamento ambientale e tutto ciò che ne consegue per la salute dei crotonesi- diciamolo chiaramente- è il frutto di azioni messe in atto da gente senza scrupoli, priva ella benché minima traccia di umanità, il cui unico fine è quello di riempirsi le tasche con quanto più denaro possibile.

Mi tornano in mente le frasi di un colloquio tra due ndranghetisti, intercettati durante un’indagine sul traffico e lo smaltimento di rifiuti tossici: davanti alle perplessità di uno dei due, legate al fatto che l’azione che stavano mettendo in atto avrebbe inquinato il mare, l’altro rispose: <<E che ce ne fotte. Noi il bagno ce lo andiamo a fare da un’altra parte!>>

Ecco, loro, i responsabili diretti di un atto di indifferenza verso gli altri e di estrema prepotenza, e perciò mafioso, già saranno lontani, da qualche altra parte del mondo, a “godersi” i frutti delle loro azioni vigliacche. Chi li ha coperti e continua a coprirli, con fare altrettanto mafioso –se non di più- continua a farsi credere innocente. Ma i crotonesi onesti sono qui, noi calabresi onesti siamo qui, a respirare quest’aria, a camminare su questa terra, a fare il bagno in questo mare. E dobbiamo pensare al nostro futuro.

faccia3<<Il futuro dipende dal dovere civile della denuncia e dall’obbligo sociale della conoscenza. faccia4

L’indifferenza e la quiete servono solo a evitare allarmi, a favorire il formarsi e il consolidarsi di quella disattenzione di cui la ‘ndrangheta ha bisogno per rafforzare la sua morsa sul territorio.>>  [“Dire e non dire”, di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso]

E’ questo dovere civile, che condividiamo con forte convinzione, a guidare i ragazzi e tutti i cittadini di Crotone nel metterci la faccia, per rompere l’indifferenza, per reclamare a gran voce l’attenzione di chi è chiamato a tutelare la salute pubblica, scoprendo ciò che finora è rimasto nascosto. E’ un grido di dolore, di rabbia. Un grido forte, coraggioso per il diritto al futuro, di chi non si accontenta di una verità –quella emersa fin qui dalle carte processuali- ma pretende la verità.

*Foto tratte da: http://it.wikipedia.org e dalla pagina Facebook “Crotone ci mette la faccia”