Scivola scivola Scilla di Aldo Spanò

SCIVOLA, SCIVOLA SCILLA

Scivola, scivola Scilla, 
raccolta dal mare, da onde perenni incantate, 
da eterne terrazze e profumi di zagara ardita; 
dal canto ammaliante da finestre infiorite di nessuna sibilla, 
ma solo da giovani volti fissanti speranze agognate, 
per poi andar via , perso e inutile sogno di vita. 
Scivola, scivola Scilla, 
raccolta da nenie antiche soffuse, che offusca le menti 
dal mare solcato, di spade in amore, da lontri alti e neri. 
Annoiata Cariddi, segue assonnata, di là, indifferente, 
il fiotto di sangue che scorga vivace dai fianchi alteri, 
con le urla allegre di uomini stanchi, dagli occhi incolori. 
Fra i profumi e i canti, con la storia, il mito e i misteri, 
da sempre fiocina d'uomo apre la carne, lacera i cuori; 
accoglie la vecchia tolda l'estrema agonia, non sente i dolori. 
E il poeta, incantato da brividi e tanto morire ma tanto sorriso, 
ironico e scaltro, inventò due invincibili mostri feroci. 
Per non far più nessuno passare di là, ne sparse la voce, 
per potersi godere, soltanto da solo, tutto quel paradiso.

per gentilissima concessione di Aldo Spanò [05.05.2007]

…SCIALATIVI!